martedì 16 novembre 2010

La vera faccia degli anti-italiani


CARO direttore, l'articolo da voi pubblicato ieri "La Nazione dei perdenti" merita una risposta che sento il dovere di dare come Presidente della Ferrari e come italiano. La Ferrari ha commesso un grave errore e perso il mondiale all'ultima gara ma non abbiamo mai "abbassato la testa". Al contrario questa stagione, forse una delle più tormentate e difficili della mia gestione, porta il segno di una rimonta cercata, e in gran parte raggiunta, con straordinaria determinazione e sacrificio da tutta la squadra fino all'ultimo gran premio. La formula 1 è forse lo sport più complesso e competitivo al mondo. I fattori che devono funzionare in perfetto sincrono sono tantissimi: l'innovazione tecnologica, il pilota, la squadra, la strategia, la capacità di adattarsi a regole in continuo cambiamento ed anche una buona dose di fortuna.

Ci sono stagioni in cui tutto va nel verso giusto e stagioni in cui ci si trova a dover risalire una china avversa e a tratti scoscesa. L'importante è che tutta la squadra combatta unita fino alla fine. Cosi è stato quest'anno, cosi è sempre stato nelle ultime undici stagioni che hanno visto la Ferrari vincere quasi cento gran premi e conquistare 14 titoli tra mondiali costruttori e piloti battendo le case automobilistiche più importanti del mondo. Si rassicuri la signora Audisio, di perdente in Ferrari non c'è proprio nulla, meno che mai lo spirito delle persone che vi lavorano. Nella nostra lunga storia abbiamo sempre dimostrato di saper vincere e perdere con onore.

Quando facciamo degli errori, come in questo caso, li riconosciamo, li analizziamo e poi torniamo a guardare subito avanti in attesa della prossima sfida. Questo è da sempre il nostro Dna sia che si tratti delle competizioni sia che si tratti di costruire e vendere in 57 mercati le più belle macchine del mondo, tenendo alta l'immagine dell'Italia. Voglio cogliere l'occasione per ringraziare tutti i 2825 lavoratori della Ferrari per aver contribuito in maniera determinante ad un altro anno importante in termini di risultati sportivi e da record a livello industriale e di risultato economico.

Allo stesso modo, come italiano, da sempre impegnato nella difesa del made in Italy, trovo inaccettabile e falsa la tesi secondo cui siamo una nazione di perdenti. Al contrario l'Italia deve tutto alle tantissime storie di successo, grandi e piccole, di quegli italiani che combattono e spesso vincono nonostante le tante anomalie del proprio paese. Non mi riferisco solo agli imprenditori che sfidano una competizione internazionale sempre più dura, ma ai milioni di "italiani ignoti" che tutti i giorni nella pubblica amministrazione, nelle scuole, nelle università, negli ospedali, nelle fabbriche, nelle forze armate e di polizia fanno il proprio dovere a dispetto di tante difficoltà.

Purtroppo in Italia la vera anomalia è rappresentata da quel desiderio di autoflagellazione, questo sì da veri perdenti, che alligna in particolare in alcuni settori del dibattito pubblico che sembrano provare gusto nella denigrazione costante di ciò che di buono esiste in questo paese. Come abbiamo detto ieri c'è una grande Italia che non molla e combatte fino alla fine, spesso vince talvolta perde con onore, ma non si arrende. Ci sono piccole persone che fanno invece sistematicamente il tifo contro il paese e i suoi simboli. Per fortuna questi ultimi sono una minoranza, perché nonostante gli sforzi di qualche politicante in cerca di spazio mediatico, la nostra rimane una grande nazione.

(16 novembre 2010)

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