SAMPIERI (RAGUSA) - Nel paese dei cani killer c'è un coprifuoco volontario e tantissima paura. Sampieri, la località balneare tra Modica e Scicli, dove l'altro ieri Giuseppe Brafa, 10 anni, è stato sbranato da un branco di cani randagi, sembra un paese assediato dalle forze dell'ordine che cercano latitanti di mafia.
Ma braccano cani, i cani assassini. I cacciatori sono carabinieri del Noe, dei Nas e di tre società di accalappiacani che hanno soltanto la difficoltà di scegliere quali acchiappare. Di cani randagi ce ne sono dovunque, per le strade, per le piazze e, soprattutto nelle trazzere e attorno alle villette isolate del litorale di Marina di Modica e Donnalucata.
Ma la vera caccia riguarda gli animali del branco che ha ucciso il piccolo Giuseppe e ferito un altro ragazzo ed un quarantenne. Sono ancora in circolazione e ieri pomeriggio i cani assassini sono tornati a seminare panico e terrore sempre a Sampieri assediando una villetta e facendo irruzione in un giardino, dove un donna di 74 anni è miracolosamente riuscita a raggiungere la porta e barricarsi in casa dando l'allarme.
Nella piazzola di sosta di Marina di Modica, a due passi dal mare, ci sono 7 roulotte e 18 cani randagi. I turisti appena calato il sole si blindano dentro. Parlano solo attraverso i finestrini, di uscire non si fidano. Edoardo Pascolani,70 anni, di Moruzzo in provincia di Udine apre l'oblò della sua roulotte dov'è rinchiuso con la moglie Carla, per rispondere alle domande. "Vengo da queste parti da 20 anni, i cani randagi ci sono stati sempre, non solo qui ma in tutte le località siciliane che abbiamo visitato. Non abbiamo mai avuto paura ma adesso, dopo quello che è successo, usciamo dalla roulotte soltanto di giorno e con i bastoni in mano".
Nella piccola ansa di Sampieri, tra un paio di barche tirate a secco c'è un altro cane, ma non è un randagio. È un Rhodesian africano tenuto al guinzaglio dal suo padrone, Giovanni, pensionato. Ma non ha la museruola. "Il mio cane non morde nessuno, non ha mai aggredito nessuno, perché debbo mettergli la museruola?", risponde.
Più in là un altro cane, un bastardino, anche lui al guinzaglio ma senza museruola. Una donna che tiene per mano un bambino chiede di tenerlo a bada perché abbaia in direzione del piccolo. Ma il padrone non si scompone: "Stia attenta a suo figlio che al cane ci penso io", risponde. Alla scena assiste il titolare del bar "Garita" sulla rotonda di Sampieri che porta sulla spiaggia. "Non c'è nessuna educazione, la colpa non è dei cani ma dei loro proprietari che portano a spasso i loro cani senza museruola e senza paletta e sacchetto per togliere dalla strada la cacca dei loro amici". E chi lo fa è considerato come uno studente secchione. Da queste parti, in tutta la Sicilia ed in particolare dal Lazio in giù, anche nelle città, in pieno centro e nelle borgate, circolano centinaia di cani randagi e quelli regolari, quelli con la medaglietta di riconoscimento, in maggioranza sono senza museruola.
A piazza Politeama, la più centrale di Palermo, al semaforo ci sono decine di vigili urbani ed altrettanti cani. Sostano all'incrocio dei semafori, abbaiano ed inseguono ciclisti e motociclisti. Sotto i portici di qualunque città del sud bivaccano seminomadi che chiedono qualche spicciolo mostrando cani che allattano nidiate di cuccioli, sotto gli occhi di tutti, di vigili, poliziotti, carabinieri. Nessuno interviene. Soltanto quando accadono incidenti, come quello mortale di Sampieri, ci si accorge che i cani randagi possono trasformarsi in assassini.
E ieri i carabinieri hanno compiuto un altro sopralluogo in quello che tutti chiamano canile, ma che è una vera e propria discarica, dov'era ospitato, su ordine della magistratura quel branco di cani di randagi. La stessa magistratura che adesso ha aperto un inchiesta, ha fatto arrestato il "custode giudiziario" di quel canile che prima nessuno aveva mai ispezionato. Scoprendo che quei cani venivano nutriti con la carne morta di altri cani e che non c'era nessuna norma di sicurezza e igienica rispettata.
(17 marzo 2009)
Ma braccano cani, i cani assassini. I cacciatori sono carabinieri del Noe, dei Nas e di tre società di accalappiacani che hanno soltanto la difficoltà di scegliere quali acchiappare. Di cani randagi ce ne sono dovunque, per le strade, per le piazze e, soprattutto nelle trazzere e attorno alle villette isolate del litorale di Marina di Modica e Donnalucata.
Ma la vera caccia riguarda gli animali del branco che ha ucciso il piccolo Giuseppe e ferito un altro ragazzo ed un quarantenne. Sono ancora in circolazione e ieri pomeriggio i cani assassini sono tornati a seminare panico e terrore sempre a Sampieri assediando una villetta e facendo irruzione in un giardino, dove un donna di 74 anni è miracolosamente riuscita a raggiungere la porta e barricarsi in casa dando l'allarme.
Nella piazzola di sosta di Marina di Modica, a due passi dal mare, ci sono 7 roulotte e 18 cani randagi. I turisti appena calato il sole si blindano dentro. Parlano solo attraverso i finestrini, di uscire non si fidano. Edoardo Pascolani,70 anni, di Moruzzo in provincia di Udine apre l'oblò della sua roulotte dov'è rinchiuso con la moglie Carla, per rispondere alle domande. "Vengo da queste parti da 20 anni, i cani randagi ci sono stati sempre, non solo qui ma in tutte le località siciliane che abbiamo visitato. Non abbiamo mai avuto paura ma adesso, dopo quello che è successo, usciamo dalla roulotte soltanto di giorno e con i bastoni in mano".
Nella piccola ansa di Sampieri, tra un paio di barche tirate a secco c'è un altro cane, ma non è un randagio. È un Rhodesian africano tenuto al guinzaglio dal suo padrone, Giovanni, pensionato. Ma non ha la museruola. "Il mio cane non morde nessuno, non ha mai aggredito nessuno, perché debbo mettergli la museruola?", risponde.
Più in là un altro cane, un bastardino, anche lui al guinzaglio ma senza museruola. Una donna che tiene per mano un bambino chiede di tenerlo a bada perché abbaia in direzione del piccolo. Ma il padrone non si scompone: "Stia attenta a suo figlio che al cane ci penso io", risponde. Alla scena assiste il titolare del bar "Garita" sulla rotonda di Sampieri che porta sulla spiaggia. "Non c'è nessuna educazione, la colpa non è dei cani ma dei loro proprietari che portano a spasso i loro cani senza museruola e senza paletta e sacchetto per togliere dalla strada la cacca dei loro amici". E chi lo fa è considerato come uno studente secchione. Da queste parti, in tutta la Sicilia ed in particolare dal Lazio in giù, anche nelle città, in pieno centro e nelle borgate, circolano centinaia di cani randagi e quelli regolari, quelli con la medaglietta di riconoscimento, in maggioranza sono senza museruola.
A piazza Politeama, la più centrale di Palermo, al semaforo ci sono decine di vigili urbani ed altrettanti cani. Sostano all'incrocio dei semafori, abbaiano ed inseguono ciclisti e motociclisti. Sotto i portici di qualunque città del sud bivaccano seminomadi che chiedono qualche spicciolo mostrando cani che allattano nidiate di cuccioli, sotto gli occhi di tutti, di vigili, poliziotti, carabinieri. Nessuno interviene. Soltanto quando accadono incidenti, come quello mortale di Sampieri, ci si accorge che i cani randagi possono trasformarsi in assassini.
E ieri i carabinieri hanno compiuto un altro sopralluogo in quello che tutti chiamano canile, ma che è una vera e propria discarica, dov'era ospitato, su ordine della magistratura quel branco di cani di randagi. La stessa magistratura che adesso ha aperto un inchiesta, ha fatto arrestato il "custode giudiziario" di quel canile che prima nessuno aveva mai ispezionato. Scoprendo che quei cani venivano nutriti con la carne morta di altri cani e che non c'era nessuna norma di sicurezza e igienica rispettata.
(17 marzo 2009)
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