mercoledì 19 maggio 2010

ALLA FINE SANTORO SE NE VA


Accordo con la Rai: chiude Annozero, per lui progetti da collaboratore

di Carlo Tecce

Il comunicato di poche righe, a tarda sera, chiude una stagione e cala il sipario su Annozero: “La Rai ha approvato una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dipendente con Michele Santoro”. Fine. E poi un'apertura, per un futuro diverso: un accordo da firmare - con licenza di spaziare dalla prima alla terza rete – per realizzare progetti editoriali e sperimentali (anche docufiction) nei prossimi due anni. Il consiglio di amministrazione ha votato con sette voti a favore e due astenuti, maggioranza e opposizione insieme, una proposta del direttore generale Masi che, a due mesi dall'ultima puntata di Annozero, congeda una trasmissione di successo. Sempre al centro della tormenta: dalle intrusioni del governo all'ostruzionismo dell'Agcom, dall'inchiesta di Trani alla sospensione per par condicio. Pressioni che, messe in fila e con cadenza sistematica, avranno condizionato la tranquillità di Santoro, rientrato in Rai grazie a una sentenza del Tribunale del Lavoro. E in parallelo l'ostinazione degli avvocati Rai che depositano il ricorso in Cassazione. Una spada di Damocle che pesava sul giornalista: “Vogliono dare un segnale di distensione? La smettano di fare ricorsi”, disse in un'intervista al nostro giornale.
Santoro ha annunciato che parlerà in conferenza stampa, tra qualche giorno a carte ferme e sigillate. Su delega dei consiglieri, il direttore Masi ha condotto la trattativa in segreto: poche indiscrezioni nel pomeriggio, poi la nota di viale Mazzini e il silenzio di Santoro.
C'è forse un mese decisivo nella storia di Annozero. Il punto di rottura. Il lungo mese di marzo. Con la scoperta delle telefonate tra il commissario Giancarlo Innocenzi e Silvio Berlusconi per ostacolare la trasmissione, la doppia delibera del Cda che cancellava l'informazione e l'interpretazione di Bruno Vespa, distaccata e quindi più veritiera: “Colpiscono me, Paragone, Floris per colpire Santoro”. Anche se i dubbi erano pari a zero, in quel momento Santoro ha percepito l'enorme portata della guerra aziendale e politica contro di sé: un'offensiva incessante e trasversale che poteva coinvolgere colleghi, politica e dirigenti. E così aveva promesso per reagire: “Noi saremo qui, sempre. In forme atipiche e affascinanti, ma ci saremo”.
Studi Rai di via Teulada, protesta sindacale, spunta l'idea di Raiperunanotte per riaccendere il servizio pubblico. Una manifestazione unica, diffusa ovunque e comunque: sul satellite e sul digitale, sulla rete e sui telefonini. I protagonisti di un Paladozza gremito, dentro e fuori, sono facce epurate come Daniele Luttazzi, imbavagliate come Loris Mazzetti, irriverenti come il Trio Medusa.
Il successo di Bologna aveva i numeri dell'evento e la corazza per sfondare cento, mille editti bulgari: “Questa sera farà da precedente”. Quel palazzetto dello sport conteneva un pezzo di libertà e forse di trasgressione che, sin dalla lista di Sofia, a viale Mazzini sono inconcepibili. Nei suoi anni che seguiranno l'Annozero, Santoro immagina altre Raiperunanotte, altre docufiction che raccontano la realtà. Anche la realtà proibita in Rai. Proprio le docufiction sulla mafia e i processi di Berlusconi, il dicembre scorso, avevano incollato il francobollo di Mauro Masi ai direttori di rete: “Basta con ricostruzioni giudiziarie”. Quel che sarà il futuro di Santoro, parola sua, verrà spiegato da Santoro stesso.
La notizia che milioni di telespettatori affezionati mai volevano ascoltare, già adesso devono conoscerla: Annozero finisce qui. Anzi, finirà il prossimo 10 giugno. Il titolo è forte: Santoro lascia la Rai, ma la politica tace.
Parlano i suoi colleghi. La sua amica, Lucia Annunziata: “Sono profondamente dispiaciuta perché Santoro quest’anno aveva fatto il talk più bello della Rai, Sono addolorata non solo come giornalista, ma soprattutto come conduttrice: l’azienda ci perderà con questo accordo. Sapevo che Santoro fosse stanco. Nell’ultimo periodo stava assumendo un ruolo diverso, di mediatore. Sono molto dispiaciuta anche per questo”. E Gad Lerner dell'Infedele, spesso ospite di Annozero: “L'Italia non ha certo bisogno che si restringano ulteriormente gli spazi di pluralismo in televisione”. Nessuna solidarietà da Vespa: “Si conferma che essere perseguitato per Santoro è un ottimo investimento”.

2 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

BRUNO VESPA E' UNA VERA CAROGNA.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo.
Madda