sabato 30 agosto 2008

Garanti a modo loro



Marco Travaglio
L'Espresso
29 agosto 2008


Il Garante della Privacy ha stabilito che periti e consulenti tecnici non possono conservare informazioni acquisite durante l'incarico. Una decisione discutibile perchè le idagini si possono riaprire

I periti dei tribunali e i consulenti tecnici dei pm non possono più tenere nei loro archivi i dati e i documenti raccolti per un'indagine dopo che questa è terminata, ma devono restituirli ai magistrati o 'cancellarli'. Rigorosamente vietato "conservare, in originale o in copia, in formato elettronico o su supporto cartaceo, informazioni personali acquisite nel corso dell'incarico".

L'ha stabilito il Garante della Privacy con la delibera n. 178, pubblicata sulla 'Gazzetta ufficiale' il 31 luglio scorso. La decisione è molto discutibile: chiusa o archiviata un'indagine, se ne può sempre aprire un'altra se emergono elementi nuovi. E spesso è molto utile che il consulente conservi i dati vecchi per riusarli e incrociarli con quelli nuovi, senza dover ripartire da zero. Ora non si potrà più farlo. Chissà perché: le banche dati dei periti non presentano alcun rischio per la privacy, visto che questi sono pubblici ufficiali tenuti alla massima riservatezza.

Ma le perplessità aumentano se si guarda al relatore della delibera destinata a svuotare le indagini cancellando la memoria storica di tanti scandali: quella del vicepresidente dell'Autorità garante, Giuseppe Chiaravalloti. Ex magistrato, ex governatore forzista della Calabria, Chiaravalloti è indagato a Catanzaro per associazione a delinquere nell'inchiesta Poseidone del pm Luigi de Magistris (anche se il nuovo pm ha chiesto la sua archiviazione) e a Salerno per corruzione giudiziaria e minacce. Ora, si dà il caso che a entrambe le indagini abbia collaborato uno dei più celebri consulenti giudiziari d'Italia: il vicequestore Gioacchino Genchi, un mago nell'incrocio dei tabulati telefonici, già preziosissimo nei processi sulle stragi mafiose del 1992-93, più volte attaccato da politici e imputati, soprattuttoda politici imputati.


Ed è piuttosto curioso che a impartire le nuove direttive ai consulenti, lui compreso, sia proprio uno dei suoi 'clienti' più illustri. Possibile che il Garante Franco Pizzetti abbia designato proprio Chiaravalloti come relatore, in barba al suo plateale conflitto d'interessi? Forse la scelta è caduta su di lui per la competenza maturata in fatto di indagini giudiziarie (a carico). O magari per le sue doti profetiche. In una telefonata intercettata due anni fa con la segretaria, Chiaravalloti così parlava di De Magistris: "Questa gliela facciamo pagare. Lo dobbiamo ammazzare. No, gli facciamo cause civili per danni e ne affidiamo la gestione alla camorra napoletana... Saprà con chi ha a che fare... C'è quella sorta di principio di Archimede: a ogni azione corrisponde una reazione... Siamo così tanti ad avere subìto l'azione che, quando esploderà, la reazione sarà adeguata!. Vedrai, passerà gli anni suoi a difendersi". Infatti De Magistris è stato trasferito dal Csm lontano da Catanzaro. I pm che l'hanno rimpiazzato hanno subito revocato ogni incarico a Genchi. In compenso l'indagato Chiaravalloti continua imperterrito a vice-garantire la nostra privacy, e soprattutto la sua. E ora dà perfino gli ordini ai consulenti dei giudici. Giustizia è fatta.

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