Lodo Calderoli per salvare le “Guardie Padane” sotto processo.
L’Idv: abusi e bugie al Parlamento
di Caterina Perniconi
Le leggi ad personam non sono più solo per Berlusconi. Se 36 esponenti politici della Lega sono coinvolti in un processo per “associazione militare per scopi politici” hanno assolutamente bisogno di un Lodo. A costo di mentire davanti al Parlamento per realizzarlo. Ieri l’Italia dei Valori ha denunciato il ministro per
DOPO UN ARTICOLO uscito sul Fatto Quotidiano, il presidente dei deputati dell’Idv, Massimo Donadi, ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda, alla quale Calderoli ha risposto la scorsa settimana. L’articolo spiegava come nel decreto omnibus entrato in vigore il 9 ottobre, denominato “Codice dell’Ordinamento Militare”, ci fosse una norma fatta apposta per abrogare la pena che prevedeva da
Ma ieri sia Roberto Calderoli sia Massimo Donadi hanno ricevuto una lettera del consigliere di Stato Vito Poli, ex presidente del comitato scientifico citato dal ministro, che dopo aver ascoltato la risposta all’interrogazione parlamentare ha ritenuto necessario denunciarne i contenuti: “Nessun componente del comitato scientifico – scrive Poli – ha proposto (o inserito nel relativo elenco) l’abolizione del decreto in questione”. L’inserimento dello stesso nel Codice “costituisce evidente errore materiale risultando assolutamente incoerente, dal punto di vista logico-giuridico”. E per quanto riguarda la possibilità di rettificare l’errore Poli dichiara che la procedura “tempestivamente attivata dal Capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Difesa e condiviso dalla Presidenza del Consiglio” è stata interrotta per “esplicito diniego opposto dall’ufficio legislativo del ministero per
ANTONIO DI PIETRO ha annunciato un esposto in procura per i reati d’abuso dopo una “porcata ministeriale” e un’immediata mozione di sfiducia. Donadi ha informato con una lettera anche la presidenza della Repubblica: “Poiché ritengo la lettera del consigliere Poli sicuramente attendibile, ne consegue che il ministro Calderoli avrebbe non solo mentito al Parlamento e al Paese, ma che, verosimilmente, sarebbe intenzionalmente intervenuto dapprima per includere quel reato tra le norme da abrogare e successivamente per assicurarsi che l’abrogazione entrasse in vigore”. Tra l’altro il danno non è rimediabile. Perché il fatto che questa legge sia stata promulgata permette agli imputati di invocarla, per favor rei,anche qualora venisse cancellata. “Dagli atti parlamentari si evince la mia totale estraneità e non responsabilità riguardo a quanto mi viene contestato” ha risposto Calderoli. In ogni caso i suoi compagni di partito sono salvi.
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