di Ivana Gherbaz
Treviso
L’orrore a volte sembra non avere limiti. Eppure c’è chi ha avuto la pessima idea di riprodurre la scritta che sta sopra al cancello d’entrata del campo di concentramento di Auschwitz, e adattarla ai tempi nostri. È Francesco Montagner, presidente della Scuola volo di Treviso, che qualche giorno fa ha sistemato sul cancello dell’aeroporto di Treviso la scritta, per giunta in tedesco, “Fliegen macht frei” (il volo rende liberi), che ricalca la crudele frase “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi). A denunciare fin da subito la vicenda il quotidiano di Treviso
“UN ATTO di protesta – spiega – Montagner”, che si sente un perseguitato come i milioni di persone che hanno perso la vita nei campi di sterminio nazisti, ma soprattutto è soddisfatto per, a suo dire, la riuscita dell‘iniziativa. La protesta di Montagner nasce dopo che l’Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, e la società AerTre controllata dalla Save, che gestisce l’aeroporto di Treviso, hanno deciso di recintare la zona attorno alla scuola di volo per questioni di sicurezza, per evitare l’accesso diretto alle piste. In uno scalo che si sta ingrandendo e punta ad arrivare a 2 milioni di passeggeri, “con voli sensibili verso l’Inghilterra ed il Medio Oriente, la sicurezza non può essere trascurata”, ha spiegato l’amministratore delegato della Save Paolo Simoni. “Quella recinzione – dice Montagner – richiama i campi di concentramento. Ora non possiamo più entrare nei nostri locali senza sottostare a numerosi controlli, e ho subito un calo delle attività. Così ho deciso di fare le barricate. La scritta è di plastica, anche se è fatta bene, non so quanto reggerà. Senza un messaggio forte, in questo caso il richiamo all’Olocausto, la mia protesta non avrebbe avuto la stessa risonanza. Con il pieno rispetto per i campi di concentramento, ma non capisco perché
UN MESSAGGIO di pessimo gusto – ha detto il rabbino capo di Venezia Elia Richetti “che banalizza un messaggio che ricorda l’Olocausto di milioni di persone, per scopi diversi”. Anche per lo storico dell’ebraismo Riccardo Calimani si tratta di un gesto di insensibilità e ignoranza: “Una profanazione che non otterrà il fine voluto, bisogna stare attenti al verificarsi di episodi come questi”. A chiederne la rimozione immediata l’Enac, mentre il procuratore capo di Treviso, Antonio Fojadelli, parla di offesa specifica e si riserva di procedere per far togliere ed eventualmente sequestrare l’insegna in questione.
1 commento:
A RIPROVA DELLA CIRCOSTANZA CHE "LA MAMMA DEI CRETINI E' SEMPRE INCINTA".
SOLO CHE 'CRETINI' DI QUESTO CALIBRO SONO NON SOLO STRONZI MA ANCHE PERICOLOSI.
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