domenica 21 novembre 2010

Caldoro: Mara è leale , qui l'hanno isolata e trattata da straniera in patria


Presidente Caldoro, Mara Carfagna ha annunciato che il 15 dicembre si dimetterà da ministro delle Pari opportunità e da parlamentare. In poche parole, lascia la politica.
«Non mi stupisce, è nel carattere di Mara andare fino in fondo. Con quello che aveva annunciato non poteva che fare questo. Ogni passo indietro sarebbe stata una prova di debolezza. A questo punto credo che solo Berlusconi possa risolvere la questione: deve intervenire. Ma facciamo tutti attenzione a non abusare della sua pazienza...». Stefano Caldoro, governatore della Campania, ha il tono pacato di chi alle bufere politiche c'è abituato. Non si scompone, questo ex socialista cinquantenne passato nel Pdl. «Ho fatto il Vietnam», ama raccontare scherzando. E anche in queste ore di guerriglia trasversale tra i vertici del partito campano e la ministra delle Pari opportunità, Caldoro non perde il suo aplomb. Proprio lui, che da questi stessi vertici non è mai stato amato, e sui quali ha visto abbattersi l'ombra di aver contribuito a creare un falso dossier contro di lui. La Dda di Napoli l'ha interrogato da poco proprio su questa vicenda. Ma lui si ostina a non commentare: «Voglio aspettare di sapere tutta la verità». Diverso il caso Carfagna. «Qui la cosa mi è chiara: so da tempo che Mara era a disagio».

Disagio causato da cosa?
«Guardi, Mara Carfagna è una persona leale. Ma, soprattutto, è molto diretta e schietta. Le cose le dice in faccia. E diciamoci la verità: non sempre questo atteggiamento, in politica, paga. Infatti è stata ingiustamente trattata come straniera in patria dal gruppo dirigente locale. Uno sbaglio che tutti, da Cosentino in giù, devono ammettere. Perché Mara è una risorsa enorme, pochi hanno la sua capacità comunicativa».

Come si spiega le ragioni di questo isolamento?
«Mah, in politica è normale che chi lavora sul territorio sia geloso dei propri spazi. Però se la partita si gioca solo facendosi guidare dalle gelosie, allora si fa un errore. È un gruppo dirigente che in questi anni, anche grazie al traino di Silvio Berlusconi, ha raggiunto obiettivi importanti. E questo gli va riconosciuto. Ma un gruppo dirigente maturo, forte, non fa prevalere le difese di singoli interessi. Difese legittime, per carità, ma personali. È quello che è successo in questo caso in Campania».

Senta Caldoro, ma lei invece che rapporti ha con i vertici del Pdl campano? Dopo la vicenda del dossier la sua fiducia è immutata?
«Sul dossier aspetto di vedere gli sviluppi e non mi pronuncio. Finora però posso dire di non aver subito condizionamenti. Anche perché avrei messo alla porta chi ci avesse provato. Semmai lamento di dover prendere in solitudine le grandi decisioni».

Mara Carfagna ha parlato di «guerra tra bande».
«Forse può essere vero dal punto di vista organizzativo, ma nella vicenda dei rifiuti, no, non l'ho percepito».

Eppure sembra che la Carfagna sia arrivata alla rottura per affidare alla Regione la realizzazione dei tre termovalorizzatori di Napoli e Salerno.
«È vero che Mara ha espresso preoccupazioni per uno scontro tra Provincia e Comune di Salerno che poteva creare problemi sulla realizzazione degli impianti. Ma ripeto: sui rifiuti mai avuto pressioni. Io comunque Mara l'avevo avvertita».

In che senso?
«Le avevo consigliato di tenere separati i due livelli: quello nazionale e quello locale. Lei fa il ministro, e pur essendo legata al territorio non avrebbe dovuto esagerare nel gestire gli aspetti organizzativi. Non è nella sua indole».

La conosce bene?
«Ci siamo incontrati la prima volta nel 2006. Quando è stata candidata a Napoli, città difficile, ho avuto modo di vedere all'opera la sua capacità di affascinare le persone. Riesce a entrare in contatto con gli ambienti più diversi, soprattutto quelli popolari. Il suo consenso, 55 mila preferenze, non è stato il risultato di un'organizzazione, ma un successo personale. È una brava. Le letture dietrologiche su di lei sono sbagliate. Non credo che in questa vicenda sia stata minimamente condizionata da Bocchino. Sbaglia chi gioca a polemizzare sull'amicizia tra lui e Mara. Un modo orrendo di fare politica, che gioca sui retroscena».

Secondo lei viene attaccata anche perché donna? Fosse stato un uomo a discutere con un suo ex alleato forse le indiscrezioni non sarebbero nate...
«Non lo escludo. Ma sarà un boomerang. Non è quella la strada. Ho avuto modo di parlarle al telefono, e non ho dubbi sulla sua linearità, sulla sua fedeltà a Berlusconi».

Questa campagna contro di lei potrebbe essere un tentativo di azzopparla in vista di una sua candidatura a sindaco di Napoli?
«Sinceramente non lo so. Ma sicuramente Mara, se dovesse accettare, sarebbe la migliore scelta. Ha tantissimi voti. E ha tutte le carte per essere vincente. Questo può far paura?».

Angela Frenda
21 novembre 2010

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