di Pierluigi Giordano Cardone
Spiegazioni, attacchi, annunci di querela e commenti. Il tutto online. L’Italia dei Valori utilizza la Rete per rispondere all’accusa di far parte del giro di politici che ha approfittato dei favori della cricca e delle influenze di quest’ultima su Propaganda Fide per disporre di case da sogno a prezzi stracciati.
Il primo a parlare è il leader Antonio Di Pietro, che tramite il suo blog non le manda a dire: “Credo che queste accuse siano una specie di atto preventivo – ha detto – per evitare che le mie ricostruzioni possano essere devastanti per il sistema di corruzione di oggi come lo furono per quello degli anni ’90 con Mani Pulite”. Sul parallelismo con Tangentopoli, l’ex pm, che invita a non acquistare giornali che pubblicano notizie false, è lapidario: “La situazione attuale è molto più pericolosa perché il sistema di tangenti si è ingegnerizzato e strutturato sul modello piduista, mentre allora era più guascone”.
Silvana Mura, tesoriere del partito di Antonio Di Pietro, si è affidata al suo blog e al sito ufficiale dell’Idv per spiegare come stanno le cose. Secondo Zampolini, sarebbe lei l’inquilina eccellente, e soprattutto a basso costo, dell’appartamento di via Quattro Fontane. “È vero – ha scritto la Mura su Internet – lì ci abito. Ma per vivere in questa casa pago un canone di locazione di oltre duemila euro mensili, come previsto da regolare contratto stipulato nel novembre del 2006 con Propaganda Fide, proprietaria dell’immobile, da Claudio Belotti, padre di mio figlio”.
Un ente non proprio caritatevole questo Propaganda Fide: duemila euro per una casa di novanta metri quadri non sembrano proprio un favore... Ma tant’è.
La versione della Mura, inoltre, è confermata da Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera, il quale ha rivelato anche altri particolari della vicenda poiché ne è stato testimone diretto. La casa in questione, infatti, era stata trovata dal senatore Stefano Pedica per la figlia di Di Pietro, che doveva utilizzarla per motivi di studio.
La ragazza, però, cambiò idea e decise di trasferirsi a Milano. Proprio in quei giorni, tuttavia, Silvana Mura aveva vissuto una brutta esperienza nella sua vecchia abitazione e, sentendo parlare Pedica e Di Pietro, chiese di poter usufruire dell’appartamento di via Quattro Fontane. Il tutto tra i banchi della Camera, alla presenza dello stesso Massimo Donadi.
Sempre dal sito dell’Idv e da quello personale, il capogruppo dei deputati dipietristi conferma la versione fornita dal suo leader per quanto riguarda l’altro appartamento finito nell’occhio del ciclone, vale a dire quello di via della Vite. Come aveva già dichiarato (sempre online) Antonio Di Pietro, nessuno dell’Idv ha affittato quell’immobile per metterci la sede del giornale di partito. “Sentivamo la necessità di un organo d’informazione che desse il nostro punto di vista – ha scritto Donadi – e ci rivolgemmo a un editore con il quale stipulammo un contratto per un giornale chiavi in mano. L’ufficio di cui oggi si parla era già allora la sede di questo editore e rimase la sua sede anche quando, dopo poco più di un anno, decidemmo di chiudere il giornale”.
Smentite le dichiarazioni di Zampolini, Donadi e la Mura, sui rispettivi siti, hanno anche incassato la solidarietà degli internauti. Un commento su tutti. Ha scritto Paola Brambilla: “Non vedono l’ora di infangare qualcuno dell’Idv, bisogna stare attenti anche al bar, perché se bevi il caffè ed esci senza scontrino ti mettono sul giornale”. Come dire: l’indignazione dei dipietristi viaggia (anche) sul Web.
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