di ROBERTO BIORCIO e FABIO BORDIGNON
QUASI sei elettori su dieci, oggi, scommettono su una caduta del governo Berlusconi. Se ciò acuisce i sentimenti di insoddisfazione e disorientamento, il fermento che caratterizza il paesaggio partitico disegna scenari inediti: per quanto riguarda l'epilogo della legislatura, ma anche in chiave elettorale.
I dati dell'Atlante Politico, realizzato da Demos, segnalano come i giudizi positivi sull'esecutivo, in netta flessione dopo l'estate, siano rimasti sui livelli di settembre (30%). Si è invece ulteriormente contratto (- 5 punti) il gradimento del premier, ampiamente superato, nel suo stesso schieramento, da Tremonti (46%). In caso di caduta del governo, la maggioranza degli elettori chiede un ritorno immediato alle urne (49%). Per una porzione non trascurabile del campione intervistato, tuttavia, sarebbe preferibile formare un altro governo (39%).
L'esito di eventuali elezioni anticipate appare oggi meno scontato rispetto alle previsioni espresse, ripetutamente, negli ultimi due anni. Quasi metà degli intervistati ritiene ancora probabile una vittoria del centrodestra, ma un terzo del campione intravvede possibilità di successo per il centrosinistra. Questi cambiamenti non si traducono per ora in una crescita delle intenzioni di voto per il Pd (24,8%), mentre crescono i consensi per i suoi alleati: l'Idv (6,8%) e, soprattutto, Sinistra e libertà (6,6%). La progressione del partito di Vendola, che peraltro guida la classifica dei politici più apprezzati (48%), mantiene aperti i problemi sulla leadership della coalizione, caratterizzata proprio dalla competizione tra il segretario del Pd e il governatore pugliese - con quest'ultimo in vantaggio di qualche punto. Interrogata sulla strategia delle alleanze, la maggioranza degli elettori di centrosinistra opta per un fronte elettorale ampio, che spazi dalle forze di centro fino a quelle della sinistra radicale (54%). Ottengono minori preferenze sia l'ipotesi di una coalizione proiettata (esclusivamente) verso sinistra (29%), sia un progetto di alleanze limitato al centro (16%).
La possibile costituzione di un polo autonomo di centro - soluzione particolarmente gradita, peraltro, agli elettori dei partiti che si riconoscono in quest'area - sembra rendere lo spazio elettorale molto più concorrenziale. Le quotazioni della nuova formazione guidata da Fini appaiono in continua ascesa (dal 6,1% di settembre all'8,1%), attraendo ex-elettori del Pdl ma anche significativi consensi provenienti da altre aree politiche. Complessivamente (considerando anche Udc, Mpa e Api), l'ipotetico "terzo polo" raggiungerebbe oggi il 16%, con un incremento di tre punti negli ultimi due mesi. Ciò determinerebbe, indirettamente, il sorpasso del centro-sinistra (40,2%) ai danni del centro-destra (37,3%). Si tratta, naturalmente, di somme di intenzioni di voto per partiti appartenenti alle stesse aree: il quadro potrebbe cambiare in prossimità del voto, in relazione al tipo di coalizioni e ai leader che si confronteranno. Ma è la prima volta, da diversi anni, che si profila un cambiamento nei rapporti di forza fra le coalizioni.
(18 novembre 2010)
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