martedì 16 novembre 2010

Pisapia vince. Via alla resa dei conti interna


Davide Vecchi

Bersani chiede le dimissioni del gruppo dirigente: due rimettono il mandato, due si limitano ad assumersi la responsabilità

“Le dimissioni devono essere effettive e immediate, senza inutili balletti perché il nostro candidato sindaco, Giuliano Pisapia, ha bisogno dell’impegno di tutti noi”. Alessia Mosca, deputata lombarda del Partito democratico, è l’unica a tradurre in parole ciò che molti nel partito pensano. Il risultato più evidente delle primarie di coalizione a Milano è la sconfitta del Pd. Ha perso il candidato, Stefano Boeri, sostenuto anche con risorse umane e strutture del partito, che per due mesi si è privato del capo ufficio stampa regionale destinandolo alla campagna di comunicazione dell’architetto. Ha perso il comitato organizzatore: domenica alle urne si sono presentati 67 mila cittadini, contro gli 82 mila delle primarie del 2006 e i 100 mila previsti. Pisapia vince con il 45,36%, Boeri si ferma al 40,16%. I responsabili, secondo Mosca, Letta e buona parte del Pd locale e nazionale, hanno nome e cognome: Maurizio Martina, Roberto Cornelli, Francesco La Forgia e Pierfrancesco Majorino. Rispettivamente segretario regionale, provinciale, cittadino e capogruppo in Comune.
La vittoria di Pisapia ha scatenato un terremoto politico e, come se non bastasse, si è concretizzato un possibile terzo candidato sindaco: Gabriele Albertini, che oggi a Roma incontrerà Francesco Rutelli, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini.

La crisi del Pd non aiuta. Ieri in mattinata si è diffusa la notizia, poi in parte smentita nel pomeriggio, che Pier Luigi Bersani avesse invocato le dimissioni dei quattro. Ma alle 11, in conferenza stampa, solo Cornelli e La Forgia si sono limitati a “rimettere il mandato” al partito. Majorino e Martina si sono “assunti la responsabilità”. Tra lo sconcerto dei presenti. Inutile l’intervento di Filippo Penati a calmare gli animi. Mosca ha deciso di rompere il silenzio. “Ognuno accetti le conseguenze del suo operato subito”. Le fa eco un componente lombardo della segreteria nazionale: “Qualche testa deve saltare subito, per dare un segnale forte. Anche solo Laforgia, ma dobbiamo reagire ed evitare di perdere tempo regalando di nuovo la città al centrodestra”. Il malessere, del resto, è antico: le due sconfitte consecutive di Penati in Provincia nel 2009 e in Regione nel 2010 sono state archiviate senza conseguenze. E bruciano ancora. E’ la resa dei conti. Ieri sera, durante la segreteria provinciale, Davide Corritore, con altri, ha invocato le dimissioni immediate. Non si può lasciar correre anche il fallimento delle primarie. “E non possiamo aspettare riunioni di segreterie. Che siano tra una settimana o un giorno. Dobbiamo dare un segnale immediato”, ripeteva Alessia Mosca quasi fuori di sé arrivando alla conferenza stampa di Pisapia, indetta un’ora dopo da quella dei vertici locali del Pd. Mosca non entra. In sala, l’avvocato, cerca di tenere insieme i pezzi. Sa che una crisi interna ora sarebbe controproducente. “È importante non disperdere le energie, dobbiamo costruire tutti insieme una grande coalizione capace di parlare a tutti i cittadini”.

Guarda avanti, Pisapia. “Dovremo parlare anche con l’Udc, ribadisco che il problema è quello di ricostruire l’unità di tutto il centrosinistra”, dice. E fa l’occhiolino al Pd: “Il calo dei votanti è dipeso anche dall’assenza di alcuni partiti e dalla chiusura anticipata dei seggi”. Martina ascolta. Seduto nelle ultime file, viene intercettato uscendo: “Sosteniamo Pisapia”. Mentre Cornelli sembra remare contro: prima bolla Valerio Onida come “settantenne rottamatore”, poi attacca l’Idv minacciandolo di rimanere fuori dall’alleanza. Pisapia non commenta, allarga le braccia e sorride. “Insieme possiamo vincere”, ripete come un mantra.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

TROPPO TARDI, BERSANI! HAI ACCREDITATO UN'IMMAGINE DEL TUO PARTITO CHE PIU' PERDENTE NON PUO' ESSERE!