mercoledì 4 agosto 2010

Invitati ignari: a pranzo da Verdini, ma non sanno con chi


INCHIESTA P3, INTERROGATI IL CAPO DEGLI ISPETTORI DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA E IL GIUDICE ANTONIO MARTONE

di Rita Di Giovacchino

Gran sfilata di alti magistrati. Tutti chiamati a chiarire i loro rapporti con la P3, in particolare con la stimata ditta Lombardi-Martino. Ieri è stata la volta del capo ispettori di via Arenula Arcibaldo Miller e dell’ex avvocato generale della Cassazione Antonio Martone, oggi sarà ascoltato l’ex presidente della Cassazione Vincenzo Carbone. A seguire l’ex presidente della Corte d'appello di Milano Alfonso Marra, detto Fofò, e il procuratore di Salerno Bruno Marconi, nei guai per i suoi rapporti con l’ex assessore della Campania Ernesto Sica, presunto ideatore del dossier Caldoro.

Insomma una sfilata di ex, alcuni divenuti tali proprio a causa della P3. Martone qualche settimana fa preferì dimettersi dalla magistratura, per raggiunti limiti di età, piuttosto che affrontare il Csm dopo le rivelazioni sui tentativi di condizionare la Consulta in vista del Lodo Alfano. Marra è stato invece trasferito dal Csm per incompatibilità ambientale. Carbone ha invece abbandonato l’ermellino, non essendo riuscito ad ottenere la “leggina”, fortemente chiesta al sottosegretario Caliendo da Lombardi, che doveva prolungare l'età di pensionamento dei magistrati (già al ragguardevole tetto di 75 anni).

Per ora sono tutte “persone informate dei fatti”, ma da un momento all'altro potrebbero entrare nella lista di indagati per appartenenza a società segreta. I pm Capaldo e Sabelli tireranno le somme a fine settimana. Sia Martone che Miller hanno dovuto ieri spiegare quale fosse il loro ruolo al famoso pranzo in casa Verdini del 23 settembre 2009, a due settimane dal 6 ottobre data fissata per la decisione della Consulta sul Lodo Alfano.

Tutti e due hanno minimizzato il significato dell’incontro, tutti e due hanno tenuto a precisare di non sapere che tra gli invitati c’era anche Flavio Carboni. Il primo ha preso le distanze da Lombardi, il secondo da Martino con i quali prima e dopo sono stati in contatto. Ascoltato di prima mattina, per sfuggire ai giornalisti, Miller (“Arci” per gli amici) ha detto ai pm (come poi ha fatto sapere): “Non ho mai esercitato pressioni sulle istituzioni”. Di sicuro, nel corso dell'interrogatorio, ha tirato un volano al sottosegretario Giacomo Caliendo - sul quale sarà votata oggi pomeriggio la fiducia alla Camera - confermando che tra i vari argomenti discussi c’era la sua candidatura alla Regione Campania (in alternativa a quella di Cosentino): “Loro insistevano, ma ho detto che non ero interessato ad entrare in politica”. Caliendo ha motivato la sua presenza all'incontro (solo 20 minuti) perché interessato alla candidatura di Miller. Candidatura che i carabinieri considerano un puro pretesto, utile a coprire la vera finalità della riunione (pilotare il Lodo Alfano) tanto che nell’informativa scrivono: “Il loro unico candidato è stato fino alla fine solo Cosentino”.

Martone ha affermato la sua totale estraneità alla P3. In precedenza con un comunicato aveva negato di aver partecipato alla cena in casa Verdini (in effetti si era trattato di un pranzo): “Non ho mai cercato di interferire con le decisioni dei giudici costituzionali”, ha infine dichiarato a mezzo stampa. Ma a smentirlo c’è una telefonate del solito Pasqualino poche ore dopo: “..Io farei una ricognizione...bisognerà vedere di raggiungere i contrari...ci sono tutti i mezzi possibili”.

Martone, Miller, Carbone, intramontabili carriere parallele. L’ultima volta che li incontriamo insieme è sul ricorso di Luigi De Magistris. Lasciamo a lui il j’accuse: “Il dottor Carbone in qualità di Presidente ha diretto le sezioni unite della Cassazione che dovevano decidere sul mio ricorso [...] quando mi fu sottratta illecitamente l’inchiesta Why Not...Il dottor Miller, già indagato per corruzione e concorso in associazione camorristica, poi archiviato, ha diretto senza soluzione di continuità inchieste amministrative e ispezioni ai miei danni dal 2005 al 2008 [...] Il dottor Martone ha rappresentato la Procura Generale della Cassazione in quella farsa di procedimento disciplinare imbastito ai miei danni”.

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