di PASQUALE NOTARGIACOMO
La vicenda della casa An a Montecarlo finisce per la prima volta agli onori della cronaca il 28 luglio. "Fini, la compagna, il cognato e la strana casa a Montercarlo". E' il titolo dell'articolo pubblicato su "Il Giornale", che dà il via all'inchiesta giornalistica sull'appartamento al 14 di rue Princess Charlotte. La proprietà fa parte di un lascito da due miliardi e mezzo di lire, da parte della contessa Anna Maria Colleoni, al partito dell'allora segretario Gianfranco Fini. Nel 2008 la casa viene venduta a una società off shore con sede nelle Antille, per una cifra vicina ai 300mila euro. Al momento dell'articolo de "Il Giornale", nell'appartamento vive il "cognato del presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, titolare di un contratto di locazione". Sulla presenza di Tulliani si concentrano i sospetti del quotidiano.
Il clima politico. Per capire che aria tiri nella maggioranza al momento delle rivelazioni del quotidiano di Feltri, bisogna tornare a qualche giorno prima. Lo scontro su legalità e questione morale nel Pdl è al suo massimo, dopo le esternazioni su mafia e politica di uno dei "finiani di ferro", Fabio Granata, in occasione dell'anniversario della strage di via D'Amelio. Le sue parole creano un vero e proprio processo interno al Pdl nei confronti del deputato siciliano. E danno l'immagine della distanza esistente tra i berlusconiani e gli uomini vicini al presidente della Camera. Il 26 luglio è un intervento dello stesso Fini a sancire la spaccatura: "Non si può considerare un provocatore chi pone la questione morale", dice il presidente della Camera, così come "è illiberale chi reagisce con anatemi minacciando espulsioni". Ancora è "inopportuno continuare a mantenere incarichi politici quando si è indagati". Parole che arrivano nel giorno dell'interrogatorio fiume di Denis Verdini davanti ai pm romani, nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. Il silenzio di Palazzo Chigi è il preludio al "redde rationem" con i finiani.
Rottura e veleni. Il 29 luglio è la data della rottura ufficiale tra le due anime del Pdl. Il durissimo documento dell'Ufficio di Presidenza del partito condanna al deferimento i tre finiani Bocchino, Granata e Briguglio. Ed è ancora meno tenero nei confronti del presidente della Camera parlando di "incompatibilità politica" con il cofondatore del partito ed "invitandolo" a lasciare lo scranno di Montecitorio per aver perso la "fiducia" della maggioranza. Il giorno dopo nasce "Futuro e Libertà" a Montecitorio e il presidente della Camera si presenta all'Hotel Minerva per dire la sua: "Berlusconi è illiberare. Da oggi mani libere in aula".
Denuncia e prima querela. Il 30 luglio è anche la data in cui due esponenti de
La verità di Gaucci. La querelle tra il quotidiano della famiglia Berlusconi e il presidente della Camera non si placa. Anzi si arricchisce di un nuovo personaggio. Il 3 agosto entra in scena anche Luciano Gaucci, compagno di Elisabetta Tulliani, prima del presidente della Camera. Gaucci in un articolo pubblicato sul "Il Giornale" e rilanciato qualche giorno dopo su "Panorama" afferma che la sua ex fidanzata avrebbe ricevuto un ingente patrimonio da lui, prima della sua fuga nella Repubblica Dominicana. Un patrimonio mai restituito. "Prima si è riempita la pancia e poi si è alzata da tavola", dice l'ex patron del Perugia. Quello stesso giorno, alla vigilia del voto sulla mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Caliendo, Berlusconi a cena con i suoi afferma: "Fini è al centro di notizie poco chiare". Il giorno dopo, la votazione alla Camera sulla mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Caliendo, sancisce con l'astensione dei finiani, la perdita dell'autosufficienza parlamentare del governo.
La Procura. Il 5 agosto
La nota difensiva. L'8 agosto per la prima volta il presidente della Camera interviene direttamente sulla vicenda dell'appartamento monegasco con una lunga nota, che non risparmia frecciate al premier. "Non ho nulla da nascondere nè da temere", scrive Fini, "Ho piena fiducia nella magistratura". Al contrario di altri non sono abituato a "strillare contro i giudici comunisti". Il caso ha assunto rilevanza per "l'ossessiva campagna mediatica dei giornali berlusconiani". E' nel passo conclusivo della la nota che Fini ricostruisce la vicenda, dicendo di aver appreso con "sorpresa e disappunto" della presenza del cognato nell'appartamento. "La vendita dell'appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della società' acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla", scrive Fini, "Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite".
La raccolta di firme. La versione di Fini non convince i suoi "accusatori". "Non ha spiegato niente" scrive "Il Giornale". E lancia una raccolta di firme per chiedere le dimissioni del presidente della Camera. Un appello a cui aderire via mail, sms, fax o posta. Anche il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, invoca le dimissioni della terza carica dello Stato.
In difesa di Gianfranco Fini si schierano i suoi fedelissimi. Il contrattacco più deciso arriva da Carmelo Briguglio, che alza i toni dello scontro, fino ad investire lo stesso presidente del Consiglio. "Berlusconi ci dica", attacca il deputato di Fli, "come acquistò la villa di Arcore e quale fu il ruolo di Cesare Previti". Una richiesta di chiarimento che tira in ballo anche "il suo gruppo imprenditoriale" e "tutti i dettagli sugli intrecci fin dall'inizio della sua attività con finanziarie svizzere". L'esponente di Fli denuncia anche il ruolo dei Servizi di sicurezza nell'attività di "dossieraggio". L'ultimatum dei finiani è chiaro: per riprendere il confronto serve lo stop immediato alla campagna contro il presidente della Camera.
La sottoscrizione. La casa An di Montecarlo resta comunque al centro dei pensieri di molti. E' il 12 agosto quando alcuni ex An annunciano una sottoscrizione per acquistare di nuovo l'appartamento e per donarlo alla "costituenda fondazione Alleanza Nazionale". L'iniziativa è lanciata da dieci parlamentari provenienti dal partito. Intanto l'inchiesta giornalistica si concentra sugli appalti in Rai del cognato del presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, e della società della madre, Francesca Frau.
Per abbassare i toni dello scontro politico arriva un'intervista rilasciata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'Unità. Non manca un riferimento alla campagna contro Fini: "È una campagna gravemente destabilizzante, è ora che finisca" perché l'Italia ha bisogno di risposte ai problemi e non di una "resa dei conti".
"Fini mente". Il giorno dopo il monito del Capo dello Stato lo scontro si alza ulteriormente. "Fini mente", scrive "Il Giornale", la casa l'ha arredata lui. "Fini e
La fattura della cucina. La pubblicazione è notizia di ieri. Sul quotidiano di Feltri compare la bolla di pagamento della cucina e l'intervista -testimonianza di un dipendente - di cui si fa nome e cognome, Davide Russo - del mobilificio alle porte di Roma dove sono stati acquistati i mobili. Dal racconto dell'uomo però non si chiarisce se i mobili comprati da Fini e dalla Tulliani fossero effettivamente diretti nel Principato. Una circostanza smentita subito dall'entourage finiano. La cucina fu acquistata effettivamente ma "per un appartamento romano e non certo per la casa di Montecarlo". "Se trovano anche le fatture del lampadario e del portaombrelli sono nei guai", è il commento ironico che filtra da Ansedonia, dove si trova in vacanza Fini.
Il testimone e la data della vendita. Ma la campagna non conosce tregua. Nell'edizione di oggi spunta un testimone che afferma di aver visto il presidente della Camera nell'androne del palazzo a novembre. E a Fini viene anche contestata la data della vendita di cui aveva parlato nella sua nota difensiva. Il 15 ottobre, scrive "il Giornale", fu la data del rogito tra le due società off-shore, mentre quella che riguardava An risaliva all'11 luglio. E solo di questa il presidente della Camera poteva essere a conoscenza. Appuntamento alla prossima puntata.
(15 agosto 2010)
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