di CARLO BONINI
Agli appalti truccati del G8 della Maddalena, al nocciolo duro della "cricca" - Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola, Diego Anemone - i carabinieri del Noe e il sostituto procuratore della Repubblica di Roma Assunta Cocomello erano arrivati per tempo, nell'autunno del 2008. Ma l'indagine - come ricostruito da "Repubblica" il 26 febbraio scorso - venne addormentata dal procuratore capo Giovanni Ferrara e dal suo aggiunto Achille Toro per ragioni di "prudenza" e "opportunità politica". Ebbene, ora, a confermare e documentare quanto accaduto negli uffici di piazzale Clodio sono tre verbali di testimonianza raccolti il 16 febbraio scorso dai magistrati di Perugia e depositati al Tribunale del Riesame. A parlare sono il capitano Pasquale Starace e il tenente Francesco Ceccaroni del Noe, il sostituto procuratore di Roma Assunta Cocomello. Ecco il loro racconto.
Buste di ringraziamento. Ricorda Pasquale Starace: "Nell'ambito di un'indagine condotta dalla procura della Repubblica di Nuoro con delega al Noe di Sassari, venne redatta il 5 giugno del 2008 un'informativa in cui si faceva riferimento ad intercettazioni telefoniche che coinvolgevano due imprenditori sardi in contatto con tale Angelo Balducci. In queste conversazioni si parlava di "appalti e di buste", una delle quali era definita "di ringraziamento". Un altro soggetto, citato nelle conversazioni con il solo nome "Ingegner Mauro" (Della Giovampaola, ndr), sembrava suscettibile di interesse investigativo. Gli atti furono trasmessi alla Procura di Roma dalla Procura di Nuoro e per questo motivo fummo convocati dal sostituto della Procura di Roma, dottoressa Cocomello. (...) Il 15 gennaio 2009, nel depositare l'informativa, chiedemmo intercettazioni telefoniche. Il 29 gennaio esaudimmo la richiesta di indagini. Il 10 febbraio sollecitammo un incontro con
Esclusi i carabinieri. Ma qui accade qualcosa che disturba l'ufficiale. Le intercettazioni non vengono concesse. La delega per le indagini passa alla Guardia di Finanza. "I motivi di sorpresa per il mancato accoglimento della nostra richiesta (di intercettazioni, ndr) secondo me esulavano dalla fisiologica dialettica della Autorità Giudiziaria con
Accade dell'altro. Il 3 marzo 2009, il capitano Starace, il tenente Francesco Ceccaroni, il maresciallo Catalano, vengono accompagnati dalla Cocomello nell'ufficio del procuratore aggiunto Achille Toro per "un colloquio diretto". "Toro ci manifestò le sue perplessità sulle ipotesi delittuose prospettate (la corruzione, ndr) in quanto, a suo parere, si era più in presenza di un reato di abuso di ufficio da cui poteva, al massimo, conseguire una richiesta di interdizione dai pubblici uffici".
Il tenente Francesco Ceccaroni conferma la ricostruzione del suo capitano e aggiunge un dettaglio significativo. "La mia impressione fu quella che
"Niente intercettazioni". Le impressioni del tenente sono corrette. Alla Cocomello, che nel settembre del 2008, ha formalizzato l'inchiesta sugli appalti del G8 nata dall'informativa del Noe con l'iscrizione segretata al registro degli indagati dei nomi di Balducci, Anemone e Della Giovampaola, viene chiesto per quanto concerne quel fascicolo di "riferire prima di ogni atto al procuratore Ferrara".
"Riferivo al procuratore quanto meno per concordare le linee generali dell'indagine - ricorda
"Ferrara e Toro segnalavano la necessità di individuare il passaggio di somme di denaro per supportare la sussistenza di indizi (di corruzione, ndr). Al massimo individuavano elementi per ipotizzare un abuso d'ufficio. Ferrara (non ricordo se direttamente o tramite Toro) mi ha anche responsabilizzato in ordine alla delicatezza dell'indagine, in relazione ad un'eventuale fuga di notizie in pieno G8, a fronte dell'esistenza di ipotesi di reato che, a parere dell'Ufficio, non erano ancora sufficientemente delineate".
È un fatto che neppure nel gennaio di quest'anno, a G8 ampiamente archiviato, l'atteggiamento di Ferrara e Toro cambia.
"Il 29 gennaio scorso - ricorda
Quel che accade dopo il 29 gennaio è noto (arriveranno gli arresti, Roma non avrà tempo di intercettare nessuno). Tranne un particolare, sin qui inedito. Luca Turco, uno dei pm di Firenze, pochi giorni prima degli arresti del 10 febbraio, incontra a Roma
(11 marzo 2010)
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