Fischiato il suo messaggio Il premier resta a casa
di Antonio Padellaro
Il giornale delle cliniche private di Roma e provincia (Libero, per chi non lo sapesse) dedica al Fatto un garbato titolo (“Sciacalli sull’Aquila”) accusandoci di “demolire la ricostruzione con bugie e dati falsi”. Replicare a chi si becca circa sette milioni e ottocentomila euro l’anno (dati 2007) di soldi pubblici, cioè nostri e vostri, e poi ci fa la morale perché beneficiamo, come tutti, di una riduzione sulle tariffe postali, è sempre divertente.
Diventa spassoso quando l’organo che fu già del partito monarchico che gli veicolava i cospicui fondi statali (cosa non si fa pe’ campà) scrive l’articolo sbagliato nel giorno sbagliato. Se i giornalisti della Real Casa avessero pazientato un giorno (forse) avrebbero potuto prendere nota di alcuni particolari che, diciamo così, stridono con lo struggente titolone dedicato all’“orgoglio” del premier, e cioè: “Vogliono infangare un grande lavoro” (viva il Re). Le cronache della notte della memoria a L’Aquila parlano infatti di cartelli con su scritto “via gli sciacalli” (ma non si riferivano al Fatto). E della grandinata di fischi che hanno accolto la lettura del messaggio del premier e la lettera del presidente del Senato Schifani, i bravi cronisti di Libero avrebbero sicuramente preso nota.
Purtroppo non sapremo mai da quale calorosa accoglienza sarebbe stato accolto l’uomo del “miracolo” in carne e ossa poiché il presidente del Consiglio non si è proprio visto. Sarà stato certamente per la naturale ritrosia del personaggio davanti alle manifestazioni di giubilo in suo onore. O forse perché qualcuno lo ha saggiamente avvertito di starsene lontano perché non era proprio aria per le passerelle trionfali.
La rabbia degli aquilani e delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma di un anno fa ha motivazioni diverse da quelle che i solerti papaveri della Protezione civile hanno messo in giro. Ovvero: gente incontentabile e che non apprezza, appunto, i miracoli del governo. No, è gente stanca di farsi prendere in giro e che non ne può più di essere usata come fondale di cartone per gli spot dell’informazione unica padronale. Lo sanno anch’essi che i miracoli sono impossibili. Che per la ricostruzione ci vorranno anni. Ma avrebbero apprezzato un minimo di onestà e rispetto. Ma questo su Libero (viva il Re) non lo leggeremo mai.
1 commento:
Il sosia si è licenziato?
lo so, non dovrei fare battute: il fatto è che, secondo me, più che vergognarsi... non si è presentato perchè non gli serviva più la pubblicità elettorale: in fondo a lui cosa importa di quelli che non l'hanno votato? (il voto, per il suo partito, è stato determinante a Marsica, per le provinciali) mica gli italiani sono tutti uguali!
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