venerdì 22 ottobre 2010

RAI, VIETATO DENUNCIARE L’INCIUCIO CON B.




La funzionaria punita fa appello Cgil: “Rappresaglia antisindacale”

di Beatrice Borromeo

Il messaggio della Rai è chiaro: non si può criticare l’azienda (nemmeno per il suo bene) neanche durante una riunione sindacale. Federica Tanzilli, la funzionaria punita per aver detto che in Rai c’è chi chiama Confalonieri “zio”, non ci sta e farà ricorso. Ha cinque giorni per impugnare il provvedimento che sospende il suo lavoro e la sua retribuzione. È la massima sanzione disciplinare prevista dopo il licenziamento: si tratta degli stessi 10 giorni di stop imposti a Michele Santoro.

Colpirne uno educarne cento

I FATTI: lo scorso 23 aprile, durante un’assemblea sindacale, Federica prende la parola. Già da un paio di giorni a viale Mazzini si protesta perché la Rai ha annunciato che non distribuirà i premi di risultato. Causa crisi, ma a risentirne non saranno gli stipendi d’oro dei dirigenti. E tantomeno si combatteranno gli sprechi. “Di cosa ci stupiamo? Da 10 anni all’ufficio scritture c’è una dirigente che proviene direttamente da Mediaset e che è solita riferirsi a Fedele Confalonieri chiamandolo zio”. Sarebbe questa la frase incriminata di Federica, accolta dagli applausi della platea. La (mai citata) “nipotina” del presidente di Mediaset sarebbe Chiara Galvagni, responsabile dell’ufficio scritture Rai. Fino al Duemila, quando è stata assunta dalla tv pubblica assieme ad altri dirigenti Mediaset, la Galvagni – descritta dai suoi colleghi come una donna molto influente in azienda – avrebbe lavorato ai vertici di Mediaset. E con l’azienda di Silvio Berlusconi avrebbe mantenuto forti contatti.

Ma i dissapori con la Galvagni cominciano dieci anni prima, quando Federica le fa causa (perdendo in primo grado, è in corso l’appello) per mobbing. Se c’è chi vede in questo precedente una delle cause della sanzione alla Tanzilli, la maggioranza dei suoi colleghi pensa invece che punire Federica sia da considerarsi un avvertimento a tutti.

Di rappresaglia antisindacale parla anche Alessio de Luca, responsabile per la Rai di Fig-Cgil: “Ribadisco che è stato un vero spionaggio. L’azienda manda infiltrati alle assemblee per sapere da che parte stanno i dipendenti. E’ un messaggio per nulla subliminale: sanzionare Federica per educare tutti”.

I colleghi della Tanzilli che hanno assistito all’assemblea sono increduli: “La nostra Rai è stata invasa dai lanzichenecchi”. E poi: “Chi avrà ancora il coraggio di esprimersi sapendo che resterà senza stipendio?”. Ma c’è anche chi ricorda che “questa è l’azienda di Debora Bergamini, che prima di candidarsi col Pdl sedeva al settimo piano di viale Mazzini e si accordava sottobanco con Mediaset”.

Tutti raccontano che Federica è “sconcertata, arrabbiata e delusa. Non vogliono nemmeno dirle chi ha fatto la spia. Ha paura che ora possano licenziarla, anche se è consapevole di non aver detto nulla di male: che ci siano uomini di Berlusconi in Rai è notorio”. Lei, Federica, preferisce non parlare. Proprio perchè teme le conseguenze. 40 anni, romana, la Tanzilli è entrata in Rai dieci anni fa vincendo un concorso. Si è laureata in giurisprudenza alla Sapienza di Roma (110 e lode) diventando avvocato poco dopo.

Una comunista ? “Veramente della politica non le importa nulla – racconta De Luca della Cgil – non è nemmeno iscritta al sindacato”. E c’è chi giura che in futuro opterà per un lavoro da libera professionista oppure entrerà in magistratura, perchè “conoscendola è rimasta schifata dalla vicenda”.

Intanto il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Vigilanza, Pancho Pardi, ha presentato un’interrogazione alla Rai e al ministero del Lavoro.

Il caso in parlamento

“SANZIONARE i dipendenti che esprimono le proprie opinioni. Dove accade? – si domanda Pardi – Non in Cina, nè in Corea del Nord, ma alla Rai”. E ancora: “Come facciamo a stupirci che Saviano, Benigni, Santoro e tutti gli altri subiscono una guerra di logoramento se in Rai addirittura non si può essere liberi di parlare in un’assemblea sindacale? Al netto delle considerazioni sulla manifestazione interna – ha poi aggiunto Pardi – non è possibile che siamo già arrivati alla sanzione delle opinioni: vietato anche solo pensare in modo divergente dai dettami del manovratore. La Rai deve essere liberata dal regime che la opprime in modo che chiunque possa esprimere la propria opinione senza essere sanzionato e che i vari Saviano, Fazio e Santoro possano andare in onda senza boicottaggi nè censure”.

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