di Michela
Buono
Torino, 24/09/2011
Lettera a due amici scomparsi: Micetta e Rocky
Comincio da chi ho conosciuto per primo.
Rocky
Ti ho visto la prima volta in un freddo e grigio giorno
di gennaio a Comacchio di sette anni fa. Ti aveva preso da poco Egidio ed io
morivo dalla voglia di conoscerti.
Eri tanto piccolo e discolo, ma tra noi fu un amore a
prima vista.
Ricordo che eri sdraiato per terra, su uno straccio ed
io protestai con Egidio, dicendogli che ti saresti ammalato di reumatismi.
Così, il giorno dopo, eri seduto comodamente su una
poltroncina adatta a te.
Le poche volte che sono venuta a Comacchio, ti vedevo
sempre più grande.
Tu mi riconoscevi subito, anche se erano passati dei
mesi e mi saltavi intorno facendomi tante feste, intuivi che ti volevo bene.
Quante corse sui prati di Spina, ricordi Rocky?
Io mi nascondevo e tu, appena ti apriva la porta Egidio,
correvi a cercarmi.
Quante
carezze ed abbracci!
Poi, tornata a Torino, quando telefonavo al tuo padrone,
ecco che tu, sentendo la mia voce, scodinzolavi e volevi afferrare la cornetta,
come per dirmi di tornare presto da te, perché ti mancavo.
A volte Egidio mi diceva: ” Se un giorno non potrò più
accudire Rocky, te lo porterò a Torino!”
Magari l’avesse fatto!
Poi, nel novembre del 2007 l’amicizia tra me ed Egidio
si è interrotta bruscamente e questo ha comportato un addio anche per te
Rockino (così ti chiamavo io).
Ho sofferto tanto, ero legatissima a te, ma, per
consolarmi, mi dicevo che tu avevi tante persone che ti volevano bene.
Oltre ad Egidio, c’erano i suoi tre figli ed i sei
nipotini che impazzivano per te.
Così sono passati gli anni.
In quest'estate torrida
la domenica del 26 giugno è
scomparso Egidio.
La notizia me l’ha data per telefono la figlia Loredana.
Subito il pensiero è corso a te, Rocky.
Ho chiesto dov’eri e Loredana mi ha risposto che tu eri
morto alcuni mesi prima, a marzo.
Sono rimasta di pietra, il sangue si è gelato nelle
vene.
Con un filo di voce ho chiesto com'eri morto e lei,
tranquillamente, mi ha detto:
“Sai Michela, quando alla fine dell'anno abbiamo capito
che nostro padre era spacciato e gli restava poco da vivere, in famiglia
abbiamo deciso di dare Rocky ad una cognata di un’amica di famiglia…………… che
l’ha messo in una tenuta insieme ad altri cani…………….lì stava
bene………………Purtroppo a marzo gli è venuto un blocco intestinale ed è morto.
A papà non abbiamo detto nulla….”.
A quel punto ho risposto:” Potevate dirmelo, prima di
darlo via come un oggetto inutile, sarei venuta a Comacchio e l’avrei portato a
vivere con me, sapevate quanto l’amavo”!
Quella notte, Rocky, non sono riuscita a dormire, ero
sconvolta pensando alla tua fine.
Tu non sei morto di malattia, ma di crepacuore.
Quando ti sei trovato solo, abbandonato da tutti, in un
posto sconosciuto, senza la tua casa, tra gente che non conoscevi, che non ti
degnava di una carezza, di un sorriso, il tuo cuore non ha resistito.
E come avrebbe potuto?
Ti sei sentito tradito, abbandonato, tu che non avevi
fatto nulla, tranne che amare tantissimo il tuo padrone e dal quale eri stato
tanto amato.
Con gli occhi dell’amore ho immaginato le tue giornate.
Immobile, trascorrevi le ore spiando l’orizzonte, ogni
giorno più triste, nella speranza di vedere arrivare Egidio o i suoi familiari,
per prenderti e riportarti a casa.
Ma hai atteso invano, e, dopo tre mesi, hai preferito
morire piuttosto che vivere con quell’angoscia nel cuore.
Vanno bene anche
per te gli stupendi versi della poesia: “Il 5 maggio”:
“ Oh, quante volte, al tacito morir d’un
giorno inerte……
Stette, e i dì che
furono l’assalse il suvvenir.
E ripensò…………..
Forse a tanto
strazio cadde lo spirto anelo e disperò; ma valida venne una man dal cielo, e
in più spirabil aere pietosa il trasportò”.
Ti ho conosciuto ad agosto di tre anni fa. Eri tanto
piccola e graziosa, avevi circa tre mesi.
Ricordo che la prima cosa che pensai guardandoti fu:
“Che strana coincidenza! Assomiglia tantissimo a Catarinella (la mia gattina
dell’infanzia), spero che abbia una vita migliore della sua”, ma, purtroppo,
non è stato così.
Volevo portarti con me a Torino, ma i miei familiari non
vollero, dicendo che il viaggio ti avrebbe causato un grosso stress. Inoltre
stavi in compagnia dei tuoi genitori ed era una crudeltà strapparti ad essi.
Così, sebbene a malincuore, non ti ho preso con me ( ed
oggi sono amaramente pentita).
Ogni volta che venivo a Gallo, ecco che ti trovavo
sempre lì.
Al mattino, poi, era bello aprire la porta e vederti
pronta ad attendere il latte.
Eri dolcissima, timida, affettuosa.
Quest’anno sono venuta a maggio e tu eri tutta presa dai
tuoi quattro figli, piccolissimi e bellissimi, di vari colori.
Avevo deciso di sterilizzarti, anche perché nel cortile
eravate in tanti e zio Mimì protestava continuamente vedendo tanti gatti ( ed
anche un cane!).
Una mattina ti ho visto sdraiata su un vaso.
Ti ho chiamato, ma
tu non hai risposto.
Preoccupata, mi sono avvicinata e con orrore ho visto
una chiazza di sangue accanto a te.
Avevi la coda spezzata e sanguinante.
Disperata ho chiesto se c’era un veterinario vicino, ma
nessuno mi sapeva dare informazioni utili.
Ho telefonato alla mia amica Caterina e sua sorella
Rosetta, che possiede un cane, mi ha
dato l’indirizzo del suo.
Ti ho messo, con tanta cura, in una scatola e con Felice
sono corsa a Nola.
Quel Veterinario, però, apriva tardi, così, seguendo il
consiglio di un passante, siamo andati da un altro dottore che, fortunatamente,
aveva già aperto lo studio.
Appena visitata ha detto che la situazione era seria ed occorre
farti analisi e radiografie.
Ti ha poi messa in una gabbia e tu giacevi tranquilla,
nonostante il forte dolore che provavi.
A quel punto mi sono ricordata dei quattro gattini che
avervi lasciato senza mangiare sul terrazzo.
Così, chiedendo aiuto alla signora Rosa (amante come me
degli animali), siamo riusciti a prenderli ed a portare anch’essi dal
Veterinario.
Appena messi in gabbia con te, subito li hai annusati e
offerto loro le mammelle per farli nutrire.
Eri una mammina premurosa ed attaccata ai suoi piccoli,
un esempio per tante mamme “umane” che non amano i propri figli ed a volte
arrivano perfino ad ucciderli.
Gli animali ci danno lezioni di amore, dedizione,
attaccamento, che neanche ci sogniamo, noi che ci crediamo superiori a loro!
Il medico ha affermato che occorrevano alcuni giorni e
poi avrebbe provveduto all’amputazione della coda.
Per i piccoli nessun problema, avrebbe trovato lui delle
sistemazioni.
Pagato il conto, l’ho salutato e mi sono avvicinata alla
gabbietta.
Tu eri tranquilla e serena, con i tuoi piccoli accanto.
Ti ho fatto una carezza, un’ultima raccomandazione al
Veterinario e mi sono avviata per andare via.
Giunta sulla soglia ho sentito un forte miagolio.
Mi sono voltata e ti ho visto attaccata alla gabbia che
mi fissavi.
Sono ritornata indietro e ti ho fatto un’ultima carezza.
Poi, in auto, ho ripensato a quel tuo miao.
Ho creduto che era il tuo modo per trattenermi ancora
con te.
Ora penso invece che era il tuo addio.
Intuivi che non ci saremmo più viste e così hai voluto
salutarmi ancora una volta e dirmi grazie per quello che avevo fatto per te ed
i tuoi piccoli.
Poi, dopo essere stata operata e sterilizzata, dovevi
far ritorno a casa, mentre i tuoi figli sarebbero rimasti ancora dal medico per essere adottati.
Ho telefonato ad alcune amiche, ma nessuna aveva tempo
per passare a prenderti.
Quando ormai disperavo, ecco che mi sono ricordata di
Carmine Puca.
Gli ho telefonato e lui, sempre gentile e disponibile,
si è subito recato dal Veterinario e ti ha presa, portandoti nel cortile dove
eri nata e vissuta, a Gallo.
Ero felice, la terribile avventura per te era finita. Le
signore che abitavano lì si sarebbero prese cura di te.
Dopo qualche settimana ho telefonato al Veterinario per
sapere come stavano i gattini e lui mi ha comunicato che, purtroppo, due erano
morti.
Ho pianto tanto.
Il medico ha affermato che aveva fatto tutto il
possibile, ma un virus li aveva stroncati.
Io penso invece che, essendo ancora piccini, avevano
bisogno del latte della loro mamma, e, non avendolo più, non sono riusciti a
sopravvivere.
Ogni tanto telefonavo alla signora del cortile e lei mi
tranquillizzava dicendomi che ti stavi riprendendo, mangiavi e diventavi sempre
più bella.
Il troncone della coda si era irrobustito e sembrava un
piumino delizioso.
Un mese fa, la terribile notizia.
Ti hanno trovata, di mattina, distesa nel cortile,
morta, certamente nella notte.
Nessuna macchia di sangue, gli occhi chiusi.
Cosa sarà successo?
Secondo il Veterinario ( a cui ho telefonato per
chiedergli un parere) ha mangiato un topo avvelenato.
Dovrei rassegnarmi a quest’ipotesi, ma, di tanto in
tanto, una domanda si affaccia alla mia mente:
Disgrazia, fato, o qualcuno ti ha voluto sopprimere?
Non lo saprò mai.
La tua morte è stato un altro duro colpo, dopo la
notizia di Rocky e dei tuoi gattini.
Eri giovane, carina, amata, non davi fastidio a nessuno,
perché sei morta?
Era bello per me sapere che quando arrivavo a Gallo ti
vedevo accanto alla porta del mio alloggio, ora so che sarà molto triste non
trovarti più.
“E’ morta sola”, mi ha detto la signora al telefono, le
stesse parole che mi aveva detto Loredana riguardo alla fine di Rocky
“Era solo, quando è morto, se ne sono accorti al
mattino”.
Ma è veramente così?
E chi può avere la certezza di ciò?
Io, invece, credo che Rocky e Micetta non erano soli
quando hanno lasciato questo mondo.
Come non erano e non saranno mai soli tutti gli animali
che in ogni angolo di questo mondo muoiono ogni giorno a causa della crudeltà
degli uomini, per maltrattamenti, sevizie,
malattia, freddo, fame, sete, stenti.
Il papa Paolo VI° ha affermato che anch’essi hanno
un’anima, perché sono tutte creature di Dio.
E Dio non li
lascia soli nel momento estremo.
Forse qualcuno inorridisce leggendo che io dedico i
versi scritti per Napoleone a due poveri animali, ma, come scrisse il Principe
Antonio De Curtis, in arte Totò, la morte è una “livella”, perciò, una poesia
scritta per un grande Uomo può adattarsi benissimo anche a loro:
“Il Dio che atterra
e suscita,
che affanna e che
consola,
sulla deserta
coltrice
accanto a (lui) loro
posò”
Michela
2 commenti:
Questi 2 racconti mi hanno commosso!!.....caro Luigi ti auguro Un Buon e sereno Natale!!
BaciottiNatalizi by Pixia!!
Sono sicuro che Michela sarà contenta.
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