venerdì 25 novembre 2011

Vitalizi, il Senato li mette al bando a partire dalla prossima legislatura


Assegni vitalizi addio, almeno per i senatori del futuro. Il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama, con a capo Renato Schifani, ha deciso all'unanimità il superamento dell'attuale e contestatissimo sistema, che scatta dopo appena cinque anni di mandato. Ed è facile immaginare che una decisione analoga sarà presa, al più presto, anche dai colleghi della Camera (Fini si è già detto favorevole al taglio e l'ufficio di presidenza sta già lavorando alla proposta). La novità, però, riguarderà solo i parlamentari eletti a partire dalla prossima legislatura. Non saranno dunque toccati i diritti acquisiti.

La decisione rispecchia quanto già votato dall'aula del Senato nei mesi scorsi, con alcuni ordini del giorno. E si sono dichiarati a favore i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. Ma non era possibile modificare anche il regime del vitalizio per i senatori ancora in carica o per gli ex, come buona parte dell'opinione pubblica auspicava? "Giuridicamente non eravamo competenti", risponde
Benedetto Adragna, questore a Palazzo Madama eletto nelle liste del Pd, "si sarebbero intaccati diritti acquisiti. Comunque abbiamo dato un segnale, abbiamo avviato una serie di tagli che continueranno nei prossimi anni. Cerchiamo di essere in sintonia con il nuovo corso di sacrifici che dovrà affrontare il Paese".

Quale sistema sarà applicato ai senatori, d'ora in poi, per la pensione? "Non l'abbiamo ancora stabilito - spiega Adragna - perché di questo dovremo discutere con i nostri colleghi della Camera. Non è concepibile un regime diverso, per deputati e senatori. Ritengo comunque che bisognerà adeguarsi al sistema vigente per il resto dei cittadini, quindi quello contributivo, con la possibilità da parte degli onorevoli di scegliere una pensione integrativa. E anche l'età a partire dalla quale potrà essere percepito l'assegno dovrà essere identica a quello del resto della popolazione. Quindi, se salirà a 67 anni, dovrà adeguarsi anche per noi".

Quella sui vitalizi non è però l'unica decisione presa dal Consiglio di presidenza del Senato. Ci sono novità anche sul piano della spending review, per tagliare i costi di palazzo Madama. E' stata revocata una gara già indetta, quella per la tipografia, con l'obiettivo di risparmiare un milione e mezzo di euro riducendo il numero di copie attraverso la digitalizzazione.

Stessa logica anche per i servizi assicurativi, che riguardano sia i senatori che i dipendenti di palazzo Madama. "Avevamo previsto una spesa di 9 milioni e 300 mila euro per il triennio - spiega Adragna - valida per tutte le ipotesi del ramo danni e infortuni. Abbiamo deciso di fare una gara per il valore massimo di 6 milioni 450 mila euro. Ci siamo arrivati eliminando una serie di garanzie che facevano aumentare il prezzo".

"A giugno - continua Adragna - avevamo deciso di puntare a un taglio pari all'un per cento della spesa. Siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo senza intaccare i fondi di riserva, ma risparmiando sui costi dei servizi: dalla comunicazione istituzionale (oltre un milione in meno), ai servizi informatici (con un taglio di 700 mila euro), dalle spese sulla manutenzione (con una riduzione di 430 mila euro), ai beni materiali di consumo (247 mila euro), fino al ristorante".

Infine, è stata indetta una gara per i servizi bancari. "Finora - spiega Adragna - ci siamo affidati alla Bnl sia per la Tesoreria che per gli sportelli. Ora ci sarà una regolare gara d'appalto, con Bankitalia come consulente". Infine, stop al turnover. "Nessuna nuova assunzione per tutto il resto della legislatura".

(24 novembre 2011)

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