Trasmesse in inglese le intercettazioni di B. contro Annozero
di Alessio Leccese
Bruxelles
“Quarant’anni fa, quando lavoravo come corrispondente della stampa radiotelevisiva di Ljubliana e del giornale Delo, i media italiani erano un esempio, per me e i miei colleghi, che avevamo vissuto un sistema di libertà limitate. Non posso dire che il giornalismo italiano sia ancora in grado di incoraggiare allo stesso modo pubblico e professionisti”. Dinanzi allo scandalo Annozero e all’inchiesta di Trani sulle pressioni del premier Silvio Berlusconi, l’eurodeputato liberale sloveno, Ivo Vajgl, parla apertamente di populismo politico.
IERI IL TRANI-GATE è arrivato a Bruxelles: le intercettazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi, l’ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi e il direttore generale della Rai Mauro Masi sono state trasmesse in un’aula del Parlamento europeo, tradotte in inglese, e accompagnate da un’animazione video, per un’audience internazionale. Un’iniziativa degli eurodeputati Idv Luigi De Magistris e Sonia Alfano, che hanno promesso di trasmettere le intercettazioni in tutta Europa: “Abbiamo portato queste intercettazioni in Europa per mettere in guardia l’Ue sul rischio che sta correndo: l’attacco alla libera informazione non è solo un caso italiano ma rischia di diffondersi come un virus in tutto il continente”, dice De Magistris che insieme ad Alfano promettono fermamente: “Manderemo questo video con le intercettazioni in tutta Europa per mostrare l’ingerenza del potere politico nell’informazione in Italia, uno dei 27 Paesi membri Ue”. Anche Juan Fernando Lopéz Aguilar, socialista spagnolo, presidente della commissione Libertà civili al parlamento europeo, s’è detto preoccupato del caso italiano: “Il pluralismo informativo è uno dei valori fondanti dell’Unione europea. Parlare dei problemi d’informazione in Italia, Bulgaria o Romania al Parlamento europeo è importante per l’Unione intera”.
Anche tradotte in un’altra lingua, le pesanti invettive di Silvio Berlusconi a un membro dell’Agcom hanno raggelato l’atmosfera, nell’aula del Parlamento, gremita di persone. Annozero, trasmissione da sempre indigesta al leader del partito dell’amore, andava chiusa. A tutti i costi. Nemmeno l’animazione video ha attenuato l’effetto delle incredibili pressioni su un Innocenzi fattosi piccolo piccolo al telefono con il “grande capo”. Solamente gli insulti, in inglese, hanno fatto sorridere la platea internazionale, incredula di fronte a un evento che mai si penserebbe possa capitare in una democrazia occidentale: in un Paese Ue, appunto.
All’incontro ha partecipato Antonio Massari, giornalista de Il Fatto Quotidiano e autore dell’inchiesta Trani-gate condotta dalla piccola procura barese nel marzo 2010. La storia è nota: un intreccio ai limiti del possibile tra potere politico, informazione e organi di controllo. Personaggi che mai avrebbero dovuto parlare tra loro, non in questi termini, almeno. Per mesi la procura di Trani ha ascoltato in silenzio le pressioni di un Berlusconi “sull’orlo di una crisi di nervi” fatte – o meglio: urlate – a Giancarlo Innocenzi, commissario Agcom, affinché intervenisse per chiudere una trasmissione televisiva che si occupava del caso Mills, della trattativa tra Stato e Cosa Nostra, del caso D’Addario, insomma di notizie che non dovevano esser date. “S’è fatto di tutto per attirare l’attenzione sul perché, della vicenda, si occupasse proprio la procura di Trani, oppure sulla fuga di notizie giudiziarie, mentre lo scandalo era nelle pressioni esercitate sulla Rai”, ha sottolineato il giornalista televisivo tedesco Udo Gumpel. Non sorpreso, invece, Loris Mazzetti, che nella sua lunga carriera, in Rai, ne ha viste delle belle.
“NOVE MESI DOPO non è cambiato nulla: Annozero è ancora sotto attacco e due dei suoi più preziosi collaboratori, Marco Travaglio e il vignettista Vauro, lavorano da mesi senza un contratto”, denuncia Massari.
Non solo politici all’evento, ma tanti ragazzi e ragazze italiani venuti appositamente dall’Italia. Come Valeria Grasso, 40 anni, piccola imprenditrice di Palermo: “Queste intercettazioni per me sono una novità, non le avevo mai ascoltate in italiano. Portarle e parlarne in Europa è fondamentale per aiutare noi a restare in un’Italia libera e democratica”.
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