di Nicola Brillo
Il Veneto si scopre terra ad alto tasso di immigrati. E lo fa in una scuola dell’infanzia vicentina,
“La situazione non è una novità, da anni sono presenti immigrati e gli immigrati fanno figli – spiega al Fatto Quotidiano Sebastiano Campisi, segretario Cgil-Flc di Vicenza – ma occorre tener presente che questi bambini hanno cognome sì straniero, ma sono di seconda generazione. Se invece prendiamo in esame immigrati di prima generazione la quota si aggira sul 20%”. Bambini dunque che sono nati qui, frequentano coetanei e molto spesso parlano il dialetto vicentino. “Considerarli ‘stranieri’ è una scelta politica, ma la società va avanti, si evolve, la presenza di immigrati nella nostra regione è in continua crescita: i bambini sono cittadini di quel territorio”, prosegue Campisi.
L’integrazione prosegue, con alti e bassi. E i buoni esempi non mancano: gli studenti stranieri, che hanno fatto un percorso formativo del nostro Paese, si difendono bene tra i banchi di scuola. Durante i recenti esami di terza media, tra le quattro lodi assegnati dall’istituto, due portano un cognome straniero.
In “soccorso” al distretto scolastico 2 di Montecchio Maggiore arriva anche
Negli ultimi 20 anni il Veneto-locomotiva ha richiamato operai da tutto il mondo, diventando la terza regione in Italia per presenza straniera. Nell’ultimo censimento gli immigrati regolari nella regione sono 505mila (su quasi 5 milioni di abitanti), crescendo in maniera esponenziale dai 25mila del 1991. Una media del 10%, che in alcune zone diventa anche il doppio, come nel vicentino. Montecchio Maggiore è un Comune di 23mila abitanti, e oltre 4000 sono stranieri di ben 63 differenti nazionalità. Stessa realtà anche nel vicino distretto di Arzignano Chiampo, terra delle concia e delle fonderie, dove lavorano moltissimi operai stranieri.
In prima linea per l’integrazione ci sono gli educatori, docenti e operatori, che lavorano nelle 140 scuole della provincia di Vicenza. E negli istituti si sperimentano piani di offerta formativa differenti, per rispondere alle diverse realtà. Ma proseguire è sempre più difficoltoso. “I tagli alla scuola hanno distrutto un modello – conclude il sindacalista – e il Governo sta distruggendo la scuola per gli studenti stranieri e per gli italiani”.
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