I finiani e l'Mpa del governatore siciliano Lombardo abbandonano il governo. E Giorgio Napolitano convoca Gianfranco Fini e Renato Schifani. Con i presidenti di Camera e Senato, il capo dello Stato cercherà martedì di fare il punto sulla situazione politica alla luce dell’uscita di un ministro, un vice ministro e di tre sottosegretari dal governo. Quello che è certo, tuttavia, è che non ci sarà alcuna crisi pilotata: nel corso del vertice di Arcore tra Bossi e Berlusconi, iniziato a Villa San Martino nel tardo pomeriggio e finito attorno alle 21, il Cavaliere, da quanto si è appreso, avrebbe respinto l'ipotesi di un «Berlusconi Bis» che presupporrebbe l'ammissione di un fallimento.
VERTICE AD ARCORE - All'incontro hanno partecipato Silvio Berlusconi e i tre coordinatori del partito, Ignazio
DIMISSIONI - «Dimissioni irrevocabili». Ai microfoni di Sky Tg24 l'annuncio fatto in mattinata dal coordinatore di Futuro e libertà,Adolfo Urso, non aveva lasciato spazio a fraintendimenti. «Con queste dimissioni», ha spiegato Urso, «vogliamo chiudere una pagina e proseguire la legislatura con un nuovo governo di centrodestra». Le lettere di dimissioni del vice ministro, del ministro Andrea Ronchi e dei sottosegretari Antonio Buonfiglio e Roberto Menia sono state firmate e spedite intorno alle 13 dalle rispettive segreterie e sono arrivate sul tavolo del presidente del Consiglio. I gruppi parlamentari di Fli, hanno sottolineato in una nota i capigruppo di Senato e Camera Pasquale Viespoli e Italo Bocchino, evidenziano il «venir meno del rapporto fiduciario nei confronti del governo», ma assicurano il sostegno alla manovra». «Se non ci saranno risposte soddisfacenti, dopo la finanziaria presenteremo la mozione di sfiducia al governo», ha aggiunto Urso. Nel caso di un ritorno alle urne, i "futuristi" puntano ora a un'altra coalizione di centrodestra aperta a Udc, Api ed Mpa, ha spiegato anche Urso. Quanto poi all'ipotesi di Bocchino di un accordo con la sinistra per un governo di responsabilità, il vice ministro dimissionario ha voluto precisare: «Se la nostra proposta di realizzare un nuovo governo con una nuova maggioranza aperta all'Udc non si dovesse realizzare - ha aggiunto -, ci rivolgeremo a tutti coloro che sono interessati a una riforma elettorale e a un sistema che consenta agli italiani di scegliere in modo tale da garantire la governabilità».
MPA - Insieme ai futiristi, anche Giuseppe Maria Reina, unico esponente di governo dell'Mpa (Movimento per le autonomie), ha depositato le proprie dimissioni dalla carica di sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti. «L'Mpa sosterrà la formazione di un nuovo governo con il compito di avviare un programma di riforme per consentire al Paese una forte ripresa economica e la modifica della legge elettorale», dice una nota del partito.
«TRADIMENTO» - Pdl ed esecutivo non hanno accolto di buon grado la scelta dei finiani. «Con il ritiro della delegazione dal governo si sta consumando il tradimento», ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, mentre Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha parlato di «grave errore politico» di Fli. L'annuncio fatto da Urso di «dimissioni irrevocabili» arriva, tra l'altro, all'indomani della presa di posizione del premier, che ha aperto all'ipotesi di un ritorno alle urne, ma solo per la Camera, in caso di sfiducia a Montecitorio. A tal proposito, il capogruppo del Partito democratico alla Camera, Dario Franceschini, ha chiesto al presidente della Camera di dare la priorità della mozione di sfiducia al governo presentata dalle opposizioni e di fissarne la discussione alla Camera «nella prima giornata utile consentita dal calendario parlamentare, successivamente all’approvazione della legge di stabilità da entrambe le Camere».
INCONTRO A MONTECITORIO - Non è entrato nel merito delle dimissioni della delegazione Fli il presidente della Camera, intervenuto con Giorgio Napolitano, alla presentazione del rapporto L'Italia che c'è, di Italiadecide presieduta da Luciano Violante. «Tra le responsabilità della classe dirigente - è uno dei passaggi del discorso di Fini - c'è anche quella di aver smarrito quel senso della dignità, della responsabilità e del dovere che dovrebbero essere proprie di chi è chiamato a ricoprire cariche pubbliche. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, come prevede un articolo della Costituzione che è tra i meno citati e conosciuti». «Il Paese ritrovi maggiore consapevolezza di sé e dei propri problemi, uscendo dagli schemi di divisioni e dalle contrapposizioni esasperate» è l'auspicio che Gianni Letta ha espresso intervenendo alla presentazione del rapporto. Al termine dell'incontro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si è intrattenuto per alcuni minuti a Montecitorio con Fini e con il presidente della Repubblica.
MARCEGAGLIA - Sulla situazione politica è intervenuta anche Emma Marcegaglia. «Non ci piacciono le situazioni pasticciate, un governo che non c'è o un assembramento di persone che non governano», ha detto il presidente della Confindustria. «Chiediamo che ci sia un governo che sia in grado di governare. Non sono questi i tempi per sopravvivere o vivacchiare».
IDV - «Sì a Fini, se questa è la condizione per vincere le elezioni e sconfiggere Berlusconi», ha detto il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, a Radio2. «A mali estremi, estremi rimedi. Ma prendo atto che su questo tema la mia posizione è diversa da quella di Di Pietro».
Redazione online
15 novembre 2010
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