OLIVIERO BEHA
In pieno e quivi dichiarato conflitto di interessi (da chi avrò preso i cattivi esempi invece dei buoni consigli?), guardavo lunedì mattina sulla benemerita Rai Tre “Agorà” di Vianello che intervistava il giovane sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il “rottamatore”. E pensavo: certo, nuove leve ci vogliono, ma oltre all’ambizione personale ovviamente più che legittima che ha in testa quel giovane che anni fa piacque tanto a Berlusconi? Lunedì sera invece, e sempre su Rai Tre, guardavo Fazio, Saviano e Benigni tra il serio e il faceto su questo Paese a rotoli. Ridevo per Berlusconi e Ruby, Bossi e il cespuglio eccetera, assentivo ad Abbado contro i tagli alla cultura rispettando moltissimo Saviano, apprezzavo il modo di parlare di “cose serie” in prima serata certo che tra il lusco e il brusco grazie anche a un adeguato battage da vigilia santoriana il pubblico avrebbe partecipato. Come in forze ha fatto, i numeri sono numeri. Eppure c’era un gusto amaro d’angostura in tutto ciò. Che cos’era ? Possibile che non spartissi con gli eroi della resistenza contemporanea, in tv, sui giornali, in piazza, questa esultanza da fine regime appena un poco tragicomica, possibile che non vivessi pienamente la soddisfazione della barricata alla Balilla genovese? Allora ero proprio io l’atrabiliare da rottamare… Ieri però mi è venuto in aiuto il Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, tanto spesso rimpianto in questo quadriennio a torto o ragione, in confronto o in assoluto. L’ex governatore della Banca d’Italia, quindi non esattamente un’anima bella ignara di come va il mondo, ha detto tra l’altro in un’intervista a Radio 24: “…La stagione di Berlusconi non è finita perché ancora non ha preso prevalenza il riferimento fondamentale ai valori e alle istituzioni…”. E ha spiegato che “non è questione di alcuni singoli atti, ma di forma mentis che ancora non è tornata ad essere quella della classe politica…”. Per concludere che il cambiamento avverrà quando “avremo la capacità, la forza e il coraggio di guardare dentro noi stessi e riconoscere le pecche che attualmente abbiamo e cercare la forza per uscire dalla deriva in cui stiamo navigando”.
A parte la valutazione della classe politica precedente, di cui comunque quella attuale intesa come classe dirigente complessiva è insieme figlia e brutta copia, sulla quale francamente non me la sento di dar ragione a Ciampi (e il debito pubblico? è di oggi?), per il resto sono totalmente d’accordo. Hai voglia a colpi di Renzi, Benigni, Saviano e Vendola, qui il buco è sempre più grosso, è una voragine, un baratro. E’ anche vero che lamentarsi di tutti e sperare nella lampada di Aladino, in una bella strofinata per una nuova, improvvisa classe dirigente che rinobiliti la politica e l’economia, la destra e la sinistra, un civismo mai nato e una responsabilità polverizzata ecc., non porta a nulla. Ecco quindi la mia modesta, infinitesimale proposta: giudichiamo coloro che vogliono cambiare le cose e che tatticamente si stanno dimenando per farlo agli sgoccioli di un Sovrano sempre più nudo (hai capito che roba, Andersen contro il Caimano…), anche e sopratutto sul piano della strategia. Ma sì, tatticamente qualcuno più in gamba, più furbetto, più adatto alla bisogna, più “contemporaneo” si trova pure, e ne discutono tutti i giorni tutti i giornali, compreso questo. Ma ci fosse uno straccio di politico o sedicente tale che abbinasse alla tattica per domani la strategia per dopodomani… Ci fosse uno che ci dicesse quale futuro ha in testa per questo Paese, così da muovere l’anima di un popolo ormai “scaciottato” da uno stile di vita senza stile e con poca vita, adesso che per molti anche quello che la sostituiva, cioè il tenore di vita, sta scemando. Forza con la strategia, vediamo chi tesse più tela. Oppure anche per questo bisogna domandare a Benigni?
1 commento:
"Atrabiliare", cioè malinconico. Già l'uso questa voce dotta, che ho letto per la prima volta, mi dispone favorevolmente verso Beha, che apprezzo da molto tempo.
Ne condivido oggi il pessimismo, le valutazioni (ad es. su Matteo Renzi cosa ha in testa? Per me il vuoto), non mi pare congruo il richiamo alla classe politica precedente con riferimento alle dichiarazioni, condivisibili in toto, di Carlo Azeglio Ciampi. Vero è, me lo sono sempre domandato e adesso ho la conferma, che manca nell'opposizione, esterna al PDl ed interna allo stesso, una strategia, solo e sempre tatticismi quando va bene, il metro di valutazione dei politici che si propongono alla guida della nazione.
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