Sono due parole inglesi ad aver
segnato l’annus horribilis di Silvio Berlusconi: escort e spread.
Ma se dalla prima il Cavaliere è riuscito goffamente a difendersi per undici
mesi, coinvolgendo persino la Camera in un voto grottesco sulla valutazione
dell’inesistente parentela di una marocchina con Hosni Mubarak, la
seconda lo ha costretto in pochi mesi a lasciare Palazzo Chigi dopo anni di
immobilismo. Sfiancato per mesi dalle escort, massacrato in poche settimane
dallo spread.
Perché il mercato e la comunità internazionale sono difficili da rassicurare con slogan vuoti e apparizioni televisive. L’evidenza della crepa del ventennio berlusconiano va in scena in mondovisione il 4 novembre, durante la conferenza stampa finale del G20 a Cannes. E l’allora premier riesce nell’impossibile intento di peggiorare ulteriormente la sua immagine con una battuta da suicidio mediatico. “Mi sembra che in Italia non si avverta una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante. I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto”. Da qui comincia la settimana che porterà il Cavaliere il 12 novembre a salire al Colle per dimettersi. Con l’ingresso del Quirinale assediato da una folla di persone pronte a festeggiare e Berlusconi costretto a usare l’entrata secondaria, per nascondersi. Lui che ha sempre fatto di tutto per mostrarsi e apparire.
Perché il mercato e la comunità internazionale sono difficili da rassicurare con slogan vuoti e apparizioni televisive. L’evidenza della crepa del ventennio berlusconiano va in scena in mondovisione il 4 novembre, durante la conferenza stampa finale del G20 a Cannes. E l’allora premier riesce nell’impossibile intento di peggiorare ulteriormente la sua immagine con una battuta da suicidio mediatico. “Mi sembra che in Italia non si avverta una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante. I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto”. Da qui comincia la settimana che porterà il Cavaliere il 12 novembre a salire al Colle per dimettersi. Con l’ingresso del Quirinale assediato da una folla di persone pronte a festeggiare e Berlusconi costretto a usare l’entrata secondaria, per nascondersi. Lui che ha sempre fatto di tutto per mostrarsi e apparire.
Si chiudono così quasi venti anni di
potere berlusconiano. In otto giorni, piegato dalla realtà negata per anni. Da
quella crisi che il governo ha finto di non vedere e mai ha affrontato,
continuando imperterrito a curare gli interessi personali del Cavaliere. Un
esecutivo che riesce a mangiare il panettone del 2010 solo grazie a un gruppo
di autoproclamati Responsabili comprati con la promessa di futuri incarichi, un
premier che si affaccia al 2011 con un’agenda in cui i principali impegni
dell’anno sono al tribunale di Milano. Inquisito, imputato, rinviato a
giudizio. E c’è una nuova indagine che lo coinvolge e che costringe la stampa a
sfiorare la pornografia per raccontare lo scandalo in cui Berlusconi è
protagonista assoluto: la vicenda Ruby. Serate a ritmo di bunga
bunga, con una schiera di ragazze pronte a tutto pur di avere un lavoro in tv o
qualche migliaia di euro. I “reclutatori” Emilio Fede e Lele
Mora, ma anche Nicole Minetti sono i coprotagonisti delle
nottate del premier ad Arcore. I particolari ricostruiti dagli inquirenti sono
imbarazzanti. Una sala da lap dance, soldi, macchine, gioielli regalati in
cambio di qualche spogliarello. E poi la minorenne Ruby Karima, marocchina
fuggiasca fermata per furto e portata in questura dove Berlusconi telefona con
insistenza per farla liberare perché, dice agli agenti, “è la nipote di
Mubarak”. Uno scandalo che non trova fine. Ogni giorno le indagini aggiungono
nuovi tasselli sempre più compromettenti per il premier. Ma lui nega. Tutto e
sempre.
Appare in tv. “È assurdo solo pensare
che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. È una cosa che
considererei degradante per la mia dignità”, dice il 16 gennaio, quando ancora
il Bunga Bunga era appena stato accennato. E quando, mesi dopo, si scoprirà che
attraverso il fidatissimo ragionier Giuseppe Spinelli (cassaforte
di Berlusconi) manteneva uno stuolo di ragazze in degli appartamenti in via
delle Olgettine, il Cavaliere cambia strategia e comincia a fare battute sulla
sua virilità e sulle ormai note olgettine. Personaggio chiave è Nicole
Minetti, consigliere regionale in Lombardia, nonché aspirante ministra. Lo
dicono le intercettazioni. Che raccontano tutto, troppo. E lo confermano le
ragazze che vengono sentite dai pm. Ma ad Ottobre il premier, ormai rinviato a
giudizio per concussione e prostituzione minorile, tenta di derubricare
il tutto a “cene eleganti”. Intervenendo al primo congresso del Movimento di
Responsabilità Nazionale, dei suoi salvatori Razzi e Scilipoti, dice:
“Nell’ultimo periodo hanno trasformato quelle che sono state cene eleganti
e divertenti a casa mia in cose indicibili. Io ho giurato che in casa mia non
c’è stato mai nulla di quello che hanno raccontato’”. Ma in molti lo hanno già
abbandonato e sono pronti a lasciare il partito. Che sta esplodendo tra liti
interne, ricatti e indagini che riguardano i vertici: Gianni Letta, Denis
Verdini, Renato Schifani, Mario Scajola. Ognuno ha
i propri “interessi”. Nessuno a loro insaputa.
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