lunedì 12 dicembre 2011

Il racconto in aula: "Ruby ad Arcore in cene con sesso a pagamento"


PAOLO COLONNELLO

Tra Ruby «che si prostituiva» e ragazze in pose saffiche nelle stanze di Acore, oltre alla foto ormai famosa del 24 ottobre 2010 con il letto sfatto nella stanza del Cavaliere (a testimoniarlo un suo ritratto incorniciato da giovane), c'è poco da lasciare all'immaginazione nel processo che vede Silvio Berlusconi imputato di concussione e prostituzione minorile, ripreso ieri nell'aula della quarta sezione penale. Anche se la sua difesa, rappresentata in aula dall'avvocato Niccolò Ghedini, tende ovviamente a ridimensionare: «Si tratta di effusioni modestissime....».

Eppure ancora non si è entrati nel vivo, nel senso che anche ieri l'udienza in realtà è stata dedicata alla ricostruzione tecnica dell'indagine con le testimonianze dei poliziotti che hanno condotto l'inchiesta. Emergono però i temi caldi del dibattimento che verranno affrontati in futuro dai e dalle protagoniste delle "cene eleganti" dell'ex Presidente del Consiglio
: dai pagamenti nelle famose buste gialle, alle descrizioni dei "bunga bunga".

«Ruby era presente a cene con sesso a pagamento», ha raccontato il vicequestore Marco Ciacci, concludendo la testimonianza cominciata la scorsa udienza davanti al collegio della quarta penale. «Emergono dall'inchiesta - aveva detto Ciacci - elementi convergenti che collocano la ragazza,
Ruby Karima, in un contesto di eventi e cene in cui si consumavano atti sessuali a pagamento». Ciacci, rispondendo alle domande del pm Antonio Sangermano, ha anche sottolineato che all'epoca degli eventi, Ruby «era minorenne» e che le indagini sui presunti rapporti sessuali con l'ex premier partirono dopo le dichiarazioni a verbale rese da Caterina Pasquino, l'ex coinquilina della giovane marocchina che poi la denunciò per il furto di 3000 euro, e di Giuseppe Villa, imprenditore e titolare di un bar. Una partecipazione alle cene di Arcore, «ricostruita con le intercettazioni e da molteplici conversazioni telefoniche, tra cui una di Ruby con Luca Risso (il suo fidanzato) del 6 ottobre 2010».

Ciacci ha spiegato che dopo la famosa notte del 27-28 maggio 2010, quando Ruby venne rilasciata dalla Questura, la "presidenza del consiglio" non intervenne più, neppure quando la ragazza, fermata nuovamente in seguito a un furibondo litigio con la prostituta brasiliana che l'aveva ospitata (la stessa che per prima avvisò Berlusconi), dovette per tre volte ricollocare Ruby in altre comunità. Da giugno - ha chiarito il vicequestore - a "interessarsi" della ragazza fu Lele Mora che, come si ricorderà, provò anche ad "adottare" Ruby.

Di foto e di soldi ha parlato invece il secondo testimone, il Vicequestore Giorgio Bertoli. «È emerso - ha detto - dai sequestri e dalle perquisizioni svolte negli appartamenti di alcune ospiti di via Olgettina». Analizzando l'agenda sequestrata a
Iris Berardi, il vicequestore Giorgio Bertoli ha spiegato alla Corte come la giovane brasiliana avesse appuntato cifre in euro incassate nei primi sei mesi del 2010. In tre occasioni, la Berardi cita il nome "Papi", con a fianco la cifra duemila euro. Le date dei versamenti coincidono con la presenza della Berardi nella residenza di Silvio Berlusconi ad Arcore. Dove, durante le cene, sono state «fotografate effusioni tra donne». Il Vicequestore si è riferito, in particolare, al rinvenimento di immagini sul telefono di una delle ospiti, Ioana Visan.

Secondo i riscontri informatici effettuati sul cellulare, quella foto sarebbe stata scattata agganciandosi a una cella telefonica nei dintorni di Arcore. E già che siamo in tema,
Iris Berardi, una delle più assidue ospiti del Cavaliere, ha raccontato il poliziotto «è stata anche immortalata vestita da Babbo Natale in abiti succinti». Barbara Guerra è stata invece fotografata con una divisa da poliziotta e delle manette in mano. Contestata dalla difesa la certezza che le foto fossero state scattate a Villa San Martino. Il processo è stato aggiornato al prossimo 27 gennaio.

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