venerdì 30 dicembre 2011

Terun? No mona




“Terun, Terun…” così Bossi ha apostrofato Napolitano, non contento ha fatto pure il gesto delle corna, per fortuna non è arrivato a mettere le mani sui genitali, forse non ha voluto esaurire subito tutte le argomentazioni teoriche… Naturalmente anche questa esibizione potrebbe essere liquidata con poche battute contrapponendo all’urlo celtico “Terun” il più classico inno veneziano: “Mona“. Come mai Bossi e Calderoli non fecero le corna e non urlarono “Terun Terun” quando Cosentino fu nominato sottosegretario?

In realtà gli assalti delle camice verdi, per ora solo verbali, hanno il solo scopo di tenere buona la base e di far dimenticare che, in questo ventennio, la Lega è il partito che è stato più a lungo al governo, occupando poltrone e seggiole di ogni tipo. Come se non bastasse la Lega ha bisogno di cancellare dalla memoria individuale e collettiva di aver svolto il ruolo del palo in tutte, ma proprio tutte, le peggiori imprese ideate e concluse dalla banda Berlusconi.

Sia come sia, ed anche al di là delle ingiurie rivolte a Napolitano, restano le minacce sulla futura secessione. Si tratta di un progetto eversivo, fuori dalla Costituzione, e per di più da perseguire, per usare le parole di Bossi “con ogni mezzo”. Cosa sarebbe mai accaduto se le stesse parole fossero state strillate durante una manifestazione del Popolo viola o di chiunque altro? Perchè si continuano a derubricar le minacce leghiste in “folklore padano”? La Costituzione vale solo per alcuni, esiste forse una lista degli esentati?

I leghisti hanno infine annunciato che, il 31 sera, non guarderanno in tv il discorso di fine anno di Napolitano, e su questo nulla dire, perchè ognuno è libero di guardare o non guardare quello che gli pare. Se possiamo permetterci di dare loro un consiglio  televisivo potrebbero invece riguardare le registrazioni di quella “deliziosa” seduta della Camera quando le guardie padane in Parlamento si alzarono compatte per difendere un povero vecchio presidente del consiglio costretto ad alzarsi con il catetere in mano, nel cuore della notte per salvare dal carcere la giovane nipote di Mubarak.
Altro che Padania libera!

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