venerdì 12 novembre 2010

Mozione di sfiducia di Pd e Idv Bersani: "Adesso Fini deve decidere"


Guerra di mozioni in Parlamento e gara a presentarle. Alla Camera Pd e Idv (dopo aver informato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini) avuto sentore di una verifica da iniziare in Senato, come sosteneva Cicchitto in mattinata, ne presentano una di sfiducia al governo. Contemporaneamente, al Senato, il Pdl reagisce con una mossa analoga ma a sostegno dell'azione dell'esecutivo, chiedendone la calendarizzazione in tempi che non intralcino l'approvazione del documento di bilancio e della legge di stabilità. Il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini ha anche scritto al presidente Gianfranco Fini per chiedere l'immediata convocazione della conferenza dei capigruppo per la calendarizzazione della mozione: la capigruppo si terrà martedì, ma calendario alla mano la mozione verrà esaminata dall'aula, molto probabilmente, dopo la Finanziaria. Ovvio l'intento dei contendenti di far giocare la partita sulla fiducia/sfiducia sul terreno più favorevole: il Senato per la maggioranza, la Camera per le opposizioni (e per i finiani). Sui tempi del voto, comunque, la decisione passa ai presidenti di Camera e Senato, cioè a Gianfranco Fini e Renato Schifani, visto che il ramo del Parlamento che per primo voterà la propria mozione sarà quello che per primo calendarizzerà il voto nella conferenza dei capigruppo. "La mossa al Senato è solo traccheggiamento. A Montecitorio c'è già una mozione di sfiducia. Io voglio credere che si eserciti la coerenza di tutti quelli che pensano che questa fase è finita e questa è un'occasione per dimostrarlo" afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani con chiaro riferimento ai finiani. Secca la bocciatura di governo Berlusconi bis: "E' ad un passo dal delirio".

I nuovi sviluppi arrivano il giorno dopo il confronto tra Bossi e Fini 1, un colloquio che avrebbe dovuto favorire un chiarimento sul futuro della maggioranza, ma che si è risolto con un nulla di fatto.

L'annuncio delle due mozioni è stato preceduto dalle dichiarazioni con cui il capogruppo del Pdl a Montecitorio
Fabrizio Cicchitto ha prospettato l'apertura di una vera e propria verifica parlamentare al termine della sessione di bilancio: "Il chiarimento vero verrà dopo la Finanziaria. L'andare avanti e il recarsi in Parlamento sono le due facce della stessa medaglia. Faremo una verifica parlamentare, al Senato e alla Camera e lì si vedrà quale sarà l'orientamento della maggioranza di deputati e senatori". "Se sarà un orientamento favorevole al governo - ha aggiunto - si andrà avanti. Qualora ci fosse un atteggiamento diverso per noi è chiaro che l'unico sbocco democraticamente possibile è tornare davanti al popolo sovrano".

Sul fronte opposto
Antonio Di Pietro chiama a raccolta "tutti quei parlamentari di Camera e Senato che fino ad ora hanno detto che la politica di Berlusconi è una politica fatta male, negli interessi solo suoi e non degli italiani. Oggi siano coerenti e lo sfiducino o gli neghino la fiducia". Più cauti i centristi: "Faremo asse con Fli e Api" dice il segretario Lorenzo Cesa che comunque continua a bocciare un Berlusconi bis.

(12 novembre 2010)

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