martedì 16 novembre 2010

"Un segnale per il centrosinistra non si vince aprendo a Fini"


ANGELO AQUARO

NEW YORK - Nichi Vendola guarda a Milano dalla California e già sogna di ricostruire l'Italia con in mente il modello Puglia. "Io l'ho già fatto, ho già aperto all'alleanza al centro, a chi ci sta a lavorare sui contenuti. Ma nessuna cooptazione del campo avverso. Sarebbe ingeneroso per prima cosa nei confronti di Gianfranco Fini" dice il governatore della Puglia volato a Davis su invito del "collega" Arnold Schwarzenegger per partecipare a una conferenza sull'ambiente. Proprio mentre in Italia i finiani escono dal governo e Giuliano Pisapia vince le primarie di Milano.

Che cosa c'entra la svolta di Milano con l'atteggiamento verso Gianfranco Fini?
"Fini cerca una fuoriuscita da Berlusconi ma per fondare una destra europea laica e moderna. Il segnale che ci arriva da Milano è opposto: è la richiesta di rimettere in campo finalmente la sinistra".

Dica la verità: non se l'aspettava.
"È stata una gara bellissima, tutte candidature importanti, sono contentissimo anche per Valerio Onida. Non conoscevo la città ma Milano è stata splendida, ha ritrovato la coesione di un paesone, sì, un bellissimo paesone. Giuliano Pisapia ha saputo riassumere quest'anima trasversale alle classi, l'avvocato di trincea che diventa avvocato di tutti, l'impegno privato che diventa pubblico, civile".

Un segnale per il Paese?
"Un segnale in primo luogo per il centrosinistra. Le primarie si confermano un passo importante, guardiamo al dato quantitativo, la voglia di partecipazione malgrado i seggi limitati, quasi tutti all'aperto, in una giornata per giunta piovosa. Settantamila elettori che si mettono in fila sono una bellissima notizia in tempi di pieno rifiuto della politica, di rigetto di questo spettacolo".

Sarebbe questa la sorpresa? La voglia di sfida e confronto anche a sinistra?
"Sicuramente non sono stato io a esibirmi nel gioco delle interdizioni. A Milano come nel resto d'Italia. Io dico: partiamo dalla crisi, partiamo dai problemi, partiamo dai ghetti, dalle periferie, dai centri sociali. Ripartiamo dai programmi. Lasciamo scegliere la gente".

E che cosa dice Milano all'Italia?
"Dice che il Nord è anche questo, anzi è proprio il Nord a chiedere a voce alta di allargare la platea degli attori fondamentali, mettere in campo risorse nuove, giocare la partita con candidati outsider".

Ma allargare la platea non vuol dire allargare anche gli schieramenti? Perché chiudere preventivamente alle alleanze di centro e di destra?
"Io non ci sto a ragionare seguendo schemi che sembrano furbi e sono soltanto politicisti. Come si fa a non distinguere ciò che è destra da ciò che è sinistra?".

Scusi, ma l'obiettivo principale non è mandare a casa Berlusconi?
"Ma un conto è discutere le regole del gioco, rifare l'architettura istituzionale, discutere il superamento della porcata: è bene che questo accada, è bene trovare punti di equilibrio tra gli schieramenti".

Anche se si dovesse votare ora?
"Sono quindici anni che la sinistra perde perché ha rinunciato alla propria parte. Rimettiamo in campo la sinistra e poi alleiamoci sui contenuti. C'è una generazione da ricostruire, un paese dove bastano 12 ore di pioggia per affondare".

È venuto fin qui in California per parlare proprio di clima: la sua Puglia ha vinto il Premio solare europeo 2010 e il governatore Schwarzenegger le ha regalato questa platea. Come farà a spiegargli quello che sta succedendo in Italia?
"Ci vorrebbe un corso accelerato di psicopatologia della politica italiana. E non so se basterebbe. Ma è quello che stiamo pagando per congedarci finalmente dal berlusconismo".

Ricambierà l'invito? Terminator in Puglia...
"Questo sarebbe già più facile".

(16 novembre 2010)

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