L’aumento del livello dei mari potrebbe superare le stime ufficiali fatte dagli esperti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e aumentare di un metro entro il 2100. È il messaggio che arriva dal congresso sui cambiamenti climatici iniziato oggi a Copenhagen, nel corso del quale molti ricercatori, tra questi John Church del Centre for Australian Weather and Climate Research, hanno presentato studi che dimostrano che i ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide si stanno sciogliendo rapidamente, contribuendo all’aumento del livello dei mari. Stando a dati molto recenti, le acque marine sarebbero cresciute di tre millimetri l’anno dal 1993.
Per il 2100, dicono gli scienziati, il livello degli oceani potrebbe essere cresciuto di un metro ed è, quindi, altamente improbabile che questo aumento rimanga al di sotto o intorno ai 50 centimetri come era stato previsto. Nel 2007 l’IPCC aveva, infatti, stimato un aumento tra i 18 e i 59 centimetri entro il 2100. «Ma sono numeri accompagnati da molti interrogativi che, purtroppo, sono passati inosservati alla grande stampa», lamenta New Scientist che pubblica oggi la notizia. Poiché «modellizzare» in che modo le calotte ghiacciate della Groenlandia e dell’Antartide potranno reagire all’aumento delle temperature è complicato, l’IPCC non ha incluso questo dato nelle sue stime. E non è un’omissione da poco, dicono gli scienziati: la calotta della Groenlandia, la più piccola e instabile delle due, infatti, contiene abbastanza acqua, che se si sciogliesse tutta, il livello dei mari aumenterebbe di ben sei metri in tutto il pianeta.
«L’accelerazione della perdita di ghiaccio su vaste regioni - spiega Eric Rignot della University of California, Irvine e del Jet Propulsion Laboratori della NASA - fa sì che le calotte della Groenlandia e dell’Antartide abbiano già contribuito molto e più velocemente del previsto all’aumento del livello del mare. Se questa tendenza continuerà vedremo, con buona probabilità, il mare aumentare entro il 2100 di un metro e forse anche più». Ma, per Church, già 50 centimetri in più prospettano pericolosi scenari di inondazioni delle terre costiere o di quelle che sono al di sotto il livello del mare. «I nostri studi sull’Australia - spiega - ci dicono che gli allagamenti costieri che oggi avvengono solo una volta ogni 100 anni, si verificheranno più volte in uno stesso anno per il 2100».
Ma non tutti sono d’accordo, Jason Lowe, UK Met Office, pur accettando i dati secondo i quali la perdita di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide, sta facendo aumentare il livello del mare, dice che gli attuali modelli matematici non sono abbastanza avanzati per poter dire quali saranno le vere ripercussioni di tutto questo nel futuro.
Per il 2100, dicono gli scienziati, il livello degli oceani potrebbe essere cresciuto di un metro ed è, quindi, altamente improbabile che questo aumento rimanga al di sotto o intorno ai 50 centimetri come era stato previsto. Nel 2007 l’IPCC aveva, infatti, stimato un aumento tra i 18 e i 59 centimetri entro il 2100. «Ma sono numeri accompagnati da molti interrogativi che, purtroppo, sono passati inosservati alla grande stampa», lamenta New Scientist che pubblica oggi la notizia. Poiché «modellizzare» in che modo le calotte ghiacciate della Groenlandia e dell’Antartide potranno reagire all’aumento delle temperature è complicato, l’IPCC non ha incluso questo dato nelle sue stime. E non è un’omissione da poco, dicono gli scienziati: la calotta della Groenlandia, la più piccola e instabile delle due, infatti, contiene abbastanza acqua, che se si sciogliesse tutta, il livello dei mari aumenterebbe di ben sei metri in tutto il pianeta.
«L’accelerazione della perdita di ghiaccio su vaste regioni - spiega Eric Rignot della University of California, Irvine e del Jet Propulsion Laboratori della NASA - fa sì che le calotte della Groenlandia e dell’Antartide abbiano già contribuito molto e più velocemente del previsto all’aumento del livello del mare. Se questa tendenza continuerà vedremo, con buona probabilità, il mare aumentare entro il 2100 di un metro e forse anche più». Ma, per Church, già 50 centimetri in più prospettano pericolosi scenari di inondazioni delle terre costiere o di quelle che sono al di sotto il livello del mare. «I nostri studi sull’Australia - spiega - ci dicono che gli allagamenti costieri che oggi avvengono solo una volta ogni 100 anni, si verificheranno più volte in uno stesso anno per il 2100».
Ma non tutti sono d’accordo, Jason Lowe, UK Met Office, pur accettando i dati secondo i quali la perdita di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide, sta facendo aumentare il livello del mare, dice che gli attuali modelli matematici non sono abbastanza avanzati per poter dire quali saranno le vere ripercussioni di tutto questo nel futuro.
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