sabato 30 agosto 2008

Intercettazioni, Prodi: «Nessun bavaglio ai giudici»


L'Unità
29 agosto 2008

No a una legge sulle intercettazioni che limiti i poteri di indagine attribuiti ai magistrati, «nessuna contrarietà» a che «tutte le mie telefonate siano rese pubbliche». Romano Prodi reagisce così alla pubblicazione di alcune sue intercettazioni relative all'inchiesta Siemens. «Vista la grande enfasi e, nello stesso tempo, l'inconsistenza dei fatti a me attribuiti da 'Panorama'- dice l'ex presidente del Consiglio, che - non vorrei che l'artificiale creazione di questo caso politico alimentasse il tentativo o la tentazione di dare vita, nel tempo più breve possibile ad una legge sulle intercettazioni telefoniche che possa sottrarre alla magistratura uno strumento che in molti casi si è dimostrato indispensabile per portare in luce azioni o accadimenti utili allo svolgimento delle funzioni che le sono proprie». «Da parte mia - conclude Prodi - non ho alcuna contrarietà al fatto che tutte le mie telefonate siano rese pubbliche».

La risposta arriva dopo che Silvio Berlusconi aveva espresso la sua solidarietà a Romano Prodi, dopo la notizia, pubblicata da Panorama, su intercettazioni in cui risulterebbero aiuti agli affari di due parenti dell'ex premier. «La pubblicazione di intercettazioni telefoniche riguardanti Romano Prodi, a cui va la mia assoluta solidarietà, non è che l'ennesima ripetizione di un copione già visto» ha affermato il Presidente del Consiglio in una nota, sollecitando il «Parlamento ad intervenire per evitare il perpetuarsi di tali abusi che tanto profondamente incidono sulla vita dei cittadini e sulle libertà fondamentali».

Solidarietà all'ex presidente del Consiglio arriva dal segretario del Partito democratico Walter Veltroni che attacca la presa di posizione della maggioranza: «Dal premier arriva solo una falsa solidarietà». Guarda caso, aggiunge Veltroni, «tali conversazioni, del tutto prive di rilevanza sul piano giudiziario, sono state rese note da testate appartenenti al gruppo di proprietà del presidente del Consiglio. Proprio Berlusconi - aggiunge il leader Pd - negli ultimi mesi, ha ostentato una speciale sensibilità sul tema delle intercettazioni e sulla loro pubblicazione, tanto che questa mattina ha sentito il dovere di esprimere vicinanza al suo predecessore con un comunicato diffuso da palazzo Chigi. Quale miglior occasione - conclude - per tornare a invitare il Parlamento a varare una legge che limiti i poteri di indagine dei magistrati?».

Anche per il senatore del Pd ed ex procuratore capo di Milano Gerardo D'Ambrosio: «Le intercettazioni su Prodi sono state pubblicate per indurre l'opposizione ad accettare l'inaccettabile. La limitazione del campo di applicazione delle intercettazioni - dice - farebbe rinunciare alla maggior parte delle indagini sulla corruzione».

Piero Fassino, ha espresso comprensione nel corso di una affettuosa conversazione telefonica, «per il vergognoso attacco ad opera di alcuni organi di stampa a lui e ai suoi più stretti collaboratori».

E sulle telefonate intercettate parla anche Fabio Mussi, ex ministro dell'Università e della Ricerca del governo di centrosinistra e presidente del Consiglio nazionale di Sinistra democratica. «I giornali di Berlusconi pubblicano con grande rilievo intercettazioni che riguardano Prodi. Sono testi senza dubbio giuridicamente irrilevanti, ma per ciò che riguarda me, e per amore di esattezza, voglio precisare pochi dettagli». Lo afferma Fabio Mussi, «Il professor Alessandro Ovi - spiega Mussi - dice in un'intervista che l'operazione di finanziamento speciale ad un centro di medicina rigenerativa di Bologna non fu possibile, mi sembra per difficoltà sorte al ministero dell'Università di Mussi. Confermo il suo ricordo». «La nomina di Claudio Cavazza a responsabile del settore di 'Nuove tecnologie della vita', nel quadro del programma Industria 2015 avvenne con il mio parere contrario formalmente espresso, con lettera del 5 febbraio scorso numero di protocollo 905, lettera nella quale invitavo il mio collega dello Sviluppo Economico a valutare profili di inopportunità derivanti dalla sua contestuale attività nel settore privato». «Vista infine - conclude Mussi - la pelosa solidarietà e la nuova furbastra campagna del centrodestra contro le intercettazioni, aggiungo che a mio parere le intercettazioni servono».

Le intercettazioni pubblicate da Panorama si riferiscono stralci a telefonate di Romano Prodi nel giugno del 2007, quando era presidente del Consiglio, e sono ora al vaglio della procura di Roma. I testi pubblicati dal settimanale, che ne dà notizia in una nota, riguardano tra l'altro conversazioni di Prodi con il suo consigliere Alessandro Ovi. L'ex premier replica con una dichiarazione nella quale prende atto delle anticipazioni di 'Panorama' e aggiunge: «Mi sembra evidente che vi si trattano fatti di nessuna rilevanza dal punto di vista sia giuridico sia penale». Nella nota di 'Panorama' si dice che nelle intercettazioni Prodi sollecita con Ovi «la ricerca di un socio di capitale per la società del nipote Luca», mentre si punterebbe a «sbloccare finanziamenti pubblici richiesti dal consuocero Pier Maria Fornasari o a cercare fondi per il nascente Pd».

Circostanze alle quali Prodi replica nella sua dichiarazione. «Come presidente del Consiglio - afferma - ho preso atto delle legittime richieste di una importante struttura scientifica della regione Emilia Romagna e, nel rispetto delle norme e delle leggi, ho chiesto agli organismi competenti di valutarne le istanze. Nella veste di zio, e quindi in forma assolutamente privata, ho ascoltato le richieste di un mio nipote e gli ho dato dei consigli». «Non vorrei, vista la rilevanza che sembra assumere una vicenda di così scarsa portata e vista la fonte giornalistica che propaga tali notizie - conclude l'ex premier - che questa vicenda tornasse utile a quanti invocano impensabili giri di vite sulle intercettazioni telefoniche. Per quanto mi riguarda, resto del parere di sempre sull'argomento e cioè che si pubblichino pure le intercettazioni quando vi sia una reale motivazione».

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