di ALBERTO CUSTODERO
Il ministro dell'Interno a Vieni via con me ha suscitato critiche bipartisan da parte dei sindacati di polizia. Per le associazioni sindacali, Roberto Maroni alla trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano non ha detto nulla di nuovo rispetto alla linea seguita in questi due anni di governo. In compenso, non è piaciuta la difesa d'ufficio della Lega Nord da parte del titolare del Viminale il quale, secondo i sindacati, avrebbe dovuto difendere con la stessa veemenza, in qualità di ministro, le forze dell'ordine dai tagli del governo. Ecco i commenti dei segretari dei principali sindacati di polizia di entrambi gli orientamenti politici raccolte a caldo, subito dopo l'intervento di Maroni alla trasmissione di RaiTre.
Enzo Letizia, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia. "Ringraziamo il ministro Maroni per gli elogi alle forze dell'ordine. Tuttavia non siamo d'accordo con il suo modello federale della polizia per combattere le mafie. I nostri studi hanno evidenziato che la polizia locale, poiché subisce le pressioni degli amministratori, perde indipendenza, imparzialità e terzietà. Se la polizia non è forte e autonoma dalla pubblica amministrazione, rischia di "non controllare" eventuali comportamenti corruttivi dei pubblici amministratori che rappresentano la gran parte delle cause degli scioglimenti dei comuni per infiltrazioni mafiose. Se oggi, con una polizia forte e autonoma, non è stato concesso dal governo lo scioglimento del comune di Fondi richiesto
dallo stesso ministro Maroni, figuriamoci che cosa potrà succedere nel caso in cui la polizia sarà alle dipendenze di amministrazioni colluse con le mafie. Non si arriverà neppure alle richieste di scioglimento".
Filippo Girella, segretario nazionale Ugl (area centrodestra). "Gli arresti sono merito dei poliziotti e dei carabinieri grazie al loro spirito di responsabilità e sacrificio, nonostante le sempre più esigue risorse messe a disposizione dal governo. Ieri sera il ministro ha avuto il buon senso di riconoscere (contrariamente a quanto ha sempre fatto), che quegli arresti non sono merito del governo ma delle polizie. A proposito della lotta alla mafia, dal ministro gradirei però in futuro sentir parlare di misure che garantiscano la certezza della pena. Gradirei sentir parlare di misure legislative che consentano a polizia e carabinieri di continuare a fare indagini senza avere limitazioni alle intercettazioni. Gradirei che il ministro proponesse l'adozione di sgravi fiscali per finanziare la produttività delle forze dell'ordine. Visto che gli stipendi non ce li possono aumentare, che almeno ci concedano sgravi fiscali a riconoscimento dei grandi meriti da loro stessi riconosciuti nella lotta alla mafia".
Claudio Giardullo, segretario nazionale Silp-Cgil. "La caccia ai latitanti è ovviamente un'attività fondamentale nel contrasto all'attività mafiosa. Si deve però sapere che se dovesse essere promosso per meriti straordinari qualcuno di quei poliziotti che hanno arrestato il boss della camorra Iovine, prenderebbe solo una qualifica sulla carta. Ma non percepirebbe alcun trattamento economico perché
Franco Maccari, Coisp (area centrodestra). "Cosa ha detto di nuovo? Mi spiace dirlo perché lo ritengo un uomo di spessore, purtroppo, però, da due anni continua a ripetere sempre la stessa tiritera trita e ritrita degli arresti dei latitanti. Ma come ha detto il procuratore di Reggio Calabria Gratteri, quei risultati vengono grazie ad anni di indagini. Anzi, la dico tutta: questo governo di leggi che servano all'operatività delle polizie non ne ha fatta mezza. A noi poliziotti non ci ha aiutato per nulla. Forse un aiuto arriverà un domani quando sarà disponibile il fondo di soldi sequestrati alla mafia, soldi propagandati dal governo come gli aerei di Mussolini. A oggi non è stato impiegato un solo euro di quel fondo, però hanno creato le strutture che li gestiranno. Concludo con una battuta: se Maroni vorrà essere al cento per cento ricordato come un grande ministro, dovrà farsi ascoltare dal resto del governo. In questi due anni a tal proposito ha fallito su tutta la linea. Voglio ricordargli che gli arresti li facciamo noi, con i nostri sacrifici, mentre il governo propone leggi vergogna che ci impediranno di fare intercettazioni".
Felice Romano, segretario generale Siulp. "Rispetto alle roboanti premesse sullo scontro Saviano-Maroni, ho preso atto con molto piacere che il ministro ha rispettato il suo ruolo istituzionale. Ho preso atto altresì della foga con la quale ha difeso il suo partito da quelle che riteneva accuse infondate. Quando ha parlato della vittoria dello Stato, però, mi sarei aspettato che con la stessa fermezza con la quale ha difeso
(23 novembre 2010)
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