FILIPPO CECCARELLI
Dalla cena del lunedì di Arcore alla cena degli ossi di Calalzo la gastronomia del potere conviviale segnala uno spostamento che nessuna autorevole smentita riesce francamente a neutralizzare.
L'asse del Nord si ritrova platealmente a tavola per l'ormai tradizionale "magnada" all'hotel Ferrovia. Da queste parti il 18 agosto del 2008 il ministro Calderoli recò in dono al super collega dell'Economia la bozza del decreto sul federalismo fiscale. Quel giorno si festeggiava il compleanno di Giulio Tremonti e la privatizzazione della politica compiva un bel balzo verso l'intimità legislativa al sapor di polenta. Quindi in Cadore arrivò anche Bossi, terzo commensale istituzionale, e a illustrare l'atmosfera del dopo-pasto resta agli atti una gioiosa foto che a suo modo conferma un'intuizione di Brunetta: "Per carità, anche Tremonti è umano". Si vedono infatti Calderoli e il Senatùr che all'unisono tirano le orecchie al titolare del Tesoro, immortalato nella più conveniente espressione del genere buon viso a cattivo gioco.
Niente scandalo, comunque, e niente paura. L'odierna vita pubblica vive anche di euforie, goliardie, regressioni e segni di vario folclore che la "sinistra al tartufo", come dice Tremonti, e il progressismo "a cinque stelle categoria Luxuria", tende a sottovalutare, quando non le disprezza. E comunque: dopo la polenta e la tirata d'orecchio, varrà la pena di sottolineare che Bossi ha suggerito un'escursione turistica per raggiungere, sempre in zona, una reliquia, cioè un pezzetto della tonaca del beato Marco D'Aviano, il frate che nel 1683 contribuì a fermare l'invasione ottomana; e a proposito del quale ai telespettatori e ai contribuenti italiani verrà prossimamente inflitto un colossal cinematografico non proprio amichevole nei riguardi dell'Islam.
Insomma, il Nord si dà da fare su vari piani. Ma almeno sul piano dell'amicizia personale, ma anche dello stile e ancora di più dei riti e dei simboli, che oggi prevalgono sulle idee e i progetti, non si può certo dire che fra Tremonti e i padani ci siano più molte differenze. Su questo aspetto il presidente Berlusconi starà certo facendo le sue valutazioni. Così come non gli sarà sfuggito che nell'estate 2003, per disegnare l'impianto della devolution, i quattro saggi del centrodestra (Calderoli, Pastore, Nania e D'Onofrio) scelsero l'auto-segregazione in una scomoda baita di Lorenzago dove il Cavaliere non avrebbe mai messo piede.
Una specie di pensione di montagna con tanto di infissi d'alluminio anodizzato, che pure solleticarono la verve anti-snob di Tremonti, che in realtà ha una bellissima casa sul cui frontale sembra che campeggi addirittura lo stemma di famiglia: tre monti e due alberi. In quell'occasione fu sottolineato che la cittadina aveva ospitato le vacanze di Giovanni Paolo II, ma con la significativa omissione che nel vicino lago qualche anno prima aveva trovato la morte per annegamento il fratello prete del ministro Tony Bisaglia - e dire che proprio il primo e assai bravo biografo di Bossi, Daniele Vimercati, aveva ricostruito la vicenda in un libro: Gli affogati, Baldini&Castaldi, 1992.
Lungi l'idea di attribuire pregresse complicità dell'Asse del Nord nella triste e misteriosa fine di don Bisaglia. E tuttavia, per tornare agli inevitabili timori di Berlusconi, si avverte qualcosa di denso e insieme di inespresso nel rapporto che ormai da un decennio va stringendosi tra il mondo della Lega e il ministro dell'Economia. Una sensibilità che va oltre le convenzioni e le contingenze della politica, un nodo o forse un groviglio che in ogni caso tiene insieme l'invenzione della tradizione tipica di Bossi(
Gli sviluppi di questo genere di faccende sono, come sempre, imprevedibili. Ma se ci si ferma agli indizi di un certo passato, oltre alle cene, alle reliquie e ai riti del Cadore, viene anche da pensare, centinaia e centinaia di chilometri a ovest, alle cerimonie del capodanno celtico, il Samhain, in alta Val Tidone, località Pecoraia, provincia di Piacenza, dove da un paio d'anni a fine ottobre Umbertone e Giulietto hanno preso a festeggiare le zucche: e anche lì sono mangiate e bevute e scoprimenti di formelle di ceramica con crociati che uccidono draghi; e purtroppo non c'è la foto da mostrare a Berlusconi, o forse ce l'ha qualche militante locale, ma dice la leggenda che su una specie di altare i due impugnavano insieme un coltellaccio e insieme lo levavano come in un nuovo giuramento di Pontida.
(05 gennaio 2011)
1 commento:
Giuro che mi viene da vomitare.
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