Manca meno di una settimana al voto sui quattro referendum, ma rimane ancora in sospeso fino all'ultimo il quesito sul nucleare.
È noto: il problema dei referendum è il raggiungimento del quorum (in Italia non viene superato da 16 anni). E al di là delle indicazioni dei partiti (quasi tutto il centrosinistra è compatto per quattro sì mentre si registrano vari distinguo all'interno del Terzo Polo), il punto nodale è proprio come informare al meglio i cittadini.
Le critiche su questo punto arrivano da più parti, Pd in testa, per bocca di Roberto Zaccaria, ex-presidente della Rai: «Il Tg2 e il Tg4, nelle loro edizioni serali, hanno ignorato i referendum». E anche da Felice Belisario, capogruppo al Senato dell'Idv, partito promotore dei referendum: «Non accettiamo giochi di prestigio che scippino ai cittadini un sacro principio democratico».
Dal fronte delle opposizioni, ieri ha voluto far sentire la sua voce il pd Walter Veltroni, postando un commento su Facebook: «Quattro sì ai referendum contro un'Italia ad personam, come quella che piace alla destra».
Riccardo Nencini, segretario del Psi, confermando i suoi quattro sì, lancia anche un messaggio politico: «Questi referendum hanno un doppio valore: intrinseco, ovviamente, e i più importanti sono i quesiti sull'acqua e sul nucleare (nell'87 fummo noi i promotori del referendum). Ma dopo i risultati delle amministrative bisogna stare attenti: la prossima settimana potrebbe verificarsi la tempesta perfetta». Diversificata la posizione all'interno del Terzo Polo e anche all'interno dello stesso Fli. Benedetto Della Vedova, capogruppo alla Camera, polemizza con la posizione del segretario del Pd Bersani ricordandogli il suo ruolo di liberalizzatore, mentre un altro finiano come Fabio Granata non esita a dichiarare i suoi quattro sì.
Nel Pdl si fa sentire Anna Maria Bernini, portavoce vicario: «Le opposizioni vogliono snaturare il referendum e svilirne lo spirito costituzionale». Le fa eco Gianfranco Miccichè, leader di Forza Sud. «Non politicizziamo questi referendum».
Per Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl: «L'unica lobby infiltrata da potenti interessi mafiosi è quella delle pale eoliche e delle energie alternative». Contrastato dalla voce del presidente dei Verdi Angelo Bonelli: «L'accanimento del governo sul nucleare si spiega solo con gli enormi interessi economici che ruotano attorno all'affare atomico, oltre 30 miliardi di euro».
Alessandra Arachi
06 giugno 2011
lunedì 6 giugno 2011
Referendum, muro contro muro La Consulta decide sul nucleare
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