BEPPE GIULIETTI
“Ora comincio a capire Santoro io”, così avrebbe detto l’ex
direttore del tg1 Minzolini parlando del suo contenzioso giudiziario
con la Rai. Per sua fortuna Santoro deve essere andato in
vacanza altrimenti si sarebbe già messo al telefono per chiamare gli avvocati e
tutelarsi da un paragone “tecnicamente diffamatorio”. L’ex direttore,
infatti, è stato sospeso dalla carica per uso improprio di carta di credito e non certo su
richiesta del Presidente del Consiglio in carica come invece accadde a Santoro.
Per la verità i nomi dei due giornalisti compaiono appaiati nelle intercettazioni telefoniche agli atti presso il tribunale di Trani. Uno dei due viene indicato come persona sgradita e da cacciare, l’altro come un amico fedele e sempre pronto ad afferrare il microfono per regolare i conti con i nemici del Presidentissimo di allora, nonché proprietario della azienda concorrente. Provate voi ad immaginare quale dei due dovesse essere cacciato, insieme a Travaglio e a tutta la compagnia? Per il resto Santoro è stato rimosso e messo in condizione di andarsene per aver dato anche le notizie che non piacevano al regime, il Tg1 invece è stato lasciato da milioni di persone per non aver dato le notizie che non piacevano al regime, in quella negazione c’è tutta la differenza.
In ogni caso se Minzolini avverte tutta l’amarezza del doversi presentare in tribunale potrebbe chiedere una consulenza a Tiziana Ferrario, a Maria Luisa Busi, a Elisa Anzaldo, a Paolo Di Giannantonio, a Raffaele Genha, a Massimo de Strobell, a Bruno Mobrici….e ai tanti altri che ha cacciato, emarginato, costretto a rivolgersi al medesimo tribunale.
Naturalmente gli auguriamo di vincere in tribunale e di dimostrare che i fatti a lui contestati, e che nulla hanno a che vedere con l’articolo21 della Costituzione, sono inesistenti, ma le ragioni della sua sconfitta non stanno certo in una carta di credito, ma piuttosto nel “discredito” che ha concorso a determinare il naufragio di quella che un tempo era la testata ammiraglia della Rai. Naturalmente anche per questo il vecchio Silvio non dimenticherà mai il favore ricevuto e di certo troverà se non una ammiraglia, almeno una scialuppa di salvataggio per il direttorissimo.
Per la verità i nomi dei due giornalisti compaiono appaiati nelle intercettazioni telefoniche agli atti presso il tribunale di Trani. Uno dei due viene indicato come persona sgradita e da cacciare, l’altro come un amico fedele e sempre pronto ad afferrare il microfono per regolare i conti con i nemici del Presidentissimo di allora, nonché proprietario della azienda concorrente. Provate voi ad immaginare quale dei due dovesse essere cacciato, insieme a Travaglio e a tutta la compagnia? Per il resto Santoro è stato rimosso e messo in condizione di andarsene per aver dato anche le notizie che non piacevano al regime, il Tg1 invece è stato lasciato da milioni di persone per non aver dato le notizie che non piacevano al regime, in quella negazione c’è tutta la differenza.
In ogni caso se Minzolini avverte tutta l’amarezza del doversi presentare in tribunale potrebbe chiedere una consulenza a Tiziana Ferrario, a Maria Luisa Busi, a Elisa Anzaldo, a Paolo Di Giannantonio, a Raffaele Genha, a Massimo de Strobell, a Bruno Mobrici….e ai tanti altri che ha cacciato, emarginato, costretto a rivolgersi al medesimo tribunale.
Naturalmente gli auguriamo di vincere in tribunale e di dimostrare che i fatti a lui contestati, e che nulla hanno a che vedere con l’articolo21 della Costituzione, sono inesistenti, ma le ragioni della sua sconfitta non stanno certo in una carta di credito, ma piuttosto nel “discredito” che ha concorso a determinare il naufragio di quella che un tempo era la testata ammiraglia della Rai. Naturalmente anche per questo il vecchio Silvio non dimenticherà mai il favore ricevuto e di certo troverà se non una ammiraglia, almeno una scialuppa di salvataggio per il direttorissimo.
Nessun commento:
Posta un commento