sabato 7 agosto 2010

P3, Marra per due ore in Procura "Io Carboni lo feci arrestare"


MARIA ELENA VINCENZI

Pasquale Lombardi lo conosce da tempo. Ma non lo apprezza molto, anzi. È una persona insistente che ha sempre cercato di evitare. Flavio Carboni? Anche quella è una vecchia conoscenza: "Fui il primo ad arrestarlo per il crack del Banco Ambrosiano". Ha risposto così Alfonso "Fofò" Marra, presidente della Corte d'Appello di Milano, ai magistrati romani che lo hanno interrogato come persona informata sui fatti. Si chiude con la sua audizione, la settimana che il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli hanno dedicato alle toghe finite nelle intercettazioni sulla P3. Da oggi, verbali alla mano, si fa il punto della situazione. E si valutano altre eventuali iscrizioni nel registro degli indagati.

Marra che all'uscita da palazzo di Giustizia non ha voluto rilasciare dichiarazioni, con i pm ha parlato per oltre due ore. Un'audizione che è partita proprio dalla ricostruzione del suo rapporto con Pasquale Lombardi (finito in carcere l'8 luglio). "Lo conosco da anni", ha detto il giudice che per spiegare la loro frequentazione ha chiamato in causa i convegni di "Diritti e Libertà". "Ma non ho mai saputo che dietro di lui ci fosse Flavio Carboni", ha subito precisato. Che il faccendiere sardo fosse persona da evitare lo sapeva bene: "Sono stato io il primo ad arrestarlo per il crack dell'istituto presieduto da Roberto Calvi".

Nessuna pressione nemmeno per la questione della sua nomina a presidente della Corte d'Appello avvenuta il 3 febbraio scorso con una maggioranza di 12 voti contro 14: "Fu una scelta legittima perché ero il migliore tra i candidati". Nulla di più. Tutto quello che c'era dietro "Fofò" giura di non saperlo. Di non sapere nulla dei tentativi della loggia di agganciare a questo scopo i componenti del Csm. Nulla del motivo che ha spinto Lombardi, subito dopo la sua nomina, a dire al "sodale" Martino: "Allora, abbiamo fatto il presidente della Corte d'Appello. È tutto a posto". Lombardi, d'altronde, era uno che parlava troppo e a sproposito. Una persona petulante. Tanto che, ha detto Marra, quando si presentò a bussare al suo ufficio per la vicenda dell'esclusione della lista di Formigoni alle regionali, lo misi alla porta perché "erano giorni molto densi di impegni, proprio per questa decisione tanto attesa e non avevo tempo da dedicare a nessuno". Insomma, anche per il ricorso della "Lista per la Lombardia", ha chiarito, "non c'è stato alcun favoritismo".

Almeno per quello che lo riguarda, dunque, la P3 non esiste. Ma c'è anche chi pensa che non esista proprio. Dopo il ministro Alfano, contro l'inchiesta sulla loggia ieri si è scagliato il senatore Marcello Dell'Utri: "La verità è che la cosiddetta P3 non esiste. Fra poco mi arriverà un avviso di garanzia anche per la strage degli Innocenti o per il massacro dei bambini in Giudea". L'inconsistenza dell'accusa, secondo Dell'Utri, "appare agli occhi della maggior parte delle persone. Si è mai vista un'associazione che si riunisce in un bar? La famosa cena a casa di Verdini non aveva nulla a che vedere con le ipotesi di associazione segreta".

(07 agosto 2010)

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