domenica 8 marzo 2009

Creditori e debitori


EUGENIO SCALFARI

Tra i primi metto Berlusconi, D'Alema, Craxi, Cossiga, Tremonti. Tra i secondi: Veltroni, Ciampi, Zaccagnini, Berlinguer, Moro. E poi c'è Giulio Andreotti: l'enigma mai decifrato

Qualche mese fa, a proposito delle diverse tipologie che utilizziamo per classificare i nostri simili, ne descrissi due che sono assai poco usate ma che a me paiono invece essenziali: i creditori e i debitori. Sappiamo benissimo chi sono i ricchi e i poveri, i bianchi e i neri, gli alti e i bassi, i riflessivi e gli istintivi, i timidi e gli audaci.

Sui buoni e i cattivi i criteri di valutazione sono controversi e così pure sui saggi e sui matti: ci sarebbe molto da scrivere e da discutere in proposito ma la distinzione è netta anche se i giudizi sono spesso temerari. Invece la distinzione tra creditori e debitori è trascurata, difficilmente percepibile e quindi assai poco usata. Invece ci aiuterebbe molto a capire le cose del mondo, l'umanità della quale facciamo parte e infine noi stessi.

Anzitutto creditori e debitori si nasce ed è uno stigma che ci accompagnerà per tutta la vita. Possiamo diventarne consapevoli ma non riusciremo mai a liberarcene. Nascere creditore significa ritenere che tutto il buono che ci capita nella vita ci sia dovuto; se ci viene negato o impedito subiamo un torto per il quale la sorte e i nostri simili ci dovranno risarcire. Non è chiaro quale sia il motivo del nostro essere in credito, spesso ce lo inventiamo senza esser consapevoli dell'inesistenza di questo credito immaginario, ma non importa: siamo arciconvinti d'essere in credito verso la vita e quindi verso tutte le persone con le quali entriamo in contatto e tanto basta.

Chi nasce debitore è l'esatto contrario del suo opposto: è animato da un complesso di colpa esistenziale che sviluppa dentro di lui la convinzione d'avere un debito da pagare, un debito verso la vita e quindi verso tutti. Perciò è oblativo e dare è il suo piacere. In tutte le manifestazioni del suo vissuto, perfino in quelle amorose, il debitore ritrae piacere dal piacere che dispensa al suo partner e al suo prossimo.


È chiaro che questa classificazione prescinde da ogni giudizio di valore e di merito; è altrettanto chiaro che le due tipologie sviluppano attitudini diverse: i creditori sono più adatti al comando, i debitori al negoziato e alla diplomazia.

Se ritorno oggi su questo tema è per farne un'applicazione esemplificativa alla categoria degli uomini politici italiani. Nel mezzo secolo di attività di giornalista e di scrittore ne ho personalmente conosciuti molti, di alcuni sono stato amico, di altri avversario, ma di tutti ciò che più mi ha incuriosito e interessato è stato di capirne la personalità. Per arrivarci ho impiegato vari strumenti di ricerca psicologica e biografica tra cui anche le varie classificazioni che avevo a disposizione e tra di esse questa tra creditori e debitori mi è stata preziosa.

Per scendere al concreto dell'attualità dirò che se c'è un tipico creditore nato è Massimo D'Alema. Parlando recentemente di lui Giuliano Ferrara lo ha paragonato allo scorpione che attraversando un fiume a cavallo d'una ranocchia la punge con il suo morso velenoso, affondano tutti e due e le ultime parole dello scorpione sono: "Purtroppo questa è la mia natura". Si tratta di una vecchia barzelletta e qualche attinenza al carattere di D'Alema ce l'ha, ma gli fa torto. Quel carattere è infatti molto più complesso. D'Alema si sente in credito con la vita, le sconfitte e i dolori li considera tutti ingiustamente subiti; i successi sono eventi dovuti e crediti tardivamente e parzialmente incassati.

Veltroni è l'opposto, la figura classica del debitore esistenziale, perciò buonista e tollerante. Diplomatico. Negoziatore. Paga debiti inesistenti, è disadatto al comando anche se è molto duro nella resistenza. Sa guidare un governo, un comune, una regione, ma non un partito. L'ha detto lui ed è assolutamente vero come l'esperienza ha confermato.

Un debitore fu Aldo Moro. Un creditore Fanfani. Creditore De Mita. Debitore Zaccagnini. Creditore Togliatti. Debitore Berlinguer. Creditore Craxi. Debitore Antonio Giolitti. Creditore Cossiga. Debitore Ciampi. Creditore Tremonti. Debitore Fassino.

Il creditore per eccellenza è Silvio Berlusconi
. Conoscendo i miei giudizi interamente negativi sull'attuale presidente del Consiglio i miei lettori possono ora pensare che includerlo nella categoria dei creditori riverberi un mio giudizio negativo su di essa, ma li assicuro che non è così. Nascere creditori non comporta un giudizio valoriale, semplicemente descrive un tipo di approccio alla realtà esterna e alla vita e un soddisfatto giudizio dell'opera propria, un forte senso di autostima, pochi dubbi e molta sicurezza.

Un vero enigma rispetto alla suddetta classificazione ce lo offre Giulio Andreotti. Credo di conoscerlo bene, seguo con attenzione le sue vicende da mezzo secolo, ma non riesco a decidermi se includerlo tra i creditori o tra i debitori. Forse rappresenta una rara sintesi tra le due opposte tipologie. I furbissimi sfuggono ad ogni definizione, sono superbamente neutrali rispetto ad ogni dialettica, una sintesi che fa a meno sia della tesi che dell'antitesi.

Del resto Andreotti è cattolico non tanto per fede quanto per natura. Quindi trinitario. Padre figlio e spirito santo di se stesso. Non giudica gli altri, perciò non può esser giudicato. Può diventare il protagonista d'una vignetta oppure Belzebù o più semplicemente un errore di natura. O infine l'enigma mai decifrato.
(27 febbraio 2009)

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