sabato 14 agosto 2010

Carceri, gironi infernali Sovraffollati, sporchi e senza soldi


Situazioni spesso inumane nelle carceri italiane. Per sovraffollamento, sporcizia, diritti umani che non vengono rispettati, mancanza di soldi delle strutture stesse. Il quadro che parlamentari e consiglieri regionali hanno iniziato a vedere da oggi visitanto le prigioni è - come si prevedeva - a dire poco desolante.

A Sassari nel carcere di San Sebastiano i detenuti da più di un mese non hanno nemmeno la carta igienica. All'Ucciardone di Palermo – con 700 reclusi, 300 in più del previsto - l'acqua calda è un sogno e nelle casse di questa struttura ottocentesca ormai fatiscente, sono rimasti appena 200 euro che devono bastare sino alla fine dell'anno. Mentre a Lucca per i 251 detenuti (100 in più rispetto alla capienza massima), 98 dei quali tossicodipendenti e 50 con problemi psichiatrici, non è prevista alcuna attività (palestra e biblioteca sono inagibili) e la vita si svolge in celle dove ognuno ha meno di tre metri quadri, la soglia stabilita dalla Corte europea per i diritti umani sotto la quale il trattamento è inumano.

Situazioni comuni a tante altre realtà, che rivelano il livello di emergenza raggiunto nei penitenziari italiani e che oggi sono state toccate con mano dai parlamentari e dai consiglieri regionali che hanno aderito a «Ferragosto in carcere», l'iniziativa di sensibilizzazione promossa dai Radicali e sostenuta da rappresentanti di tutte le forze politiche. Si tratta di tre giornate, a partire da oggi, di visite ispettive, nella quasi totalità dei 216 istituti sparsi sul territorio nazionale e alle quali partecipano più di 200 tra deputati, senatori, europarlamentari e consiglieri regionali, garanti per i diritti delle persone private della libertà e magistrati.

Mai sinora le carceri sono state così affollate: i detenuti sono 68.206 in istituti pensati per contenere circa 45 mila reclusi; 41 i suicidi dall'inizio dell'anno, a cui si aggiungono i quattro di agenti della polizia penitenziaria, il cui organico non è mai stato così ristretto come oggi. È un «delitto», un «crimine da Corte penale internazionale» quello che compie lo Stato italiano per le condizioni in cui fa vivere i detenuti nelle carceri, dichiara il leader dei Radicali Marco Pannella che oggi con Marco Cappato e il deputato del Pd Antonio Rugghia ha visitato il carcere romano di Regina Coeli, dove in spazi pensati per 724 detenuti sono ristretti in 1.400.

E mentre i sindacati della polizia penitenziaria chiedono di puntare sul lavoro per il recupero dei detenuti, e in particolare l'Osapp suggerisce di rendere obbligatorio per le aziende che prendono contributi pubblici garantire «un'aliquota di impiego ai condannati», il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria fa sapere che a Ferragosto 85 detenuti saranno impegnati in attività di tutela ambientale a Palermo, Roma e Milano.

13 agosto 2010

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