GIULIA INNOCENZI
E fuori un altro che è stato sistemato grazie all’aiutino ad hoc. Dopo Ruby e i 7000 euro che Berlusconi le avrebbe concesso per disinteressata magnanimità, ora è la volta di Califano e il concedente dal cuore d’oro del caso è la Polverini, che gli ha promesso “un intervento significativo per fargli esercitare il mestiere che l’ha impegnato tutta la vita“.
Non mi voglio però soffermare sul caso singolo, anche perché il Califfo prende già 20.000 euro l’anno grazie ai diritti d’autore, quindi si commenta da sé. La mia considerazione è semplice e potrebbe sembrare persino demagogica: ma esiste un minimo di eguaglianza in questo paese? Ma soprattutto, gli italiani reclamano il principio d’eguaglianza, o si sentono forse più protetti nella condizione di sudditanza?
In un paese pieno zeppo di clientelismo e di parentele, conviene a tutti che nessuno sia uguale davanti alla legge: oggi un aiutino a te, domani un aiutino a me. “Ma come, non lo conosci l’assessore? Te lo presento io!”. E così l’aiutino diventa sistema, e nessuno viene lasciato fuori. Forse che questo modello di stato sociale sia parte di quel virtuosismo “all’italiana”?
Non proprio. L’Istat ci dice che la povertà vera, quella assoluta, colpisce oltre tre milioni di nostri concittadini, e che l’Italia registra uno dei più alti tassi di povertà infantile in Europa. Un terzo dei giovani non lavora, insieme a più della metà delle donne del nostro paese, e nessuno ha mai pensato di dedicare loro un “intervento significativo per far esercitare loro il mestiere che li ha impegnati tutta la vita“, anche perché, probabilmente, un lavoro non ce l’hanno mai avuto. Ma intanto il Califfo dedicherà una canzone alla Polverini, “che è una gnocca“, e così vivranno tutti felici e contenti.
Quasi tutti. O meglio, tutti quelli che partecipano al teatrino all’italiana e che non fanno niente per invertirne il degrado, anzi, lo alimentano con il loro finto buonismo. Quand’è che i sudditi del nostro paese si accorgeranno che i diritti non sono una concessione ma, per l’appunto, una prerogativa da rivendicare a sé? Forse, quando lo faranno, sarà già troppo tardi: il nostro teatrino avrà calato il sipario, lasciando intorno a sé un paese ferito dai dissesti idrogeologici, con beni patrimonio dell’umanità che crollano per un po’ di pioggia e con un ammasso di giovani che hanno come unica speranza quella di lasciare il paese. Un paese per vecchi (poveri).
1 commento:
Un Brava a Giulia! Anch'io sono rimasto scandalizzato dalla richiesta di Califano nientemeno del sussidio della legge Bacchelli e mi sono detto che se il sussidio lo davano a lui (povero, vecchio ed ammalato) lo avrei chiesto anch'io, che ho la sua eta, sono povero vecchio ed ammalato, che sicuramente sono stato più utile alla società di quanto non lo sia stato questo indecente crapulone, che ha scialacquato fortune, vantato sue molteplici performance sessuali, a base anche di alcool e cocaina. Io ho diretto carceri per 40anni e reso pubblica testimonianza delle mie esperienze, a volte drammatiche ed una tragica, addirittura scrivendo un libro, pubblicato da INFINITO EDIZIONI:"LA MIA VITA DENTRO. LE MEMORIE DI UN DIRETTORE DI CARCERI". Te lo consiglio, è un'ottima lettura.
Non mi posso rivolgere alla Polverini, che non mi è mai piaciuta, perché io non sono né sarò mai di destra, nonostante la 'sirena' Fini.
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