domenica 2 gennaio 2011

“Una guerra di muscoli”


LA CARICA ideologica con cui il nostro governo, fin dall’inizio, ha affrontato la questione Battisti ha purtroppo generato una reazione uguale e contraria da parte del Brasile”. Secondo Lucia Annunziata, editorialista del La Stampa e conduttrice del programma In Mezz’ora su Raitre, il governo Berlusconi non è stato affatto latitante, anzi.

Dunque ha ragione Umberto Bossi, che ha liquidato la vicenda della mancata estradizione di Cesare Battisti da parte di Lula con uno sprezzante “Un presidente di sinistra che ha salvato un uomo di sinistra”?

“Purtroppo non è da escludere - risponde Annunziata - forse con un governo di centrosinistra le cose sarebbero andate diversamente. E questa volta, lo dico con amarezza, non sto dalla parte di Lula. Quella del Brasile è stata una reazione sciocca, per non dire altro. Ma fin dall’inizio, quando ancora era una questione italo-francese, il centrodestra (La Russa in primis) aveva messo su Cesare Battisti un carico da novanta, con toni sbagliati del tipo ‘Ora ve la facciamo vedere...’. I risultati, purtroppo sono questi”. C’è stata una latitanza della diplomazia e del ministro degli Esteri, definito “fattorino” in un cablo di Wikileaks? “Frattini è stato definito ‘messenger’, che non vuol dire fattorino, ma messaggero. E i ministri degli esteri, oggi, non possono che essere quello, non hanno potere. Quanto alla diplomazia, oggi ha l’unico scopo di far fare brutta figura agli altri. Cosa francamente un po’ avvilente”. Quando ci sono di mezzo i diritti umani (vedi rapporti privilegiati con Russia e Libia e la deferenza verso la Cina) B. non sembra cavarsela molto bene: “Non credo - conclude Annunziata - la politica estera di Berlusconi non è che la prosecuzione di camini già intrapresi in precedenza. L’unica virata netta è stato il marcato filoamericanismo con cui il nostro governo si è accostato alle questioni mediorentali”.

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