domenica 21 novembre 2010

La mossa Udc: sì a un tavolo «Ma serve un governo d'armistizio»


«Se vogliono cambiare, ci siederemo al tavolo ma ci aspettiamo fatti». Da Pier Ferdinando Casini arriva un sì condizionato all'ingresso dell'Udc nella maggioranza di governo. «Si cambi davvero - chiede il numero uno centrista -: non ci piace la Lega e non ci fidiamo delle promesse di Berlusconi. Ci aspettiamo fatti, non chiacchiere». L'auspicio di Casini è la nascita di «un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale». All’assemblea nazionale del partito, il leader Udc ha infatti spiegato che «per tre o quattro anni bisognerebbe non parlare di chi vince le elezioni, ma governare facendo anche scelte impopolari».

LA REPLICA - Cauta l'accoglienza da parte di Pdl e Lega alle parole di Casini. «Se il leader dell'Udc si dimostrasse capace anche di formulare un giudizio più equilibrato e più adeguato alla realtà sull'esperienza del governo Berlusconi e sul ruolo del Pdl, potrebbe forse profilarsi un ruolo di responsabilità politica e istituzionale da parte dell'Udc, foriero di ulteriori sviluppi nel futuro» è il punto di vista di Sandro Bondi. Più secco il commento di Piergiorgio Stiffoni, senatore del Carroccio: «Non capiamo lo spirito badogliano di Casini. Vuole un esecutivo di armistizio ma non vuole sedersi al tavolo. Bene, se noi gli siamo indigesti non si segga, resti in piedi con il cerino in mano». E Roberto Maroni, benché sottolinei la stima personale per Casini («Non avrei nessun problema a tornare in maggioranza con lui»), chiude la porta all'idea: «Questa del governo d'armistizio ancora mi mancava: c'è stato il governo tecnico, quello di scopo, quello di responsabilità nazionale e ora questo. Ma non so che cosa sia. Senza una maggioranza ampia si deve andare a votare» ha detto il ministro dell'Interno a In Mezz'ora di Lucia Annunziata. Maroni ha anche parlato del prossimo voto di fiducia in programma il 14 dicembre: «Mi auguro che il governo la otterrà. So che la Lega sarà compatta ma sul Pdl non sono in grado di fare previsioni. Abbiamo però avvertito Berlusconi che non è sufficiente una maggioranza di due, tre persone. Non vogliamo fare la fine del governo Prodi».

«NON POSSIAMO STARE SULLA RIVA DEL FIUME» - «Siamo stati due anni e mezzo all’opposizione non per partito preso o solo per coerenza elettorale ma per un giudizio negativo sulla politica degli spot - ha detto Casini nel suo intervento a Milano -. Gran parte del mondo dell’industria, dei sindacati e del mondo cattolico - ha aggiunto - ci dice di entrare nel governo per senso di responsabilità. Noi non possiamo stare sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere perché il cadavere è l’Italia e noi siamo italiani, ma possiamo aiutare solo a condizione che le cose cambiano davvero».

MESSAGGIO AL PD - Da Milano, il leader Udc lancia poi un messaggio al Pd: abbia il coraggio di escludere la sinistra estrema dalla propria coalizione come aveva fatto il primo segretario Walter Veltroni. «Questo partito - assicura Casini - non può pensare sistematicamente di non fare una scelta chiara. Quello che è capitato in Puglia con Vendola e a Milano con Pisapia è la conseguenza diretta del fatto che il Pd non fa le scelte che dovrebbe fare».

«NON ENTRO IN POLITICA» - A un altro programma tv, Che tempo che fa di Fabio Fazio, ha parlato invece Luca Cordero di Montezemolo: «Non intendo fondare un partito, né entrare in un partito qualora ci fossero le elezioni». Ha poi aggiunto: «Se per impegno politico si intende un nuovo partito, dico di no, diverso è l'impegno civile e politico non partitico», ha sottolineato rivendicando il diritto dei cittadini a parlare di politica e dunque il ruolo della fondazione Italia Futura. «Come cittadino spero non ci siano elezioni, non è possibile avere un'elezione ogni due anni - ha aggiunto - Auspico che il governo ottenga la fiducia, governi e sia poi giudicato dai cittadini per quello che ha fatto». Montezemolo ha spiegato che «alla fine di questa legislatura saremo alla fine di un ciclo. Siamo alla fine di una stagione politica. Un cinepanettone che sta arrivando alla fine, siamo ai titoli di coda, con gli stessi attori ma con i partiti che hanno altri nomi». Montezemolo ha però sottolineato che «in questo governo ci sono ministri e persone di qualitá e capaci».

Redazione online
21 novembre 2010

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