di Marco Travaglio
Pensavamo, ingenuamente, che il governo
tecnico fosse lì per “salvare l’Italia” con poche misure di pronto soccorso.
Invece, a sentire gli annunci e le interviste del premier e dei suoi ministri
sui giornali e nei talk show (a proposito: non avevano detto che non avrebbero
fatto annunci né dato interviste né frequentato talk show?), pare che vogliano
riformare tutto il riformabile: welfare,
pensioni, stipendi, statuto dei lavoratori, grandi opere, fisco, giustizia,
carceri, sanità, università, scuole, asili, anche nidi.
Una delle più loquaci è la Guardasigilli Paola Severino, che annuncia a Repubblica addirittura una legge anticorruzione. Non prima
di una “revisione delle procedure decisionali e di gestione”, affidata
all’immancabile “tavolo di confronto per la semplificazione dei rapporti tra
Pubblica amministrazione e impresa”.
Roba che, a fare
presto, richiede almeno un piano quinquennale. Senza contare che quella della legge anticorruzione è
diventata una gag, meglio del Sarchiapone, visto che tutti i governi che Dio
manda in terra, da che mondo è mondo, ne annunciano una e poi se ne guardano
bene.
Noi comunque prendiamo in parola la Severino e diamo per
scontato che lo stesso Parlamento che fino all’altroieri dichiarava Ruby nipote
di Mubarak, salvava Cosentino, Milanese, Romano e votava leggi pro-corrotti, si
convertirà in articulo mortis e con agile piroetta voterà leggi anti-corrotti.
La sola proposta che la ministra anticipa è “una nuova
fattispecie di corruzione, quella ‘privata’ all’interno delle imprese”. Non
vorremmo deluderla, ma il reato di
corruzione fra privati è già previsto dalla Convenzione internazionale sulla
corruzione che tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa firmarono a
Strasburgo nel lontano 1999: dopodiché tutti gli Stati membri la ratificarono,
tranne l’Italia.
Per informazioni, la Severino può rivolgersi ad Augusta Iannini in Vespa, che staziona
al ministero di via Arenula dal 2001, sopravvissuta a Castelli, Mastella,
Alfano e Palma senza mai sfiorare quella convenzione con un dito.
L’altro giorno s’era sparsa la voce che la Severino l’avrebbe
sostituita. Magari. Invece l’ha puntualmente confermata a capo dell’ufficio
legislativo.
Ottima scelta per un ministro che dice di voler “uscire dalla
logica delle leggi ad personam”: proprio quelle che la signora Iannini ha contribuito a scrivere senza mai un conato
di vomito: falso in bilancio, rogatorie, Cirami,
ex Cirielli, senza contare quelle incostituzionali fulminate dalla Consulta
(Schifani, Alfano, Pecorella, anti-Caselli).
Convertirla dalla pro-corruzione
all’anti-corruzione sarà dura, ma la
Severino ha il piglio giusto per riuscirci. Nel qual caso le basterà prendere
la Convenzione di Strasburgo e copiarla paro paro: essa già punisce – come
avviene in tutto il mondo civile – non solo la corruzione fra privati (per
esempio, quando il capoufficio acquisti di un’azienda prende la stecca dal
fornitore per servirsi da lui, a prezzi più alti di quelli di mercato), ma
anche l’autoriciclaggio (l’Italia è l’unico paese occidentale in cui chi ricicla soldi
sporchi in proprio non commette alcun reato) e il traffico d’influenze
illecite (quando uno
si fa pagare in cambio della promessa di spendere le proprie entrature per
risolvere il suo problema).
Se poi la Severino volesse risparmiare tempo, l’anno scorso il
Fatto preparò con l’aiuto di giudici e giuristi un articolato di legge che prevede anche di unificare corruzione e concussione e cancellare catastrofi
come la Cirielli (la
legge del 2005 che dimezza la prescrizione creando la figura del colpevole
incensurato a vita, mentre intasa le carceri allungando inutilmente le pene ai
recidivi), la salva-evasori (1999) e la depenalizzazione di fatto del falso in bilancio (2002). È una riforma a costo zero,
anzi a introito sicuro, visto che intaccherebbe quell’enorme serbatoio di nero
che ammonta ogni anno a 70-80 miliardi per la corruzione e a 150 miliardi per
l’evasione. Poi farebbe crollare i costi delle opere pubbliche e incentiverebbe
le imprese straniere a investire in Italia. Se vuol fare sul
serio, signora ministra, sa dove trovarci.
3 commenti:
Questa volta Travaglio mi è piaciuto, entrando in campi che conosce benissimo.
Risponderà il ministro Severino?
Dovrebbe rispondere, se non l'ha ancora fatto.
Vorrei tanto che le donne al governo non deludessero: la sento come una questione molto assillante.
Anche a me piace Travaglio. Meno male che c'è!
Ciao Nou
Avrà letto e incassato.
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