venerdì 28 gennaio 2011

MASI SI FA MALE DA SOLO


Chiama in diretta ad Annozero e minaccia la chiusura Alla reazione di Santoro rimane senza parole

di Carlo Tecce

Telefonate, lettere, avvisi. In breve, minacce: “Leggendo la scaletta, vedo che ha violato il codice per la rappresentazione televisiva dei processi”. Una serrata offensiva di Mauro Masi per ostacolare Annozero, a poche ore dall'inizio, poi il direttore generale, ascoltata la tradizionale anteprima di Michele Santoro, interviene al telefono: “Chiamo per tutelare la Rai. Io e l'azienda ci dissociamo dal tipo di impostazioni di questa puntata e della scorsa: violano il codice di autoregolamentazione per i processi televisivi, principi legislativi, anche sollevati dal capo dello Stato”.

Il battibecco tra Santoro e Masi è (a tratti) comico. Con il dg che si rimangia la parola perché Santoro gli chiede: “Se sto violando qualcosa, lei mi dice di non fare la trasmissione? Di chiudere?”. Masi tentenna, bofonchia: “Potrebbe violare”. E il giornalista: “Anche lei potrebbe violare qualcosa”. Poi i due si danno una sarcastica “buonanotte”.

L'intervento del direttore generale è soltanto l'epilogo di una giornata di ordinaria guerriglia vissuta nella redazione di Annozero con ospiti che saltano e fax che trillano. Da una parte c'era il Pdl che cercava di cambiare in continuazione l'ospite in studio: prima il capogruppo Fabrizio Cicchitto, poi Niccolò Ghedini, poi ancora il ministro Angelino Alfano e infine il deputato Francesco Alessio Sisto, precettato e prescritto (a Santoro) da Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, soltanto a mezz'ora dall'inizio del programma. Annozero aveva invitato Cicchitto (che aveva accettato), ma ieri – con un gioco di rimpallo tra Rai e partito – il Pdl ha proposto Ghedini e Alfano, dimenticando di informare il ministro della Giustizia che, contattato dalla redazione per la conferma, giurava di non saperne nulla. Così la sedia prevista per un rappresentante del Pdl era vuota.

NON UN DRAMMA per il tanto decantato pluralismo: la settimana scorsa, per scelta, Santoro aveva il sottosegretario Daniela Santanchè, poi in fuga, e nessun deputato o senatore dell'opposizione. Ieri sera, mentre Santoro conduceva Annozero, il deputato Sisto s'aggirava dietro la scenografia dello studio.

E durante la pubblicità sbucava dietro i pannelli di cartapesta e chiedeva di entrare, ma Santoro l'ha ricacciato: “Non può. Non è un mio invitato. Lo riferisca a Bonaiuti e Berlusconi”. A quel punto, in allarme, Masi ha deciso di alzare la cornetta e censurare la condotta di Santoro con la trasmissione appena cominciata. Poi il direttore generale s'è giustificato alle agenzie: “Non potevo fare altrimenti perché avevo il dovere di difendere l'azienda dalle possibili conseguenze derivanti dalla violazione di quanto previsto dal Codice di autoregolamentazione. Negli ultimi mesi, e soprattutto negli ultimi giorni, ho più volte richiamato i responsabili editoriali al rigoroso rispetto. Ancora stasera, dopo aver preso visione della scaletta della trasmissione, avevo ribadito per iscritto al conduttore di Annozero la preoccupazione per un taglio del programma che metteva a rischio l'azienda da nuove sanzioni, anche economiche”. Questo significa, parafrasando Masi, che qualcuno dovrà inviare un esposto all'Autorità di garanzia nelle Comunicazioni (Agcom ), l'unica in grado di multare viale Mazzini.

E il balletto di ospiti del Pdl, non casuale, può spingere il partito di Berlusconi – come già accaduto qualche mese fa – a chiamare in causa l'Agcom. Con l'ennesima circolare, in settimana, Masi aveva cercato di imporre le claque arruolate dai politici al posto del pubblico in studio. Santoro ha rispedito al mittente. E la guerriglia continua.

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