BORGHESI ACCUSA: L’EX PM È STATO RINVIATO A GIUDIZIO, QUINDI DEVE RISPETTARE IL CODICE ETICO E SOSPENDERSI
di Caterina Perniconi
“Sarebbe davvero sorprendente se dovessimo scoprire che anche nell’Italia dei Valori la giustizia non è uguale per tutti e che c’è qualcuno che è più uguale degli altri”. All’interno del partito di Antonio Di Pietro è scoppiato il “caso De Magistris” e c’è chi si appella al rispetto della morale e chiede la sua sospensione. La ragione del contendere è il rinvio a giudizio dell’ex magistrato in un processo innescato da un commerciante salentino che ha denunciato alcuni togati per favoreggiamento con banche usuraie. “Ti saresti rifiutato d’indagare – lo accusa Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell’Idv – come ordinato dal Gip, su collusione fra magistrati di Lecce e magistrati di Potenza, con ipotesi di reato gravissime che vanno dall’associazione per delinquere, all’estorsione, al favoreggiamento di banche che applicano tassi usurari e che gli erano state ordinate da un Gip”.
SECONDO Borghesi, il comportamento di De Magistris potrebbe esporre il partito a rischio di attacchi politici. Per questo motivo, in duro intervento sul suo sito Internet, ha chiesto l’autosospensione dall’Idv dell’ex magistrato, almeno fino a quando la sua posizione sarà chiarita. “Quello che avevo da dire l’ho scritto, preferisco non commentare oltre”, risponde Borghesi al Fatto Quotidiano, ma quando gli si chiede di chiarire la difesa di Luigi De Magistris, ovvero che i reati di cui è accusato sono di ben diversa gravità rispetto a quelli a cui viene paragonato, Borghesi incalza: “Di certo non posso accettare che nel mio partito si parli di ‘processi politici’ o processi ‘meno importanti’, cioè che si usino gli stessi termini di chi lei sa. Quando io ho abbracciato questo partito l’ho fatto perché condividevo precisi valori. Se poi l’Idv deciderà di cambiare il codice etico, ne discuteremo e decideremo il da farsi”. Borghesi, infatti, proviene dalla Lega Nord, dalla quale si è dimesso per divergenze politiche nel 1998, e ha aderito al partito di Di Pietro nel 2000. “Sono contento che i nodi vengano al pettine – risponde De Magistris raggiunto telefonicamente a Bruxelles – io e Di Pietro abbiamo decine di procedimenti penali perché ci scagliamo contro questo sistema immobile e corrotto. Lavoriamo per il paese senza condizionamenti e quindi siamo esposti a ritorsioni di questo genere. Borghesi o non lo capisce o è in malafede. E dato che lui è vicepresidente del gruppo parlamentare dell’Idv è evidente che c’è un problema politico e su questo Di Pietro si deve pronunciare. In ogni caso, io sono molto amareggiato e non mi lascio condizionare da una cavolata”. Ma Di Pietro, per adesso, della questione non vuole parlare. Eppure il partito si è riunito più volte per discutere il problema.
A MEDIARE ci pensa il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi: “Il codice etico è sacro e va rispettato alla lettera, ma bisogna anche valutare ciò che sta accadendo. È inevitabile che per persone che nel loro percorso pre-politico hanno combattuto in trincea per scardinare il sistema del malaffare politico, finanziario e della criminalità organizzata, sia necessario un approfondimento in più. Perché se avessimo ragionato così dall’inizio, Di Pietro non avrebbe potuto fondare l’Idv per gli strascichi di Mani Pulite da cui poi è stato completamente scagionato”.
L’ex magistrato napoletano intanto, chiarisce anche dal suo blog: “Non mi sono rifiutato di indagare su niente, non l’ho mai fatto, anche quando indagare significava toccare il ‘ghota’ del potere colluso e dell’economia opaca, della massoneria e delle istituzioni deviate, esponendosi professionalmente a ritorsioni pesanti che, puntualmente, sono poi arrivate, tanto da costringermi a lasciare il lavoro che amavo”. E poi si rivolge direttamente a Borghesi: “Abbi coraggio, caro Antonio, e formula la domanda in modo netto: vuoi che mi dimetta e lasci l’Idv? Quali danni posso arrecare a questo partito? Forse il consenso che ho ricevuto alle ultime elezioni è un danno? Possiamo guardare anche la nostra trave o dobbiamo solo concentrarci sulla pagliuzza nell’occhio politico altrui, aspettando il prossimo puro che ci epuri senza esserci noi, per primi, epurati da chi veramente scredita l’Idv dal di dentro?”.
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