sabato 23 ottobre 2010

L’uomo delle balle: “In 10 giorni tutto ok”





MA BOSSI: COSÌ CI SCAPPA IL MORTO
LA UE: INTERVENIRE O NIENTE FONDI

di Sara Nicoli

Ed è ancora “ghe pense mi”. Terzigno brucia, persino Bossi dice che bisogna intervenire “prima che ci scappi il morto” ma Berlusconi minimizza. “In dieci giorni tutto a posto, le nostre soluzioni al problema dei rifiuti sono valide e durature nel tempo”. Come no. Il presidente della Repubblica ha espresso “pena e crescente allarme”, chiamando il governo ad assumersi “le sue responsabilità al più alto livello; mi attendo che vengano dai napoletani comportamenti ispirati al più forte senso civico e spirito di solidarietà”. Si vedrà. Intanto la monnezza brucia e la tensione sale. La polveriera rifiuti in Campania è di nuovo emergenza. Grave. Eppure per il Cavaliere “il sistema di smaltimento dei rifiuti non è messo in crisi da quello che sta succedendo, semplicemente in un sistema che prevede diversi fattori di soluzione, se viene a mancare una di questi fattori la situazione subisce delle difficoltà”. Guai sempre più grossi in vista, insomma: la soluzione vera pare proprio di là da venire. Anche perché ieri è sceso a Napoli Bertolaso per la sua - forse - ultima missione impossibile (l’11 novembre sarà sostituito dal prefetto Franco Gabrielli, ex 007 oggi alla guida della prefettura de L’Aquila) perché l’operazione Terzigno sarà gestita dalla Protezione civile, mentre il governo si è detto pronto a stanziare “14 milioni di euro in opere di compensazione”; cosa voglia dire esattamente non è dato sapere.

MA NELL’AMBITO dell’opera di gettare acqua sul fuoco, Berlusconi ha messo di mezzo pure il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, strappandogli una relazione che garantirebbe “che in questo momento non ci sono preoccupazioni per la salute dei cittadini”. Ci vuol coraggio a sottoscrivere una frase come questa (figurarsi un’intera relazione) davanti a montagne di rifiuti che quando bruciano riempiono l’aria di veleno. E “s’appicciano” con una facilità impressionante. Terzigno è una trincea, ma il Cavaliere non ci ha provato neppure un attimo, ieri mattina a palazzo Chigi, presenti Letta e Bertolaso ma anche Tremonti, Maroni e la Prestigiacomo, a far finta di aver preso sul serio l’allarme che sale ancora una volta dalla Campania. Nella migliore tradizione dei suoi discorsi, ha spazzato via ogni immagine di emergenza da affrontare disegnando uno scenario da favola per il futuro prossimo di Terzigno, anche se l’emergenza è adesso: “Impianti di depurazione, bonifiche, impianti idrici e fognari, riqualificazione urbana”. Il massimo è stato toccato quando ha detto: “Sulle cave che ospitano i rifiuti in Campania ci saranno prati e boschi, riqualificando un territorio pieno di ferite; perché presto ci saranno i termovalorizzatori come quello di Acerra”. Eccola la parola magica: Acerra. Che, a parere di Berlusconi, “funziona perfettamente”. E visto che proprio non ci si può trattenere dal dare delle scadenze molto prossime alla soluzione di problemi annosi, perché l’importante sono le speranze, non le soluzioni, ecco che Bertolaso ha annunciato che “il termovalorizzatore di Acerra funzionerà a pieno regime entro la fine di novembre”. Quindi su Terzigno: “Il disagio della cittadina è causato dai miasmi e dal passaggio dei camion dovuti ad una gestione precaria della discarica; quando c’era la protezione civile non c’erano odori e non c’era un gabbiano”. Quindi, in un crescendo rossiniano di promesse: “Presto saranno aperte tre nuove discariche e i termovalorizzatori di Napoli e Salerno; si risolverà tutto, non ci sarà alcun problema”. Si fa fatica a crederci guardando lo scenario dantesco che è Terzigno.

E NON AIUTA certo sapere che pure la commissione europea si è messa di traverso esprimendo “preoccupazione” per la questione Terzigno. “La situazione è molto seria – ha commentato Janez Potocnik, portavoce del commissario all’Ambiente – ci auguriamo che le autorità italiane risolvano il caso al più presto”. Il guaio è, semmai, che la stessa Ue ha messo bene in chiaro che non seguirà gli intenti del governo italiano di dare vita ad una discarica in un parco nazionale. Judith Merkies, presidente della commissione d’inchiesta parlamentare europea, è stata spietata con il governo italiano: “Si possono dimenticare di veder sbloccare i 145 milioni di euro di fondi attualmente congelati in Commissione europea!”. Già, perché anche lì sono state dette un bel po’ di bugie, tanto che la Merkies ha svelato che in passato aveva avuto assicurazioni “ben diverse” dalle autorità italiane, anche rispetto a quello che sta avvenendo oggi in Campania. Nessuno, evidentemente, le aveva chiarito che la discarica in questione era quella di Cava Vitiello, nel bel mezzo del parco del Vesuvio. Insomma, un gran pasticcio. Sul quale Berlusconi insiste a non vedere i connotati dell’emergenza: “Non ci sembra un fenomeno così grave da richiedere un piano di emergenza, vediamo l’estensione locale di certi fenomeni che non ci preoccupa”. E infatti Mara Carfagna ieri ha dato il meglio di sè in fatto di propaganda: “Contiamo non solo di risolvere in dieci giorni questa nuova emergenza – ha sottolineato la ministra con il collegio elettorale a Napoli – ma di lasciarci per sempre alle spalle il dramma dei rifiuti e di restituire finalmente alla popolazione una Regione pulita”. Un miracolo come questo non riuscirebbe nemmeno a San Gennaro. Figurarsi al Caimano.

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