L'attesa per il pacchetto di provvedimenti anticrisi che il governo presenterà lunedì alla Camera coinvolge anche il Fondo monetario internazionale. L'Fmi ha deciso infatti di ripensare i tempi della sua missione tecnica di vigilanza rafforzata sull'Italia in attesa di conoscere le nuove misure. Lo ha riferito il facente funzioni di direttore del dipartimento relazioni esterne del Fmi, Gerry Rice. "Monti - ha spiegato - ha detto che ci sono delle scadenze importanti, che sarebbe opportuno considerare nel timing della missione".
La conferenza dei capigruppo di Montecitorio che si è riunita in mattinata, ha indicato un calendario di massima dei lavori, in attesa che sia il governo a comunicare in quale ramo del Parlamento approderà la manovra. Se, come è probabile, l'esame inizierà alla Camera, il testo arriverà in Commissione già dal 5 dicembre, mentre dal 12 dicembre e fino al 15 sarà all'esame dell'aula.
Sui provvedimenti che l'esecutivo intende inserire nella manovra continuano a fioccare indiscrezioni. L'ultima riguarda la possibilità di pagare la montagna di debiti arretrati della pubblica amministrazione nei confronti delle piccole e medie imprese - circa 90 miliardi di euro - con titoli di Stato. L'ipotesi, secondo quanto trapelato, sarebbe stata discussa ieri sera nell'incontro del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera con imprese, banche, assicurazioni e cooperative su richiesta delle stesse imprese. "Ieri sera ho ascoltato tutte le proposte. Siamo in una fase di ascolto", ha precisato il ministro aggiungendo che "siamo in un momento molto difficile, stiamo rischiando sicuramente di rientrare in recessione".
Il governo, ha spiegato ancora Passera, è al lavoro "per affrontare l'emergenza numero uno che è quella del disagio occupazionale". Il disagio, ha osservato, è infatti "molto più alto di quanto mostrino le statistiche" e coinvolge "una quota rilevantissima della società italiana".
Altro punto particolarmente delicato è quello della previdenza. "Sulla spesa pensionistica, il governo ha in preparazione, e verosimilmente sarà annunciato entro pochi giorni, una riforma incisiva ma che rispetta il criterio di equità tra le generazioni," ha detto il ministro del Welfare Elsa Fornero parlando durante una deliberazione pubblica del Consiglio Ue dedicato alle questioni sociali in corso a Bruxelles. "Abbiamo ben chiari i difetti del nostro mercato del lavoro, il suo dualismo e i principi di flexicurity che dovrebbero ispirarne la riforma," ha aggiunto, precisando che l'azione del governo sarà centrata su rigore, crescita ed equità, laddove il "rigore non è solo basato su una dimensione quantitativa, ma anche su una diversa cultura del rapporto tra individui e spesa pubblica."
Intanto, malgrado la difficoltà del momento, dal capo dello Stato arriva l'esortazione ad avere fiducia. "Certamente l'Italia ce la farà, ce la deve fare", ha detto Giorgio Napolitano raggiungendo l'Università La Sapienza dove sarà presentato il libro che raccoglie i suoi discorsi per il 150/mo dell'Unità d'Italia. Un auspicio, quello del presidente della Repubblica, condiviso da Passera. "C'è un'Italia - dice il ministro - che continua a mettercela tutta, un paese che tiene meglio" e i dati sull'esportazione e la quota internazionale di commercio estero "dimostrano che il paese è forte". "Noi - ha aggiunto - possiamo sorprendere positivamente il resto del mondo, ci sono tutti gli estremi e la base delle nostre imprese" è quella su cui costruire. In un secondo momento Napolitano ha poi aggiunto: "C'è bisogno di un grande sforzo politico, morale, sociale per affrontare questa grave crisi che dobbiamo riuscire a vincere".
Ottimista anche Mario Monti: "La vastissima maggioranza che ha approvato il principio costituzionale del pareggio di bilancio testimonia la ferma volontà del Parlamento e di tutto il Paese nel proseguire sulla strada del risanamento strutturale della finanza pubblica", ha detto il presidente del Consiglio esprimendo soddisfazione per l'approvazione in prima lettura da parte della Camera dei Deputati del disegno di legge costituzionale sull'articolo 81 della Costituzione". "La comune volontà dei Paesi dell'Unione e delle istituzioni comunitarie di garantire durevolmente con norme costituzionali il consolidamento delle finanze pubbliche è un elemento decisivo per il superamento dell'attuale, difficile, crisi finanziaria che attanaglia l'Europ", ha sottolineato ancora il premier.
(01 dicembre 2011)
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