La confisca di beni dal valore di 800 milioni di euro all'ex manager della sanità privata Michele Aiello effettuata dai carabinieri del comando provinciale di Palermo rappresenta "l'ennesima conferma della volontà dello Stato di andare fino in fondo nella lotta alla mafia". Dalla maggioranza di governo si leva un coro di voci soddisfatte che ricalcano tutte lo stesso leitmotiv. L'unica variante degna di nota è quella introdotta da Mario Landolfi, componente della Direzione Nazionale del Pdl, che in un comunicato afferma: "Contro il crimine organizzato solo Mussolini ha fatto meglio di Berlusconi". Parole contestate dal portavoce dell'Idv Leoluca Orlando, che però trova appropriato il paragone tra il Duce e l'attuale presidente del Consiglio: "L'accostamento è assolutamente condivisibile: due capi di governo allergici alla democrazia".
"La confisca di beni per 800 milioni di euro a un imprenditore legato alle cosche palermitane è solo l'ennesima conferma della volontà dello Stato di andare fino in fondo nella lotta alla mafia - dichiara Landolfi - Cattura di latitanti, confisca di patrimoni illecitamente acquisiti, adozioni di norme più efficaci nell'azione di contrasto ai clan, da qualunque visuale si inquadri è innegabile il successo dell'attuale governo in questa ormai secolare battaglia. Anzi, sono certo di non offendere la verità affermando che contro il crimine organizzato solo Benito Mussolini ha fatto meglio di Berlusconi".
Pronta la replica dell'Idv, affidata a un comunicato di Leoluca Orlando: "Ancora una volta si cerca di attribuire al presidente del Consiglio plurinquisito, che con leggi ad personam e privilegi di casta si difende dai processi e non nei processi, meriti che spettano solo delle Forze dell'Ordine e ai magistrati impegnati, nonostante tutto, a fare fino in fondo il proprio dovere".
"Quanto al paragone tra Mussolini e Berlusconi non possiamo che essere d'accordo. L'accostamento - prosegue Orlando - è assolutamente condivisibile: due capi di governo allergici alla democrazia. Ma se si parla di lotta alla mafia, a quanti si avventurano in simili paragoni non resta che ricordare la vicenda del siluramento del prefetto, Cesare Mori, allontanato dal duce dopo i primi successi. Durante il ventennio la struttura di potere mafioso fu fatta apparire come sconfitta. Anche in quel caso si trattò di mera propaganda di regime, tanto che il sistema mafioso rimase inalterato, assumendo un ruolo egemone e perverso un'ora dopo lo sbarco degli alleati e la caduta del fascismo in Sicilia".
"Con la legge vergogna approvata da questa maggioranza - ribadisce Orlando - il patrimonio confiscato ad Aiello potrebbe essere svenduto ai prestanome dello stesso. Una evidente mortificazione dell'impegno generoso e del lavoro coraggioso di magistrati e delle Forze dell'Ordine".
(14 agosto 2010)
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