lunedì 26 maggio 2008

“Why Not” fa cadere un’altra testa

www.margheritaonline.it
15 maggio 2005
Non ha fatto in tempo a diventare abbastanza noto, Simone Luerti, giudice di Milano, presidente dell’associazione nazionale magistrati da sette mesi.
Ieri Luerti s’è dimesso dalla carica e ora la magistratura associata deve scegliere un nuovo presidente che affronti il rapporto con il governo Berlusconi.
Luerti è stato colpito e affondato da un articolo di Marco Travaglio sull’Espresso, che rivelava di un incontro confidenziale a Roma tra il magistrato, l’ex ministro Clemente Mastella, il principale indagato dell’inchiesta «Why Not» ovvero Antonio Saladino e altri due esponenti di spicco di
Comunione e Liberazione.
Luerti era quel presidente dell’Anm che non ha speso una parola in difesa di Luigi De Magistris; le carte che lo mettono in cattiva luce vengono dall’inchiesta condotta dal magistrato di Catanzaro.
Ci sono volute cinque ore di discussione a porte chiuse. Ma alla fine, Simone Luerti, leader della corrente dei moderati Unicost, ha rassegnato le dimissioni. «Il senso di responsabilità verso l’intera magistratura - ha detto - e il desiderio di assoluta trasparenza mi suggeriscono di rassegnare le dimissioni al fine di evitare strumentalizzazioni e condizionamenti esterni».
Che c’entri Travaglio lo ammette lui stesso, recriminando per «articoli di stampa che hanno riportato informazioni incomplete e non approfondite, che si sono tradotte in un sostanziale travisamento dei fatti in danno dell’immagine del presidente dell’Anm e, di conseguenza, dell’Anm stessa».
Insomma se ne va sbattendo la porta, questo anomalo presidente dell’associazione magistrati. Anomalo innanzitutto perché estremamente bendisposto con il mondo della politica.
Non meravigliava, ad esempio, che nel giorno del successo di Berlusconi, mai troppo amato tra le toghe, Luerti annunciasse: «Siamo pronti al dialogo». E giù musi lunghi. E doppiamente anomalo perché era noto che Luerti fosse molto vicino al movimento cattolico Comunione e Liberazione. Il che non è usuale a palazzo di Giustizia.
La buccia di banana su cui Luerti scivola è una bugia che non ha retto alla prova.
In un primo articolo di cinque mesi fa, sempre Marco Travaglio sollevava la questione di Comunione e Liberazione, e poi l’amicizia con Saladino, cementata in Calabria negli anni Novanta dove uno era magistrato e l’altro presidente regionale della Compagnia delle Opere, collegando il tutto alla mancata solidarietà verso De Magistris.
Luerti in quell’occasione si difese goffamente dicendo che non vedeva Saladino «da almeno dieci anni». E invece no. Perché agli atti dell’indagine «Why Not» ci sono le agende dell’imprenditore calabrese, fatte sequestrare da De Magistris. E lì si legge che il 25 ottobre 2006, tredici mesi prima che divenisse presidente dell’Anm, in quattro - Luerti, Saladino, Ferlini (che è il numero due della Compagnia delle Opere) e Boscoletto (altra figura di spicco di Cl, impegnato sul versante della rieducazione dei detenuti) - si incontravano in via Arenula alle 11,30 per un appuntamento dal ministro alle 12. L’incontro insomma ci fu. «Ma fu del tutto innocente», dice ora Clemente Mastella. «Nulla di particolare. Era mio compito di ministro parlare con i magistrati. La concomitanza della presenza di Saladino fu del tutto casuale e non accadde nulla di importante». Saladino, spiega, era andato a perorare alcuni progetti di recupero di carcerati.
Restava però la bugia. E l’Anm ha preteso coerenza.
Sabato prossimo, il parlamentino dei magistrati deciderà il nome del nuovo presidente. Scontato che sarà un altro esponente di Unicost. Forse sarà il romano Luca Palamara, noto per essere stato uno dei pm che ha indagato su Calciopoli.

ADNKRONOS del 17 maggio 2008.
Luca Palamara è il nuovo presidente dell'Associazione nazionale magistrati. A nominarlo è stato il 'parlamentino' del sindacato delle toghe all'unanimità.
Palamara, pm a Roma e noto per la titolarità di innumerevoli inchieste tra le quali Calciopoli, ha 39 anni. Succede a Simone Luerti, che si è dimesso dopo le polemiche suscitate dalla notizia di un suo incontro con l'imprenditore calabrese Antonio Saladino, coinvolto nell'inchiesta 'Why not' e l'ex Guadasigilli Clemente Mastella.
Gli unici a non partecipare al voto sono stati i rappresentanti della corrente di Magistratura indipendente (la corrente di appartenenza di Simone Luerti,n.d.r.).
"Dobbiamo essere parte attiva nel dialogo con la politica per quanto riguarda le riforme che servono a migliorare il funzionamento del processo e della macchina giudiziaria", ha dichiarato Palamara nel suo primo discorso tenuto dopo la sua elezione .
Il neo presidente ha ringraziato il suo predecessore, Simone Luerti, che oggi si è dimesso ufficialmente e ha voluto sottolineare che la nuova giunta "si pone in segno di continuità con la precedente e ribadisce i punti fermi dell'unità delle problematiche giudiziarie e la necessità di tenere fermo l'attuale assetto del Csm soprattutto per ciò che riguarda la funzione disciplinare".
Tra i primi obiettivi indicati da Palamara quello di "recuperare il momento di disaffezione dei magistrati italiani verso l'Anm con un'azione trasparente".
Infine, il neo presidente eletto ha ricordato tutti i magistrati caduti nella lotta alla mafia e al terrorismo dedicando un pensiero speciale a suo padre.

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