sabato 20 novembre 2010

E Silvio si arroccò nel maniero di Re Artù


di Lia Celi

Probabili scenari per l'ultimo capitolo della Berlusconeide. Ispirati al subcomandante Marcos, a David Crockett e al Rocky Horror Picture Show

(19 novembre 2010)

C'è chi evoca il bunker di Berlino, chi la fine lussuriosa di Sardanapalo, chi lo scroscio di uno sciacquone. Una cosa è certa: l'ultimo capitolo della Berlusconeide, quando verrà, sarà spettacolare. E il suo protagonista non lascerà nulla al caso. Anzi, com'è nel suo stile, sta già valutando diversi scenari, uno più grandioso dell'altro, per consegnarsi alla Storia senza consegnarsi alla giustizia. Ecco quelli più accreditati.

IPOTESI DAVY CROCKETT
Un viaggio segreto in Texas, un sopralluogo a El Alamo, un salto in un'agenzia immobiliare. E ora sul citofono del forte dove nel 1836 il mitico Davy Crockett e un drappello di volontari resistettero fino alla morte contro l'esercito messicano, c'è il suo nome: Silvio Berlusconi. Conquistato dalla figura di Crockett, come lui cacciatore infallibile di selvaggina da pelo, il premier avrebbe acquistato l'intero forte per trasferirvi il suo stato maggiore in vista di un eventuale assedio finale da parte di giudici, giornalisti faziosi e squillo ingrate. Le postazioni dove Crockett aveva disposto cannoni che sparavano palle devastanti verranno occupate da Vittorio Feltri e Augusto Minzolini, e Nicolò Ghedini, alla testa del Settimo Cavilleria, cercherà di scompaginare le linee dei pm. Per ora, tuttavia, ad assediare Alamo non sono né magistrati né inviati di «Repubblica», solo orde di texani infuriati per essere stati pelati a poker da Emilio Fede.

IPOTESI RE ARTU'
Suffragato dal recente acquisto di un maniero in Cornovaglia, lo showdown berlusconiano in stile Camelot fa sognare giovane destra fantasy che fa capo a Giorgia Meloni. Seguendo la leggenda di re Artù, il generoso sovrano che passava la vita a liberare donzelle indifese prigioniere in lugubri questure, il premier e il suo seguito verrebbero trasportati in un castello fatato perduto nelle nebbie nordiche, per cadere in un sonno profondo – più o meno quel che succede durante le feste ad Arcore quando Lele Mora rimane imbottigliato in autostrada con le ragazze e la bumba. Marina Berlusconi starebbe già battendo i mercatini dell'usato in cerca di armature originali per i paladini più fedeli: Dell'Uther Pendragon, il prode Lancicchitto, il purissimo Gasparsifal e Alemanno, il cavaliere romano che combatté valorosamente contro il pedaggio sul Sacro Gra.

IPOTESI REV. JONES
Durante il suo ultimo suo soggiorno ai Caraibi il premier ha visitato la Guyana, dove nel 1978 il reverendo Jim Jones, un mandrillo megalomane filostalinista accusato di vari crimini, si avvelenò insieme ai suoi seguaci per sfuggire all'arresto. Panico tra i berlusconiani, al pensiero che il capo volesse ripeterne la nemesi suicida; ancora più terrorizzati i superstiti della setta di Jones, che alla vista di un Berlusconi abbronzatissimo, in completo bianco e parrucchino tropicale, si sono nascosti nella giungla urlando: «Ma allora è vero che non era morto». Offeso per essere stato confuso con un filo-stalinista come Jones, il Cavaliere ha lasciato frettolosamente il Paese. «Ho sempre avuto il sospetto che questo Jones fosse un coglione,» ha spiegato, a bordo del suo aereo privato. «Si è suicidato pur avendo ancora 900 seguaci, quando gliene bastavano 315 per ottenere la fiducia alla Camera e farla franca.» Comunque, a scanso di brutte sorprese, ora gli invitati alle feste del premier si portano le bevande da casa.

IPOTESI SUBCOMANDANTE MARCOS
Il crepuscolo del premier Berlusconi potrebbe essere l'alba del subcomandante Silvios. Ad avvalorare i sospetti, la sua nota passione per il Chiapas, oltre per le Tetas, e voci insistenti sull'acquisto di una foresta non lontana dalla capitale, in cui rifugiarsi in caso di tracollo politico. Berlusconi come il guerrigliero Marcos? «Sì, ma lui crede si tratti di Ferdinando Marcos, l'ex dittatore filippino,» confidano quelli del suo staff, «e poi indossare sempre il passamontagna gli consentirebbe di diradare i lifting». Nessun progetto utopistico alla Robin Hood: la presenza del ministro Tremonti (che avrebbe suggerito il nome di "Selva Lacondona") garantisce che i guerriglieri di Silvios continueranno a rubare ai poveri per dare ai ricchi. Ma la fuga nei boschi potrebbe non essere imminente: malgrado i tagli del governo all'ambiente, le foreste italiane sono ancora piene di alberi disposti a caso dalla Natura, mentre Berlusconi ha in mente una foresta hi-tech, con ruscelli riscaldati, usignoli che cinguettano canzoni napoletane, scoiattoli-barman e Cappuccetti rossi in topless. Il progetto c'è già, ma per realizzarlo ci vorranno almeno due anni e una congrua tangente ai fratelli Grimm.

1 commento:

Francy274 ha detto...

E l'Italia ora sogna... l'eventualità fort Alamo è stupenda.. :DDDD
Il finale in mezzo ai texani se lo meriterebbe proprio.