sabato 14 agosto 2010

Nelle carceri condizioni da tortura: un dossier


Loculi per carcerati, non celle. Docce insufficienti e malfunzionanti. Quando non piove dentro il carcere stesso. Gli istituti italiani di detenzione sono “fuorilegge”, denunciano le associazioni Antigone e A buon diritto con il settimanale Carta: hanno visitato 15 tra i più affollati istituti di pena d'Italia, tra il 21 giugno e il 2 luglio, e documentano in un dossier, presentato oggi alla Camera, come il sovraffollamento si sommi e aggravi le carenze strutturali che in ogni caso fanno ritenere le «carceri italiane fuori legge» e rappresentano «una violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea: un'ipotesi di tortura o trattamento inumano o degradante».

Fino a casi di un ospedale psichiatrico che fa pensare alla tortura. Durante un ciclo di ispezione negli ospedali psichiatrici giudiziari «abbiamo visto scene ottocentesche»: letti di contenzione, lenzuola sporche e nove detenuti nella stessa cella. Inoltre, per tenere in fresco l'acqua, le bottiglie erano lasciate nei water». Lo racconta il senatore Pd Ignazio Marino, presidente della commissione d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale, nella conferenza stampa alla Camera. «A Barcellona Pozzo di Gotto (Messina, Ndr) ci sono le situazioni peggiori» ha sottolineato Marino. Qui i detenuti «vengono tenuti legati ai letti con un buco per la caduta degli escrementi. L'ospedale psichiatrico messinese dipende ancora, ha spiegato il senatore, dal ministero della Giustizia, in quanto il governo siciliano non ha recepito il passaggio di competenze al ministero della Salute».

Per i detenuti comuni c'è poco da rallegrarsi. Lo spazio in cella per ogni detenuto arriva a essere due metri quadrati: è così nel piccolo Carcere di Pistoia (3 persone nelle celle di 6 metri quadri senza servizi) come a Milano-San Vittore (nella sezione nuovi arrivati 5-6 persone in camere di 9 metri con letti a castello a tre piani). Le presenze sono doppie (a Sulmona sono 444 invece di 270, a Fermo 80 invece di 45), quando non quasi triple, come a Bologna (452 posti e 1.158 detenuti) o Padova (250 invece di 98), rispetto alla capienza regolamentare. Le ore d'aria sono in alcuni casi solo due: succede a Poggioreale (Napoli), dove per altro non si svolgono al momento attività formative o scolastiche. Non è solo un problema di spazio appunto. Sollicciano, Firenze, 2versa in pessime condizioni igieniche”, ci sono infiltrazioni ovunque, piove dentro in molte zone, l'acqua calda nelle docce d'inverno è un optional (e quello delle docce che mancano o non funzionanoè un problema ricorrente).

Contro questo disastro Patrizio Gonnella (presidente di Antigone) e Luigi Manconi (presidente di A buon diritto) hanno presentato 15 esposti ai sindaci e ai direttori delle Asl competenti e degli istituti penitenziari visitati chiedendo «di provvedere immediatamente a superare, con ogni provvedimento opportuno o con ogni adempimento relativo al caso di specie, le violazioni».

Ricordiamo infine che se non si rispettano i diritti umani per i carcerati poi il concetto stesso della difesa di quei diritti si incrina per tutti. E infine che le carceri dovrebbero aiutare al reinserimento in società. In teoria. Non risulta sia così.



15 luglio 2010

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