sabato 20 novembre 2010

La strana fiaba della Dama e il Cav.


di Marco Damilano

La ministra Mara Carfagna, monumento vivente del berlusconismo, si ritrova protagonista della crisi. Ma la favola volge al termine.E se davvero la Carfagna molla Silvio lo può fare anche l'Italia

(20 novembre 2010)

Succede così sul palcoscenico, nella vita e nella politica: Isso ama Issa, tra di loro si insinua il cattivo, 'O Malamente, e finisce a coltellate. Riassunto degli atti precedenti: Isso (Silvio) conosce Essa (Mara) un giorno a Palazzo, lei accompagnata dal papà suona al piano "Era de maggio", Isso si commuove e la fa principessa: prima deputata, poi addirittura ministro del suo reame. «Guardatela, se non fossi già sposato me la sposerei», si lascia andare sfidando le ire dell'allora moglie. Essa è bellissima ma anche sgobbona, studia studia, si cala bene nella parte, ci prende gusto. E a un certo punto non ci sta più fare la casalinga delle pari opportunità. Era solo un volto, comincia a parlare, a dire la sua. E qui, un giorno, la incontra 'O Malamente (Italo)...

Finirà così anche nel teatrone di Montecitorio. A schifio. La ministra Mara Carfagna è il monumento vivente del berlusconismo, la dimostrazione che si può prendere una mediocre soubrette e trasformarla in una dignitosa donna di Stato. «Il compimento della rivoluzione antropologica del potere in epoca berlusconiana», ha scritto Filippo Ceccarelli quando è stata nominata ministro nel 2008, «il prevalere della fiaba meravigliosa sulla cruda e monotona realtà, la supremazia delle identità mutevoli sulle rigide appartenenze di un tempo...». Ecco, appunto, di mutazione in mutazione, Mara si ritrova da protagonista nel cuore della crisi politica.

In mezzo alla compravendita di deputati, al calcio mercato delle carriere, la bella favola berlusconiana lascia il posto alla truce sceneggiata napoletana. Sospetti, tradimenti, vergogna. Il bell'ambientino che si è creato dalle parti di Arcore e di Palazzo Grazioli, dove tutti sono contro tutti e tutti attaccano il vicino per non essere stato abbastanza caloroso nella difesa del Capo. La Carfagna è la più esposta e la più invidiata, soprattutto dalle altre donne (forse perché è anche la più aggraziata?), ed è finita in mezzo al fuoco della maldicenza. E le foto della Mussolini nell'aula della Camera a lei che parla con Bocchino, e le allusioni alla sua amicizia con il numero due di Futuro e Libertà (che in queste ore altrimenti cupe per i finiani, raccontano, sta facendo i salti di gioia), e lei che prende le distanze dal Cavaliere dopo le sue parole sui gay, e le cattiverie sul suo conto fatte circolare dalle nuove cortigiane, quelle che non si perdono una festa e insufflano il Cavaliere: vedi, ti tradisce per i finiani?

E si possono già indovinare i prossimi atti: lacrime, strepiti («è un caso da psichiatria», ha già commentato la Mussolini), accuse («ma come? mi devi tutto! senza di me non saresti nulla! Core n'grato») richieste di perdono e magari la riappacificazione finale, con Malamente steso per terra e Isso che recupera Essa. Oppure no, il finale può cambiare: e Issa scoprirà che era Isso a rovinarle la vita e scapperà via da lui. Ed è un meraviglioso contrappasso che a dire che la favola è finita sia proprio Mara, l'ex principessa del berlusconismo. In fondo, se davvero la Carfagna molla Silvio lo può fare anche l'Italia.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Seeeeeeee... aspetta e spera!! Che mai s'avvera!!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

AHAHAHAH!!!