GABANELLI: “NON CI LASCEREMO INTIMIDIRE” SAVIANO: “LOTTEREMO PER ANDARE IN ONDA”
di Carlo Tecce
La Rai è troppo avanti. Silvio Berlusconi querela Report per diffamazione e chiede il risarcimento per la puntata su Antigua, la Banca Arner, le ville e il riciclaggio. E poi il lato B. (in senso letterale) di una notizia svela l'effetto collaterale di un Lodo Alfano bis, in fase di rodaggio in Parlamento: “Se Berlusconi si ritiene diffamato ha il diritto di fare le azioni che giudica più opportune. Ma c'è una differenza tra me e lui - osserva Milena Gabanelli – perché lui mi può tirare in Tribunale, mentre io non potrei farlo con lui”. Uno scudo spaziale che trasforma la giustizia a sua immagine e somiglianza, non la libertà di Gabanelli e Report: “Non appena ricevo le carte, sarò pronta a difendermi. Non ci lasciamo intimorire, abbiamo 14 anni di precedenti per continuare. Quando avremo novità o spunti andremo avanti su Antigua”. Ogni giorno una critica o un ostacolo, cos'è adrenalina? “Una causa ha soltanto il sapore di un'intimidazione”, dice la conduttrice al Fatto. E nell’ufficio di presidenza del Pdl, mercoledì sera, Berlusconi aveva anticipato le sue intenzioni: “Report? Ormai sono abituato a questo tipo di cose. Del resto, è tutto regolare, sono cose assurde e inventate. Continuano a diffamare... In qualsiasi ora del giorno basta accendere la tv e trovi attacchi nei miei confronti, mai che ci sia qualcuno che spende parole in modo positivo. Non guardo più le trasmissione politiche perché sono di sinistra”.
C'È SEMPRE una brutta sorpresa che interrompe il lavoro dei giornalisti in Rai: sia una citazione in giudizio o una circolare di Masi. Ormai un foglio timbrato viale Mazzini, sempre di giovedì e sempre nel pomeriggio, è una tradizione per Annozero. Proprio ieri Masi ha spedito a Raidue un promemoria per Santoro: “I criteri di valutazione del Comitato sul Codice per la rappresentazione televisiva di vicende giudiziarie”. Uno zibaldone di articoli, valutazioni e divieti. Non risulta che Bruno Vespa, in onda con il plastico di Avetrana, abbia ricevuto una lettera simile.
LE FACCE e le storie di Annozero raccontano l'ultimo bavaglio del servizio pubblico. Michele Santoro, già sanzionato da Masi, riunisce i protagonisti di varie e diverse censure: Paolo Mondani di Report, criticato da una settimana per la sua inchiesta di Antigua, Loris Mazzetti di Raitre, già sospeso per i suoi articoli sul Fatto e Roberto Saviano, in bilico tra il lancio di Vieni via con me e un sabotaggio continuo. C'è il clima di Raiperunanotte. E Santoro rinuncia al monologo per montare un'anteprima con vecchi spezzoni che racchiudono l’identità del programma: l'intervento di Mazzetti, Daniele Luttazzi e Marco Travaglio al Paladozza di Bologna, l’intervista di Sandro Rutolo a Roberto Benigni e, per contrasto, il 'vedremo' su Annozero in onda di Masi nell'Ultima Parola di Gianluigi Paragone. Dice Benigni, trascinato nella polemica da viale Mazzini per il mancato contratto per Vieni via con me: “La libertà è dentro di noi”.
Il premio Oscar sarà ospite a titolo gratuito da Fazio. Saviano da Berlino e Mazzetti da Roma non offrono la libertà al sabotaggio di Masi: “Noi ci batteremo per andare in onda. Abbiamo superato - dice Mazzetti - momenti ancora più difficili. Dispiace avere tre settimane per organizzare una trasmissione prevista da sette mesi”. E l’autore di Gomorra: “La Rai è un’azienda che va contro se stessa. Addirittura ha negato l’albergo a Claudio Abbado. Io voglio rivolgermi al pubblico di destra e dinistra”.
L'AUTORITÀ di garanzia nelle Comunicazioni ha analizzato la presenza nei telegiornali di Pdl, governo e presidente del Consiglio. Più che una presenza, i numeri mostrano un'invasione: 65 per cento per il Tg1, 80 per Studio Aperto, 83 per il Tg4. Aspettando multe e nuove istruttorie, la Commissione servizi e prodotti dell'Agcom ha diffidano il Tg1 richiamato il Tg4 e Studio Aperto: “C'è un forte squilibrio a favore di governo e maggioranza. Cambiate registro oppure verranno adottati ulteriori provvedimenti”. Il consigliere Rizzo Nervo commenta con ironia: “Minzolini peggio di Emilio Fede: l'allievo ha superato il maestro”. E il 'direttorissimo' protesta: “Non si si può essere così khomeinisti nel dare queste valutazioni, altrimenti si è pretestuosi”. E pensare che in Commissione siede Antonio Martusciello, ex sottosegretario con Berlusconi e fondatore di Forza Italia. Il successore di Giancarlo Innocenzi, dimissionario per l'inchiesta di Trani. Non ha retto all’imbarazzo per le telefonate con il premier Berlusconi intercettate nell’inchiesta di Trani. All’Agcom volevano chiudere Annozero, adesso riprendono Minzolini. Paradossi.
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