L’impatto dei cambiamenti climatici sulla Foresta Amazzonica potrebbe essere più pesante di quanto gli esperti abbiano previsto fino ad oggi. Destino «irreversibile», titola il quotidiano «The Independent». Con un aumento della temperatura di 4 gradi l’Amazzonia potrebbre ridursi dell’85%, con un surriscaldamento globale anche inferiore (1-2 gradi) possiamo dire addio al 20-40% del polmone verde della Terra nel giro di 100 anni.
È proprio il surriscaldamento globale che «farà naufragare» i tentativi di salvare la foresta pluviale amazzonica, secondo un devastante nuovo studio britannico, che ha utilizzato modelli di computer per la ricerca, presentato ieri a una conferenza sul clima a Copenhagen e pubblicato sulla rivista Nature Geoscience. Lievi aumenti di temperatura uccideranno almeno un terzo degli alberi.
La ricerca, condotta dai maggiori esperti britannici sui mutamenti climatici, sostiene che anche lo stop alla deforestazione e alle emissioni di anidride carbonica non riusciranno a salvare la giungla sudamericana, la cui distruzione - scrive il quotidiano The Guardian - è diventata un simbolo dell’impatto umano sul pianeta. L’85% della foresta è seriamente a rischio se non saranno messe sotto controllo le emissioni di gas serra, hanno affermato gli esperti. Ma anche con i più ottimistici scenari di cambiamenti climatici, la distruzione di larghe parti della foresta è inevitabile.
Chris Jones, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato ieri nella capitale danese: «Un aumento di temperatura di poco più di 1 grado porta a una perdita futura della foresta amazzonica. Anche l’aumento di 2 gradi spesso citato già porta alla perdita del 20-40%. In base a qualsiasi calendario, dobbiamo intendere la perdita della Foresta amazzonica come irreversibile».
Gli ambientalisti si sono detti preoccupati dalle previsioni: «La cosa allarmante oggi è il livello di certezza, perchè le osservazioni del mondo reale sono finite nei modelli di computer - ha dichiarato Tony Juniper, attivista e candidato dei Verdi britannici, aggiungendo - Non c’è più tempo da perdere. I governi devono collaborare».
È proprio il surriscaldamento globale che «farà naufragare» i tentativi di salvare la foresta pluviale amazzonica, secondo un devastante nuovo studio britannico, che ha utilizzato modelli di computer per la ricerca, presentato ieri a una conferenza sul clima a Copenhagen e pubblicato sulla rivista Nature Geoscience. Lievi aumenti di temperatura uccideranno almeno un terzo degli alberi.
La ricerca, condotta dai maggiori esperti britannici sui mutamenti climatici, sostiene che anche lo stop alla deforestazione e alle emissioni di anidride carbonica non riusciranno a salvare la giungla sudamericana, la cui distruzione - scrive il quotidiano The Guardian - è diventata un simbolo dell’impatto umano sul pianeta. L’85% della foresta è seriamente a rischio se non saranno messe sotto controllo le emissioni di gas serra, hanno affermato gli esperti. Ma anche con i più ottimistici scenari di cambiamenti climatici, la distruzione di larghe parti della foresta è inevitabile.
Chris Jones, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato ieri nella capitale danese: «Un aumento di temperatura di poco più di 1 grado porta a una perdita futura della foresta amazzonica. Anche l’aumento di 2 gradi spesso citato già porta alla perdita del 20-40%. In base a qualsiasi calendario, dobbiamo intendere la perdita della Foresta amazzonica come irreversibile».
Gli ambientalisti si sono detti preoccupati dalle previsioni: «La cosa allarmante oggi è il livello di certezza, perchè le osservazioni del mondo reale sono finite nei modelli di computer - ha dichiarato Tony Juniper, attivista e candidato dei Verdi britannici, aggiungendo - Non c’è più tempo da perdere. I governi devono collaborare».
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