La funzionaria punita fa appello Cgil: “Rappresaglia antisindacale”
di Beatrice Borromeo
Il messaggio della Rai è chiaro: non si può criticare l’azienda (nemmeno per il suo bene) neanche durante una riunione sindacale. Federica Tanzilli, la funzionaria punita per aver detto che in Rai c’è chi chiama Confalonieri “zio”, non ci sta e farà ricorso. Ha cinque giorni per impugnare il provvedimento che sospende il suo lavoro e la sua retribuzione. È la massima sanzione disciplinare prevista dopo il licenziamento: si tratta degli stessi 10 giorni di stop imposti a Michele Santoro.
Colpirne uno educarne cento
I FATTI: lo scorso 23 aprile, durante un’assemblea sindacale, Federica prende la parola. Già da un paio di giorni a viale Mazzini si protesta perché
Ma i dissapori con
Di rappresaglia antisindacale parla anche Alessio de Luca, responsabile per
I colleghi della Tanzilli che hanno assistito all’assemblea sono increduli: “La nostra Rai è stata invasa dai lanzichenecchi”. E poi: “Chi avrà ancora il coraggio di esprimersi sapendo che resterà senza stipendio?”. Ma c’è anche chi ricorda che “questa è l’azienda di Debora Bergamini, che prima di candidarsi col Pdl sedeva al settimo piano di viale Mazzini e si accordava sottobanco con Mediaset”.
Tutti raccontano che Federica è “sconcertata, arrabbiata e delusa. Non vogliono nemmeno dirle chi ha fatto la spia. Ha paura che ora possano licenziarla, anche se è consapevole di non aver detto nulla di male: che ci siano uomini di Berlusconi in Rai è notorio”. Lei, Federica, preferisce non parlare. Proprio perchè teme le conseguenze. 40 anni, romana,
Una comunista ? “Veramente della politica non le importa nulla – racconta De Luca della Cgil – non è nemmeno iscritta al sindacato”. E c’è chi giura che in futuro opterà per un lavoro da libera professionista oppure entrerà in magistratura, perchè “conoscendola è rimasta schifata dalla vicenda”.
Intanto il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Vigilanza, Pancho Pardi, ha presentato un’interrogazione alla Rai e al ministero del Lavoro.
Il caso in parlamento
“SANZIONARE i dipendenti che esprimono le proprie opinioni. Dove accade? – si domanda Pardi – Non in Cina, nè in Corea del Nord, ma alla Rai”. E ancora: “Come facciamo a stupirci che Saviano, Benigni, Santoro e tutti gli altri subiscono una guerra di logoramento se in Rai addirittura non si può essere liberi di parlare in un’assemblea sindacale? Al netto delle considerazioni sulla manifestazione interna – ha poi aggiunto Pardi – non è possibile che siamo già arrivati alla sanzione delle opinioni: vietato anche solo pensare in modo divergente dai dettami del manovratore.
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